Legge elettorale, furia M5S. Di Battista: "Fiducia è atto eversivo"
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ROMA, 11 OTTOBRE – “Un atto eversivo”, così Alessandro Di Battista ha definito la decisione del Governo di porre la questione di fiducia sulla legge elettorale. “Ricordiamo che questo Parlamento venne eletto da una legge dichiarata incostituzionale, il Porcellum” ha poi proseguito il pentastellato, affermando che “anche questa legge produrrà un parlamento di nominati”.
Per Di Battista, è il Partito Democratico che teme i franchi tiratori, gli stessi che “hanno affondato il tedeschellum”, e di conseguenza pone la fiducia su una legge che “mette a rischio la democrazia, creando un parlamento composto da rappresentanti dei partiti e non rappresentanti del popolo”.[MORE]
Il portavoce del MoVimento ha poi lanciato un appello al Presidente della Repubblica affinché non firmi la legge. “Chiedo a Mattarella la massima attenzione nel firmare una legge che potrebbe essere dichiarata incostituzionale tra 7,8 mesi, quando il Parlamento sarà già eletto”.
Di Battista ha infine auspicato una mobilitazione generale nelle piazze, per esercitare pressione sul Parlamento e sul Governo ed evitare l’approvazione del Rosatellum bis.
Anche Pier Luigi Bersani, ex segretario del PD, ha attaccato la decisione del Governo, sottolineando come in tal modo si “apra una questione democratica grande come una casa” ed affermando che “è una vergogna, menomale che qualcuno protesta, ma lì fuori c’è di tutto tranne i liberali”. Bersani ha poi ricordato come “in questo modo si scava un altro solco tra istituzioni, politica e cittadini: un solco micidiale”.
E se il testo piace a Berlusconi e Salvini, non è dello stesso avviso Giorgia Meloni, leader di FdI, per la quale “adesso è opportuno un incontro perché il Cavaliere e il segretario della Lega chiariscano il loro sostegno ad una legge elettorale che, matematicamente, non consentirà di creare una maggioranza certa e un governo che difenda gli interessi degli italiani”. Per Meloni, il Rosatellum “è uno schifo”, in particolar modo per quanto concerne la decisione delle liste bloccate.
Anche dal Partito Democratico, infine, si levano alcune voci fuori dal coro, ritenendo un errore ed un pericoloso precedente la questione di fiducia. A dichiararlo è Franco Monaco, deputato in orbita Pisapia, che considera la scelta del governo “una inaccettabile forzatura in una materia che è per definizione di competenza parlamentare”.
IL ROSATELLUM BIS – E’ un sistema misto proporzionale e maggioritario, in cui un terzo dei deputati è eletto in collegi nominali con il criterio del first past the post, ed i restanti due terzi con un proporzionale di lista. E’ prevista una soglia di sbarramento al 3% per i partiti e al 10% per le coalizioni (nella quota proporzionale), che diventa del 20% su base regionale per liste relative a minoranze linguistiche.
Il territorio sarà diviso in collegi di dimensioni ridotte, così da consentire alle liste bloccate di essere “corte” e soddisfare il requisito della “riconoscibilità dell’eletto” richiesto dalla Corte Costituzionale. La Consulta, infatti, non si è mai pronunciata nel senso di richiedere l’obbligatorietà di un sistema di preferenze, preoccupandosi piuttosto di garantire la ragionevolezza di un sistema con liste bloccate.
Paolo Fernandes
Foto: tuscia24.it