Le Idi di Marzo
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Le Idi di Marzo

martedì 27 dicembre, 2011

È una tradizione feconda del cinema americano quella cui si rifà George Clooney con questo suo nuovo lavoro da regista: la tradizione del cinema d’impegno civile, quella che ha dato i suoi frutti migliori negli anni ’70, con registi quali Sydney Pollack, Sidney Lumet, Arthur Penn, Alan J. Pakula…[MORE] E, nello stesso tempo, è anche ad una memoria tutta familiare che attinge il Nostro, poiché il padre, Nick Clooney, è un giornalista molto famoso negli Usa, impegnato anche in politica (si era candidato al Congresso degli Stati Uniti nel 2004, con il Partito Democratico). La politica e la comunicazione – aspetti fondamentali in questa pellicola - sono, dunque, due elementi con i quali l’attore-regista si è da sempre confrontato.


Stephen (Ryan Gosling), è uno degli addetti stampa del governatore Morris (George Clooney), candidato in corsa per le primarie del Partito Democratico, che potrebbero anche portarlo alla Presidenza degli Stati Uniti. Idealista e pragmatico, Stephen è corteggiato dalla concorrenza, ma crede nel suo candidato. Sarà coinvolto in uno scandalo politico che vede protagonisti il governatore e una bella e giovane stagista, e che gli farà tirar fuori le unghie e i denti necessari a non soccombere in un mondo dominato da inganni e sotterfugi.


Le Idi di Marzo, basato sulla pièce teatrale Farragut North di Beau Willimon, è il terzo film da regista di Clooney. Il divo aveva già mostrato di saperci fare anche dietro la macchina da presa con i notevoli Confessioni di una mente pericolosa e Good Night, and Good Luck, mentre può essere considerato trascurabile il precedente In amore niente regole. Quello qui narrato è un Paese privo di ideali, e, quando nella migliore delle ipotesi ci sono, sono presto sopraffatti dall’esigenza di sopravvivere in un mondo che spazza via i più deboli. Nessuno dei personaggi descritti, in fondo, è un’anima candida, tutti rivelano ben presto denti di squalo, anche il collega e amico interpretato da Philip Seymour Hoffman, con la sua idea assoluta di lealtà che stride con il mondo nel quale si muove e con le sue stesse azioni. Forse la sola vittima innocente (ma lo è poi davvero?) è la giovane stagista interpretata da Evan Rachel Wood. Qui non ci sono vittime e carnefici. Non ci sono i democratici buoni da una parte e i repubblicani cattivi dall’altra. In questo il progressista Clooney, che non ha mai nascosto le sue simpatie politiche, mostra una notevole audacia nel descrivere un mondo politico nel quale i mezzi per arrivare al potere sono gli stessi da ambo le parti. Perché quel che conta veramente, sembra suggerire, è il potere in se, non chi lo detiene. Nell’era di Obama (prossima al tramonto?) è una coraggiosa ammissione di sconfitta.


La pellicola ha nei dialoghi e nelle interpretazioni i suoi punti di forza, e in una regia attenta che si mette al servizio dei primi due in modo intelligente ed efficace. I dialoghi suggeriscono le personalità dei diversi personaggi, ne precisano dinamiche e motivazioni, e contribuiscono a costruire una narrazione dove la tensione cresce a poco a poco col passare dei minuti, tanto da assumere le cadenze di un thriller.
Gli interpreti sono praticamente perfetti: Clooney si ritaglia il ruolo del Governatore - pronto a sacrificare i suoi collaboratori quando le circostanze lo richiedono - e assegna la parte del protagonista all’ottimo Ryan Gosling (visto pochi mesi fa in un altro ruolo che ne ha esaltate le capacità attoriali, Drive, di Nicolas Winding Refn). Gli altri sono i sempre bravi Paul Giamatti e Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood.


Per chi vuole vedere, durante il periodo delle feste, un film che faccia anche pensare e non mandi il cervello in vacanza: una buona alternativa ai cinepanettoni, ai Natale e Capodanno a Cortina o New York.


[The Ides of March, 2011, Drammatico, durata 98'] Regia di George Clooney . Con Ryan Gosling, George Clooney, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman, Max Minghella, Jeffrey Wright, Danny Mooney


Voto: 71/2


Tommaso Spinelli
 


Autore
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