Legge di Stabilità, Franceschini: «Il governo porrà la fiducia». Ma la manovra è incompleta
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ROMA, 25 NOVEMBRE 2013 - Un calendario fitto di appuntamenti, giorno 27 è previsto il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, l’urgenza di chiudere al più presto l’importante manovra finanziaria e la necessità di verificare i numeri della maggioranza, soprattutto alla luce dei recenti stravolgimenti politici che hanno attraversato in modo trasversale il centro-destra, con la conseguente nascita di nuovi gruppi parlamentari.[MORE]
Sembrano questi i fattori, più o meno ufficiali ed il cui ordine può forse variare secondo propria discrezione, che hanno spinto il governo Letta a porre la questione di fiducia sulla Legge di Stabilità in questi giorni al vaglio di Palazzo Madama. A comunicare tale scelta è il ministro per i Rapporti con il parlamento e per il Coordinamento dell’attività di Governo, Dario Franceschini: «Sulla legge di stabilità porremo la questione di fiducia. Rispetteremo totalmente il lavoro del Parlamento ponendola sul testo che la Commissione bilancio sta ultimando. La fiducia – ha spiegato il ministro – è pero necessaria non soltanto per garantire i tempi di approvazione ma anche per verificare politicamente, con chiarezza e senza ambiguità, le luogo proprio e sull’atto più importante, il rapporto fiduciario tra governo e maggioranza parlamentare».
Tempi e numeri da rispettare e verificare, dunque. E nel fine settimana la Commissione Bilancio ha lavorato alacremente con l’obiettivo di presentare al Senato ogni completo provvedimento già nella giornata di oggi, possibilità questa davvero remota. Diventa invece più probabile che la manovra approdi in assemblea domani. Così facendo verrebbe, infatti, rispettato l’altro importante appuntamento di mercoledì 27, ovvero il voto sulla decadenza del Cavaliere. Un intreccio di date, volontà e scenari politici che in primo luogo non passano inosservate agli esponenti della “nuova” Forza Italia che con Maurizio Gasparri criticano la scelta del governo Letta: «Apprendiamo che il governo porrà la questione di fiducia sulla legge di stabilità: ma su cosa? A quest’ora della giornata ancora non sappiamo che cosa intende fare l’esecutivo sulla casa e su altre questioni fondamentali. Si pone la fiducia, quindi, su quale testo?».
Al di là delle critiche mosse dal parlamentare forzista, restano di fatto diversi e sostanziali i punti ancora irrisolti all’interno della manovra. Uno di questi è l’emendamento sulla tassazione della casa, dove è ancora in discussione un fondo da 300 o 400 milioni da destinare ai comuni per le detrazioni sulle spese familiari. Altri motivi di diatriba all’interno della Commissione riguardano le concessioni demaniali riguardanti beni pubblici come le spiagge, le cartelle esattoriali di Equitalia e le norme sugli stadi. Inoltre è stato ritirato un emendamento sulla rivalutazione delle pensioni che prevedeva il prelievo, pari al 5%, di solidarietà sulle pensioni d’oro a partire dai 90mila euro.
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia