Liber@Estate, Santo Gioffrè ha presentato "L'Opera degli Ulivi"
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Catanzaro, 13 Luglio - Dopo il successo della prima giornata presso “ La Rotonda” di Copanello, il secondo appuntamento della rassegna Liber@Estate 2019 si è svolto, ieri sera, nell’anfiteatro del Villaggio Calabrisella di Roccelletta di Borgia(CZ). Ospite della serata lo scrittore Santo Gioffrè che ha presentato il suo ultimo libro “L’opera degli ulivi”.
A fare gli onori di casa il sindaco del comune di Borgia, la dott.ssa Elisa Sacco, che, dopo i saluti e i ringraziamenti, ha sottolineato l’importanza che ha, per la sua comunità, il potere ospitare alcune delle voci più autorevoli della narrativa italiana con ambientazione in Calabria.
L’evento è stato moderato dall’avvocato Sandro Scoppa, ideatore e curatore della rassegna.
L’autore, stimolato dalle domande di Saverio Fontana, responsabile stampa e comunicazione della manifestazione, che ha dialogato con lui, e dagli interventi dell’avvocato Scoppa e dell’assessore alle Politiche Giovanili del comune di Borgia, Virginia Amato, ha accompagnato i presenti nel cuore della storia.
“Un romanzo partito in sordina che ha poi avuto uno straordinario successo. Giorni fa c’è stato un primo contatto per realizzarne un film, così come è stato per “Artemisia Sanchez”, prodotto dalla RAI con grandissimi attori, che è stato visto in tutto il mondo. È autobiografico. Avevo il desiderio di scriverlo da tempo. Credo sia di grande importanza soprattutto in questa epoca in cui non abbiamo più valori. Siamo un popolo alla mercé di ogni spiffero di vento che ci trascina dall’altra parte, senza capire bene dove siamo e cosa stiamo facendo.
Nella storia si intrecciano due mondi tremendi alla fine degli anni ’70. Il primo è quello dell’università di Messina, punto di riferimento in quegli anni per gli studenti della Calabria centro meridionale. Chi, come me, studiava sull’altra sponda dello stretto, arrivava in un mondo particolare. C’era una casa dello studente che era un centro di extraterritorialità. Non ci entrava chi non doveva entrare, nemmeno la Polizia. Era un covo di organizzazioni che avevano armi pesanti, tipo mitra. L’università era un luogo di socializzazione criminale per gli estremisti di destra e di socializzazione eversiva per gli studenti ‘ndranghetisti. Si accese uno scontro ferocissimo con gli studenti protagonisti della lotta politica studentesca di sinistra. Anche io sono sfuggito a due attentati, come è dimostrato da atti parlamentari. Anni drammatici ma anche bellissimi, perché l’Italia cresceva in tutti i sensi. Proprio in quel periodo abbiamo avuto lo Statuto dei lavoratori, art. 18, il Sistema Sanitario Nazionale, e tante altre conquiste.
Tutto ciò, però, a me serviva da corollario. Quello che ho voluto raccontare è un secondo mondo tremendo, il dramma di alcuni paesi della Piana di Gioia Tauro, le faide. Scontri violentissimi tra due famiglie, non per forza ‘ndranghetiste, che, in totale assenza dello stato, si trovano costrette ad una scelta, o andarsene, pur avendo una condizione economica ben consolidata, oppure, se si hanno le risorse umane e le capacità, rispondere con la stessa violenza. Ho voluto ricostruire questo mondo distruttivo che stravolse anche la vita di un ragazzo straordinario che era con me a Messina, il più forte di noi. Ideologicamente era capace di trasformare qualsiasi cosa gli appariva davanti in un pensiero prima e in un’azione dopo. Avevo il bisogno di raccontarla, non ci sono riuscito per quarant’anni, troppo grande era il coinvolgimento affettivo ed emotivo. Un giorno, poi, sono passato da Messina ed ho visto la Casa dello studente abbandonata e fatiscente, come se lì non ci fosse stato mai nulla, invece ci fu un mondo di tragedie, e mi sono deciso. Un romanzo che è stato presentato da molti magistrati, addirittura il Procuratore di Firenze ha detto che potrebbe essere un codice anti ‘ndrangheta. L’opera degli ulivi, infatti, dimostra che la ‘ndrangheta non ha mai avuto niente di positivo, non esiste né onore, né rispetto, il suo unico fine è solo l’accumulazione del guadagno, e non ha nessuna pietà con chi può mettere in crisi questa sua attività, anche nel caso in cui dovesse essere una persona molto intima”.Questi i punti salienti delle risposte del dottore Gioffrè che, durante l’introduzione, è stato definito da Saverio Fontana “un galantuomo prima che un intellettuale, prima che un medico, prima che un grande scrittore. Subito dopo la denuncia, nella prima giornata, de “La Calabria silente” di Filippo Veltri, un ospite che non è mai stato silente. Parla per lui la sua storia ed in particolare la sua esperienza nel 2015 alla guida del ASP di Reggio Calabria, quando denunciò tutti gli sprechi di denaro pubblico a favore di privati ed infiltrazioni poco pulite, mettendo a rischio la sua vita e quella dei suoi cari”.
Per il prossimo appuntamento, venerdì 19, si torna nella location de “La Rotonda” di Copanello, Stalettì (CZ), a presentare la sua opera “Marzo per gli agnelli” sarà Mimmo Gangemi.
Ufficio Stampa Liber@Estate
Foto di Salvatore Riillo