Libia: offensiva Gheddafi, il figlio "tra 48 ore tutto finito"
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- Doha, 16 mar. - Almeno cinque persone sono morte e altre undici sono rimaste ferite dopo che le forze lealiste libiche hanno sottoposto a un bombardamento a tappeto di artiglieria pesante la citta' di Misurata, circa 200 chilometri a est di Tripoli, ultimo importante bastione degli insorti nella Libia occidentale. I ribelli hanno affermato che, sebbene "la citta' sia sotto attacco da tutti i lati", in particolare da est e da sud, "ne manteniamo ancora il controllo, e siamo riusciti a catturare due carri armati". Gli stessi rivoltosi hanno sostenuto anche che "l'offensiva e' stata respinta", e che "l'intensita' del fuoco e' relativamente diminuita".
L'aviazione governativa libica ha ripreso a bombardare anche Bengasi, seconda citta' del Paese e roccaforte degli insorti: i raid hanno preso di mira soprattutto l'aeroporto, ma non e' chiaro se vi siano state vittime.
[MORE]Seif al-Islam, secondogenito e delfino di Muammar Gheddaf, ha affermato in un'intervista televisiva che le forze lealiste sono ormai vicine a Bengasi, roccaforte degli insorti e "nel giro di 48 ore sara' tutto finito". A proposito del dibattito in corso sull'opportunita' di imporre una 'no fly-zone' sulla Libia, il figlio del leader di Tripoli ha tagliato corto: "Le operazioni militari sono terminate. Sara' tutto finito in 48 ore. Le nostre forze sono vicine a Bengasi. Quindi", ha concluso, "qualsiasi decisione fosse presa sulla 'no fly-zone', arriverebbe comunque troppo tardi".
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Nel frattempo Abdel Fatah Younes, ex ministro dell'Interno schieratosi anch'egli con i ribelli, ha smentito che i lealisti siano riusciti a impadronirsi della strategica localita' di Agedabia: a una televisione pan-araba, 'al-Arabiya', Younes ha assicurato che i rivoltosi hanno finto di ritirarsi, attirando cosi' gli avversari all'interno del centro urbano per poi tendere loro un'imboscata e sbaragliarli. Sarebbero anche riusciti a sottrarre loro sette carri armati e a renderne altri tre inutilizzabili.
FRATTINI, GHEDDAFI CONTROLLA QUASI COMPLETAMENTE CIRENAICA
Le forze di Muammar Gheddafi controllano "quasi completamente" la Cirenaica, e se il Colonnello restera' al potere si andra' verso il suo "isolamento internazionale politico ed economico".
Il quadro della situazione sul terreno in Libia - dove l'avanzata militare dei lealisti sembra inarrestabile - e delle iniziative della comunita' internazionale e' stato fatto dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, di fronte alle Commissioni esteri di Camera e Senato. Reduce dalla partecipazione al Consiglio Ue straordinario del 10 marzo e al G8 esteri che si e' tenuto ieri a Parigi, Frattini ha insistito sull'impegno di Roma nel proporsi come interlocutore anche fisico di Bengasi, dove, unico tra i Paesi europei, il governo italiano ha riaperto il consolato. Dagli altri Paesi, invece - ha rimarcato il capo della Farnesina - sono arrivati solo "proclami" e, oggi, quella che sembra una "rinuncia" della comunita' internazionale ad assumersi le proprie responsabilita' nella crisi libica e' in realta' una "presa d'atto della prudenza" espressa dall'Italia all'inizio della rivolta, anche quando era "fuori moda" farlo. La diplomazia italiana guarda ai prossimi appuntamenti internazionali, dal vertice tra Ue, Unione africana e Lega Araba alla prossima riunione del Consiglio di sicurezza. Vi sono "buone prospettive" che il primo possa tenersi "nei prossimi sette giorni", ha affermato Frattini, e avviare quel "coinvolgimento politico" dei Paesi della regione al quale si e' richiamato anche il documento finale del G8. L'obiettivo e' "favorire l'adozione in Consiglio di Sicurezza di un pacchetto di misure che includa il cessate il fuoco". Quanto alla no-fly zone, sul quale a Parigi e' stato registrato il veto russo-tedesco, il capo della Farnesina ha ricordato le divisioni in seno all'Ue, alla Nato e agli Otto grandi. Il divieto di sorvolo dello spazio aereo libico rappresenta la "prospettiva piu' avanzata" per la Lega Araba e l'Unione Africana, che, pero', sono contrarie "a ogni intervento di terra". Il ministro degli Esteri ha escluso la partecipazione dell'Italia a una "coalizione dei volenterosi", come quella che si realizzo' contro l'Iraq di Saddam Hussein: "La comunita' internazionale non deve, non vuole e non puo' fare la guerra".(AGI)