Lega Pro, Fofana decide il derby: il Catanzaro batte la Reggina [VIDEO]
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CATANZARO, 21 DICEMBRE 2014 - Dopo la trasferta di Pagani, il Catanzaro torna a casa per affrontare l'ennesimo derby di questo girone C di Lega Pro più calabrese che mai. Nello Stadio dedicato al Presidentissimo 'Nicola Ceravolo', le aquile ospitano la Reggina. L'aria di derby si avverte sugli spalti: buona la risposta del pubblico, nella giornata in cui si è ricordata la figura di Massimo Capraro, a vent'anni dalla sua scomparsa. Scroscianti e commossi gli applausi quando lo speaker pronunciava il nome del tifoso giallorosso.
Sebbene non sia uno dei derby più sentiti in terra calabrese, Catanzaro-Reggina è, di certo, uno dei derby più prestigiosi, vista la caratura a livello nazionale delle due società, oggi nobili decadute del panorama calcistico italiano. Dal 1980 anni manca 'u classicu', come definito a Catanzaro, ed oggi si riparte da quello 0-0 di 24 anni fa, quando entrambe militavano in cadetteria.
Sicuramente forte è il derby che si gioca anche nel cuore del Presidente giallorosso attuale, Giuseppe Cosentino: prima di gestire la società del capoluogo di regione, mister GiCos era main sponsor proprio dei reggini e, per sua stessa ammissione, ne ha trattato l'acquisto, prima di sfogare la sua passione investendo a Catanzaro.
A dispetto delle storie e dei ben più alti palcoscenici che tifo e società meritano, Catanzaro e Reggina affrontano un derby da 'deluse': i giallorossi, dopo un pre-campionato di annunci e investimenti, si trovano in una crisi tecnica importante che ha portato all'allontanamento di Checco Moriero. Ben più difficili le condizioni della squadra di Reggio Calabria che, da ultima in campionato, soffre pure di gravi problemi societari tali da aver portato Lillo Foti, Presidente della Reggina del miracolo mazzariano, ad introdurre l'azionarato popolare, tanto caro alle società spagnole. Dagli spalti, più volte per tutta la durata della partita, contestazioni dei tifosi amaranto proprio contro Foti.
[MORE]Per entrambe, fare punti oggi è indispensabile. Così mister Sanderra schiera i giallorossi col tridente: Russotto e Barraco agiranno ai fianchi di Fofana. Vacca, recuperato, avrà le chiavi del centrocampo. A sinistra in difesa trova spazio Calvarese. Alberti, coach degli ospiti, lancia dal primo minuto Viola-Louzada-Insigne in uno speculare 4-3-3. L'ex Masini parte dalla panca.
Il match, come ci si aspettava alla vigilia, non inizia a ritmi altissimi: la formazione di Sanderra cerca di prendere le redini del gioco, con un fraseggio corto nel cerchio di centrocampo. Già dalla disposizione dell'undici iniziale, la Reggina cerca di aspettare nella propria metà campo il Catanzaro, in attesa di produrre ripartenze veloci. Il primo a cercare il tiro è Squillace, al 4', che si gira bene sugli sviluppi di una angolo, ma spedisce lontano. Chi inquadra la porta, ma senza creare particolari difficoltà, è Armellino, numero 7 amaranto, che consegna nelle braccia del portiere giallorosso una palla telefonata, direttamente da punizione dal limite.
Nonostante il Catanzaro cerca di proiettarsi in avanti, la fase di interdizione è, senza dubbio, deficitaria: spesso Maiorano si trova costretto a far fallo per stoppare le incursioni centrali dei giocatori amaranto. Invero, non è che la Reggina crei chissà quali grattacapi alla retroguardia catanzarese, anzi nel primo tempo mai la formazione di Alberti impegna Bindi. Il Catanzaro, infatti, prende man mano fiducia e Russotto entra nel vivo del match: al 12' la sua incursione per vie centrali è ottima, ma sbaglia l'ultimo tocco e perde il pallone, e tre minuti dopo, in serpentina, arriva a tu per tu con Kovacsik, liberando però un tiro molto debole. Fra il 10' e il 20' le aquile hanno due occasioni ottime per passare in vantaggio: al 14' Barraco si gira bene in area ma non inquadra di poco lo specchio, e al 19' l'episodio forse più favorevole per passare in vantaggio è sui piedi di Russotto che, liberissimo in area, manda fuori un traversone preciso di Squillace. Al 30' ancora Russotto: il fantasista addomestica bene di destro la sfera, e di sinistro sgancia il tiro: poca precisione ma comunque bel gesto.
