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Quanto è difficile oggi parlare di regole! La nostra società ha aperto un varco pericoloso che rischia di cambiare la sua vera identità. Chi lo attraversa è convinto di ottenere, in cambio della sua fidelizzazione al “manipolato” sistema imperante, più autonomia e libertà, ignorando che alla lunga tutto rischia di sgretolarsi. Ogni realtà sociale ha bisogno di regole non certo di imposizioni. La regola tutela, l’imposizione schiavizza. La stessa missione dell’uomo sulla terra, perché di questo si tratta, è esposta al fallimento se manifesta cedimento rispetto ai principi di riferimento. È vero che il termine missione ha un richiamo sacro e religioso, ma la vita umana non ha forse legami trascendenti e celesti? Può l’era di internet sconfessarla? Abbatterla? Deriderla? Evitarla? Rinnegarla? [MORE]
La regola perciò ha radici trascendenti e se ben calibrata ed equilibrata, in ogni suo campo di applicazione, potrebbe aiutare l’umanità a camminare più spedita, verso un tempo purificato e privo degli inquinamenti morali e sociali a cui è quotidianamente sottoposta. Se poi pensiamo che ogni atto evangelico è precorso da precetti inequivocabili per la sua buona realizzazione, si può ben comprendere l’ottusità di alcuni. Mi riferisco a chi pensa che osservare le norme ufficiali, di una comunità o di un comportamento morale irreprensibile, significhi trovarsi oltre la logica o comunque non in linea con il progresso in cui viviamo. Lo stesso Gesù, non di certo venuto per conquistare il potere temporale, dinnanzi alla richiesta di alcuni farisei se era lecito pagare le tasse all’impero romano, rispose:
"Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e l'iscrizione?". Risposero: "Di Cesare". Ed egli disse: "Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero”. In questa risposta del Messia c’è un atto pedagogico per il mondo di ieri e di oggi in cui prevalgono la prudenza, la saggezza, il rispetto civico, l’analisi storica del momento, la distinzione netta dei ruoli. C’è anche per gli apostoli di allora e per i fedeli contemporanei un monito di Cristo che porta ad una regola restrittiva, ma indispensabile. Il riferimento è ai sacramenti; alla grazia di Dio; al vangelo; al mistero della sua morte e resurrezione; a Maria vergine; alla Chiesa: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.
Il messaggio del Signore non va donato con la forza, né a chiunque lo detesti e lo ignori. Il viaggio verso la fede è per tutti, ma è anche maturazione e scelta personale consapevole. Gesù quindi, autentica espressione di santità in cui germogliano i veri semi di libertà e di pace, ci da delle regole precise. Lo fa sia quando parla con il popolo affannato, sia quando indica ai suoi discepoli la strada da seguire. Mandandoli missionari nel mondo pone alcuni divieti. Si tratta di sapienti direttive valide per tutti i secoli. Chi non accoglie perciò un inviato del Signore vedrà lo stesso allontanarsi scuotendo la polvere dai suoi piedi a testimonianza per loro. Anche le regole più elementari contribuiscono al decoro della collettività C’è un grande lavoro da fare. Ognuno di noi metta la sua passione personale. In ogni articolazione sociale c’è bisogno di una forte testimonianza che metta al centro il valore etico delle regole. In questa direzione, come in ogni altra cosa, il vangelo da quei segnali che aiutano l’uomo a vivere bene la sua vera missione.
Egidio Chiarella
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