Libia: disertano 8 ufficiali di Gheddafi
Estero Lazio

Libia: disertano 8 ufficiali di Gheddafi

martedì 31 maggio, 2011

TRIPOLI, 31 MAGGIO – Otto ufficiali libici del regime hanno defezionato. Hanno voltato le spalle a Muammar Gheddafi ed ora si trovano a Roma, da dove hanno annunciato di essere passati dalla parte degli insorti e di sostenere il Consiglio nazionale di Transizione (Cnt) di Bengasi.[MORE]


“Otto ufficiali di brigata di Gheddafi, cinque generali, due colonnelli e un maggiore, si sono uniti alla rivoluzione”, ha detto Mahmud Shamman, responsabile per l’informazione del Cnt. Secondo l’ex ministro degli esteri libico Abdel Rahm Shalgam, sono già 120 gli ufficiali che hanno abbandonato le truppe del colonnello e attualmente si trovano al di fuori dei confini libici. Gli ufficiali disertori hanno invitato altri militari a raggiungerli e a mettersi dalla parte del popolo. Tra loro, il generale On Ali On ha dichiarato a nome dei suoi colleghi di aver scelto di schierarsi a fianco del Cnt “per creare uno Stato di diritto che rispetti il proprio popolo senza odi, dove siano tutelate le libertà civili e i diritti umani”.
 

Norman Benotman, ex esponente libico di al Qaeda e oggi analista della Fondazione britannica Quilliam, che si occupa di terrorismo, ha però spiegato che l'ultima fuga di ufficiali va letta alla luce delle nuove nomine fatte da Muammar Gheddafi per piazzare in posti chiave del governo e delle forze armate trentenni motivati e molto aggressivi e, spesso, propri familiari. “Gli ufficiali”, secondo Benotman, “si sentono tenuti continuamente d'occhio, e percepiscono che di loro non ci si fida. Cosi', disertano alla prima occasione”.
 

Ma a prescindere dalle motivazioni che spingono gli ufficiali a disertare, di certo ciò non costituisce un punto a favore di Gheddafi il quale, sotto pressione, ha rinnovato la richiesta di un cessate il fuoco nel corso dei colloqui con il mediatore africano Jacob Zuma, presidente del Sudafrica. Il cessate il fuoco però comprenderebbe necessariamente lo stop ai bombardamenti Nato, termini già rifiutati in altre occasioni di mediazione.
Le capacità militari di Gheddafi sembrano vacillare e il grosso delle telecomunicazioni dovrebbe essere interrotto. Ma dall’altro lato troviamo un Comitato nazionale di Transizione altrettanto in difficoltà, lamentando il mancato sostegno finanziario.

E, a tal proposito, proprio odierna è la visita del ministro degli esteri italiano Frattini a Bengasi, in cui incontrerà i rappresentanti del Ctn. Frattini incontrerà il presidente Mustafa Abdul Jalil, ex ministro della giustizia, ed inaugurerà l’ambasciata italiana presso gli insorti, il consolato generale. La missione del titolare della Farnesina segue quella del capo della diplomazia Ue Catherine Ashton che, lo scorso 22 maggio, ha inaugurato una sede di rappresentanza europea a Bengasi.
 

Intanto nasce l’esercito di liberazione nazionale e la prima tv libera. “Oggi, il Consiglio nazionale di transizione ha preso la sua decisione n.67, che denomina ufficialmente le forze armate Esercito di liberazione nazionale (National liberation army)” si legge in un comunicato. Inoltre "Libya Al Hurra'' (La libertà), prima televisione libica, ha iniziato a trasmettere ieri sera, momento che viene definito storico.
 

Filomena Maria Fittipaldi


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