Non pervenuta per tutto il primo tempo la Reggina: macchinosa la manovra, a centrocampo si sente la mancanza di un metodista che riesca ad innescare due ali veloci come Insigne e Louzada, i quali hanno veramente pochi palloni giocabili. Non riesce proprio ad esprimersi la squadra di Alberti.
Neppure il Catanzaro ha deliziato gli occhi degli spettatori presenti, ma forse meritava di più: nel primo tempo ha cercato spesso la porta, affidandosi ad un Russotto in stato di grazia per compensare trame di gioco poco efficaci. Vacca non è riuscito, invece, a dare una mano per le percussioni centrali, facendo fatica a trovare posizione fra le linee: non è al meglio e si vede.
La seconda frazione di gioco riapre senza cambi. Ed in effetti, non cambia nemmeno il leit-motiv del match, con un Catanzaro alla confusa ricerca di varchi e la Reggina attendista. Il primo brivido lo regala Barraco dopo 3 minuti, che manda in area l'ennesimo traversone, per l'ennesima volta non raccolto da Fofana. Per tutto il primo tempo l'attaccante centrale dei catanzaresi non è sembrato un degno attaccante centrale: fuori dal gioco, si è limitato a qualche sponda, ma mai è riuscito a dare incisività alla squadra giallorossa, apparsa spesso in cronica carenza di un nove di razza. Eppure il bello del calcio è proprio questo, il suo non essere scienza esatta: è il più criticato che, al minuto tredici, regala alla Curva Massimo Capraro l'urlo di gioia. Bella azione manovrata, Fofana di sponda serve Russotto, che allarga per la corrente Ilari e mette in mezzo: da applausi la sforbiciata di Fofana, stilisticamente perfetta, che insacca. Catanzaro in vantaggio e Reggina, che per andare in vantaggio ha fatto veramente poco, sotto d'un gol. Sulle ali dell'entusiasmo, Russotto rischia quasi di raddoppiare dopo solo un minuto: il fantasista si invola sulla destra da solo e sgancia il tiro, deviato in angolo da Kovacsik. Molto spesso Russotto appare un giocatore di categoria superiore: scatto e rapidità ne fanno un giocatore che trascina da solo la squadra ma, a volte, sembra troppo egoista nel cercare la giocata solitaria, come in questo caso.
Fatto sta che, dopo il gol, la partita quasi si assopisce. La Reggina non riesce ad impostrare una azione pericolosa, facendosi vedere solo da calci piazzati: mai infatti Bindi ha dovuto esibirsi in parate in movimento, il che la dice lunga su come la Reggina abbia fatto veramente poco oggi e nel resto del campionato, giustificando la posizione pessima di classifica. Il Catanzaro sembra più contratto a difendere il vantaggio, affidandosi alle ripartenze di Barraco e Russotto per le residue velleità offensive. Fra la noia e la confusione generale, il gol ha chiuso la partita, che regala solo qualche sgaloppata di Russotto ed il brivido, che sembra presagire la beffa, tipico del 90', quando Armellino sforna un tiro cross insidiosissimo che Bindi deve smanacciare con qualche difficoltà.
Il match si trascina al novantesimo: meritato successo degli uomini di Sanderra, ancora indietro dal punto di vista tecnico-tattico ma che non hanno sofferto contro una formazione priva di filosofia di gioco e svogliata come la Reggina. Cosentino tira un sospiro di sollievo, Lillo Foti ora invece deve seriamente preoccuparsi: oltre ai soldi, a questa squadra mancano soprattutto le idee.
Salvatore Remorgida
TABELLINO DEL MATCH
CATANZARO (4-3-3):Bindi, Calvarese, Rigione, Ferraro, Squillace, Barracco, Vacca (dal 82' Pacciardi), Maiorano, Ilari (dal 72' Yeboah), Fofana (dal 90' Martignago) ,Russotto. Allenatore: Stefano Sanderra
REGGINA (4-3-3): Kovacsik, Salandria, Camilleri, Di Lorenzo, Karagounis, Armellino, Rizzo, Maimone, Louzada, Viola ,(dal 60' Masini) ,Insigne (dal 74' Gjuci). Allenatore: Roberto Alberti
ARBITRO: Vesprini di Macerata
MARCATORI: 59' Fofana
AMMONITI: Calvarese, Ilari, Russotto (C ), Camilleri, Viola (R)
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