Letta: «Crisi alle spalle. È stato l'anno della svolta generazionale e nel 2014 il Paese crescerà»
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Letta: «Crisi alle spalle. È stato l'anno della svolta generazionale e nel 2014 il Paese crescerà»

lunedì 23 dicembre, 2013

ROMA, 23 DICEMBRE 2013 - Tempo di bilanci e di buoni propositi per il futuro. È all’insegna di queste due componenti che si è svolta, questa mattina, la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, Enrico Letta.

Il premier si è subito espresso sulla grave situazione economica in cui versa il Paese, rivendicando l’operato del governo e dicendosi fiducioso per l’avvenire: «Stiamo dando risposte alla fatica sociale che è il cuore della vicenda che abbiamo davanti, ma sono fermamente convinto che l’Italia ce la farà perché abbiamo dietro le spalle la parte più complessa di questa crisi».

Una chiave di svolta, al fine di raggiungere orizzonti più rosei, è rappresentata, secondo il presidente Letta, dalla nuova generazione politica che guida oggi la nazione: «Il 2013 sarà ricordato come l’anno della svolta generazionale. Si è affermata una generazione di quarantenni senza alcun precedente nella storia repubblicana, se non nell’immediato dopoguerra. Ebbene non possiamo fallire, se fallisse – ha aggiunto Letta – vorrebbe dire che tutti gli auspici di questi anni non sono andati nella giusta direzione. Non abbiamo alibi. Io farò la mia parte perché questa svolta riesca. Coglieremo questa opportunità».

Ed analizzando politicamente gli otto mesi trascorsi alla guida del governo, il premier tiene a precisare che non si è mai sentito un «premier tecnico» pur ammettendo che «ci sono tante cose che avrei potuto fare meglio, ma penso che la cosa principale oggi sia cercare di far sì che si riescano a cogliere per l’anno prossimo le opportunità che il 2013 ci ha lasciato. Le turbolenze vissute quest’anno – ha spiegato Letta – sono in parte dovute all’intreccio tra fattori esterni e politica, penso al tema della sentenza che ha riguardato uno dei tre leader che hanno fatto nascere questo governo». Chiaro il riferimento a Silvio Berlusconi e sempre riferendosi al Cavaliere, il presidente Letta ha poco dopo affermato: «Berlusconi non si faccia prendere la mano intraprendendo una strada nichilista e populista: sarebbe un errore per il Paese e per lui stesso».

Ma il 2013 è stato contrassegnato da un altro importante evento politico: l’elezione di Matteo Renzi a segretario del Pd. Riferendosi al sindaco di Firenze e alla sua possibile volontà di giungere ad elezione anticipate, Letta si è detto sicuro della lealtà del neosegretario, poiché «Renzi – ha spiegato Letta – fa parte di quella svolta generazionale di cui parlavo prima. Lui fa bene a parlare con Forza Italia e con altri che non fanno parte della maggioranza di riforme istituzionali». E parlando a stretto giro della situazione interna al Pd: «Faremo squadra. Renzi – spiega Letta – dimostrerà tutti i suoi effetti positivi, e sarà una delle cose più importanti che renderà il Pd un partito in grado di vivere non solo in questi mesi ma molto a lungo».

Guardando al futuro, nell’agenda del governo a gennaio vi saranno subito questioni imprescindibili che da troppo tempo aspettano soluzioni: taglio delle tasse sul lavoro e disoccupazione giovanile. «È l’impegno che avevamo preso e che riconfermo qui. Il meccanismo di automatismo per la riduzione delle tasse sul lavoro con i proventi della spending review e dei capitali illegalmente esportati è un impegno che confermo. Ci saranno interventi – ha continuato Letta – per ridurre le tasse sul lavoro, il costo del peso fiscale sul lavoratore e su chi dà lavoro». Per quanto riguarda i giovani, dice: «Rompere il circolo vizioso della disoccupazione giovanile, attenzione a far ritornare qui i giovani che se ne sono andati. Questo è il concetto più forte che mi sento di esprimere al termine di quest’anno. Sento sulle mie spalle tutta la responsabilità».[MORE]

Altro tema caldo affrontato sempre durante la conferenza stampa sono le riforme costituzionali, con la legge elettorale in testa: «Il governo – ha detto Letta – farà la sua parte. Prima delle europee dovremo avere la nuova legge elettorale e i primi passaggi parlamentari sull’eliminazione del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, la riforma del Titolo V e l’eliminazione della parola “Province” dalla Costituzione».

Infine, non potevano essere dimenticate le annose questioni presenti sia sul fronte giudiziario, nella fattispecie indulto e amnistia, e sia sul tema dell’immigrazione. Problematiche irrisolte che nel 2013 sono state delle vere e proprie piaghe sociali del nostro Paese. «L’amnistia e l’indulto sono competenza esclusiva delle Camere – ha spiegato il premier – abbiamo deciso di dare subito un segnale rispetto al discorso di Giorgio Napolitano con un primo passo importante: il decreto legge dell’altro giorno che permette di modificare delle norme per rendere la vita nelle carceri meno drammatica di come avviene oggi a causa del sovraffollamento». Per quanto concerne la drammatica situazione degli sbarchi, Letta ha affermato: «Gli sbarchi del 2013 sono più che triplicati in un anno. Ci siamo trovati sotto una pressione fortissima. Mare Nostrum è stata una risposta, le altra risposte sono state fornite durante il Consiglio europeo, con rafforzamento di Frontex ed Eurosur. Per questo servirà, già a gennaio, la revisione di alcuni aspetti della Bossi-Fini».

(Immagine da corriere.it)

Giovanni Maria Elia

 


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