Le cinque regole di San Giacomo su Tele Padre Pio
Fantasticherie del cuore Calabria

Le cinque regole di San Giacomo su Tele Padre Pio

giovedì 5 novembre, 2015

05 NOVEMBRE 2015 - Il mio maestro spirituale ci consigliò un giorno di seguire le cinque regole di San Giacomo, per mettere ordine dentro di noi ed avere un rapporto veritiero con una religione viva e strumento di redenzione dell’uomo. Penso che queste regole possano illuminare e migliorare il nostro rapporto con la realtà quotidiana.  [MORE]

Prima regola: “Ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre”. L’invito alla preghiera è chiaro, diretto, inequivocabile, senza alcun dubbio.Se il mondo vuole ritrovare l’equilibrio nell’economia, nella politica, nelle relazioni umane, nel vivere in armonia, nel rafforzare il valore di una famiglia oggi derisa, avvilita e insediata, non può far altro che affidarsi al Signore. Le cose grandi, ci insegna San Giacomo, provengono dal Padre, il resto è prodotto debole e non duraturo. La storia attesta questo messaggio del santo.

Seconda regola: “Ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira”. Un vero credente non può farsi prendere dall’ira e dall’uso distorto della parola, ma deve essere padrone delle sue azioni e diffondere tra se e gli altri un equilibrio stabile e portatore di armonia e sapienza. Oggi si parla ma non si ascolta. Anche nel quotidiano tutti siamo dotti nel parlare e facciamo finta di ascoltare il prossimo, senza mai entrare in vera comunione fraterna.  

Terza regola: “Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza”. La vera
religione e non quella prefabbricata dal consumismo attuale, così come la vita diogni singolo, non possono essere lasciate lontano dall’ascolto della Parola del Signore, bluffando con la sua messa in pratica e smerciando sofisticate falsità.L’autenticità del vangelo è stata ormai sostituita dalla parola dell’uomo.

Quarta regola: “Se qualcuno ritiene di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna il suo cuore…”. Non si può essere credenti o religiosi se non si mette riparo all’inganno prodotto dal cuore e dalla lingua sintonizzati sulle menzogne del demonio. Il vangelo insegna: “Sì, sì”, “No, no”. “Il di più viene dal maligno”.Una sola parola a volte basta per rovinare una persona o una comunità intera.

Quinta regola:
“Visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo”. Il cristiano che vuole partecipare alla salvezza del proprio spazio sociale non può ignorare i più deboli, i sofferenti, le persone rimaste sole. Oggi, in tempo di progresso civile ed economico, il male più grande risiede nella solitudine umana. Cinque regole d’oro che valgono non solo per riconoscere una religione contraffatta, ma per spianare la strada verso un nuovo tempo.

 

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Egidio Chiarella
www.egidiochiarella.it
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Autore
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