Libertà civile e timore del Signore
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È normale parlare negli anni duemila ancora di timore del Signore? Non è forse un linguaggio usato in epoche oscurantiste, come decisamente molti pensano al giorno d’oggi? Personalmente ritengo che non parlarne significhi rinunciare alla libertà di capire il mondo nella sua vera essenza, affiancando teorie e filosofie che sfuggono dal confrontarsi con la realtà della Parola rivelata. Chi non ha timore del Signore?
Di sicuro chi non crede in Dio convinto che ogni cosa fatta, anche la più sconnessa con la realtà, possa essere giustificata e fatta passare per un percorso mentale e sociale addomesticato. Il tema è delicato e si presenta in parallelo con il deterioramento della coscienza morale, rimasta per troppi solo una “trovata promozionale” personale da esibire a garanzia verbale del proprio percorso di vita, sempre coerente e attento ai richiami interiori. Un modo contraffatto per dimostrare all’altro quello che in realtà non si è. Scrive il teologo con estrema franchezza:
“Che la nostra società sia senza il timore del Signore, non fa meraviglia. Fa invece meraviglia che la società abbia perso la coscienza morale. Molta più meraviglia è suscitata dal fatto che è il cristiano che ha perso sia il timore del Signore che la coscienza morale. Il male è detto bene. La falsità è dichiarata verità, l’immoralità dignità dell’uomo, i più gravi delitti sono diritto della persona umana. Quando un cristiano perde il timore del Signore e anche la coscienza morale, la sua condizione spirituale è oltremodo pessima”.
Ma cosa significa avere timore di Dio in una società come la nostra? La risposta è tratta da una semplice, ma sapiente nota teologica: “Timore del Signore significa che ogni Parola di Dio uscita dalla sua bocca è verità eterna, divina, immutabile, immodificabile, senza variazione alcuna. Poiché è stata detta: si compirà……... Oggi, poiché nessuno crede nel compimento di ogni parola uscita dalla bocca di Dio e di Cristo Gesù, non c’è timore del Signore”.
Un quadro del genere ci fa capire come l’uomo faccia di tutto per rinunciare ad essere fatto ad immagine e somiglia di Dio. Non si vuole il Dio della verità assoluta, del compimento reale delle sue parole, ma un Dio relativo, abbordabile, privo di “norme” da rispettare e di obbedienze da modificare. Inevitabili le dure conseguenze da scontare.
In queste parole del teologo c’è la risposta che deve far riflettere, ma anche sperare se predisposti a cambiar rotta. “L’uomo non solo vive come gli pare, consegnandosi al peccato e all’adorazione della bestia. Giustifica questa sua consegna e resa al male, elevando i suoi pensieri a divina verità, teologia, ispirazione, volontà di Dio”. L’uomo infatti ha elevato per decisione personale il suo pensiero a teologia, le sue immaginazioni a rivelazione, i desideri ad ispirazione.
Lo ha fatto contro ogni Parola di Dio e di Cristo, giustificando ogni cosa, mistificando la realtà e trasformando il male in bene. C’è all’orizzonte un baratro invisibile, ma da tutti raggiungibile, pronto ad aumentare la sua capacità di “accoglienza” rispetto alle tante cadute spirituali e sociali di una società inerme. Bisogna intervenire, porre un argine,
Nessuno infatti oggi trasmette ai giovani il significato reale del timore di Dio. È in difficoltà la Chiesa, figuriamoci la scuola, le famiglie, i grandi cicli formativi e informativi che detengono in mano la formazione individuale. Il problema vero è che non c’è vera fede. Non è peregrino constatare come lo stesso vangelo sia stato equiparato ai tanti libri che narrano dell’origine della vita naturale e soprannaturale dell’uomo.
Non c’è alcuna differenza tra la parola di Dio e quella dell’uomo; tra il pensiero del creatore e di ogni altro individuo; tra la volontà del Padre e di qualunque essere vivente. Il secondo comandamento viene deteriorato nel suo significato profondo, spingendo gli altri a parlare di Dio invano come si fa con una qualsiasi faccenda umana.
Il sentimento degli uomini è ormai salito sul podio più alto. Si “spaccia” apertamente quale scienze divina, immortale, eterna, colpendo dritto al cuore l’ottavo comandamento con mille false testimonianze di riflesso elaborate in ogni sede sociale, economica e politica. Una cornice malconcia dove non mancano inevitabilmente, senza alcuna meraviglia altrui, le calunnie anche verso Dio.
I comandamenti così vengono violentati e i valori non negoziabili trasformati in elastici colorati, capaci di alterare la verità che viene dal Verbo e che in Cristo si è compiuta non in modo fantastico, ma storicamente. Si analizzi bene la chiarezza civile e religiosa che c’è nel seguente messaggio del teologo:
“La Parola del Signore è tutta la Parola del Signore, in ogni sua verità. La miseria cristiana oggi è proprio questa. Abbiamo i libri che contengono tutta la Parola e tutta la verità. I cuori invece sono senza la Parola e senza la verità di essa, perché ormai non credono più nella Parola di Dio”.
In quest’afa estiva tutto tende a liquefarsi ed è quindi cosa buona rifletterci solo per qualche attimo. Rafforzarsi dentro non fa male mai a nessuno. Renderà tutti più tranquilli e quindi inclini a vivere la spiaggia con spirito sereno, garantendosi magari la migliore abbronzatura dell’anno. Provare per credere! Libertà civile e Timore del Signore non sono poi così incompatibili.
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