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ROMA,19 DICEMBRE- A pochi giorni dall’approvazione della legge di bilancio 2018 in commissione alla Camera, tante le novità dal limite al bonus bebè, al raddoppio della soglia che permette di mantenere i figli a carico alla tanta discussa web tax. In particolare quest’ultimo provvedimento si prevede che farà aumentare il gettito e che andrà a riportare in Italia una parte delle tasse che vengono eluse dai colossi del web come Google, Facebook.[MORE]
L’idea è quella di fare pagare alle grandi web company un’imposta sui loro profitti, nonostante quest’ultime siano americane e siano insediate in Europa in paesi a bassa tassazione come l’Irlanda. La stessa Unione Europea si è espressa in merito sostenendo che la situazione non è più sopportabile ed è quindi necessario un accordo internazionale. Tuttavia nel mentre, molti paesi europei, fra cui l’Italia si sono dati da fare per ovviare a questo problema. A maggio l’Agenzia delle entrate ha contestato a Google Ireland di operare una parte dei suoi affari in Italia fatturando in Irlanda (nello specifico è stato contestato il concetto di “stabile organizzazione”). Così si è arrivati a un accordo fra il colosso statunitense e il fisco italiano di circa 306 milioni di euro, tuttavia non si sono riconosciuti i profitti stabili di Google nel nostro paese.
Per ovviare a quest’ultimo problema alcuni parlamentari del PD, fra cui, l’on. Francesco Boccia hanno proposto la web tax che nel testo originale avrebbe dovuto imporre un’aliquota al 6% sui guadagni dei colossi del web nel nostro Paese. L’Agenzia delle Entrate avrebbe controllato i movimenti e qualora fosse stata superata una certa soglia da parte delle imprese, queste avrebbero pagato le normali imposte sul reddito.
Il testo che verrà votato in via definitiva alla Camera ha subito delle modifiche negli ultimi giorni, innanzitutto una riduzione dell’aliquota dal 6% al 3% sul profitto ricavato dalle transazioni legate a servizi online (soprattutto la pubblicità) e non però dall’e-commerce (che non viene più colpito in questa versione finale del provvedimento). Diminuzione che ha assicurato l’on. Boccia garantirà comunque delle entrate per lo Stato pari a circa 190 milioni di euro annui. Inoltre l’Agenzia delle Entrate non comunicherà né traccerà più le imprese digitali. Tuttavia le piccole medi imprese continueranno a non essere toccate dal provvedimento.
Molte le critiche alla nuova tassa, soprattutto da coloro che volevano venissero prese delle misure più severe contro i grandi colossi dell’e-commerce, come Amazon che di fatto restano illesi dal provvedimento che ha solo consentito alle Poste di fare concorrenza al colosso su pacchi fino a 5 chilogrammi.
La tassa entrerà in vigore nel 2019 in tempo per essere, eventualmente, corretta dalla web tax europea che dovrebbe essere discussa e definita nel 2018.
Federica Fusco