Lavoro, Cnel: +1 mln disoccupati 2008-2012. «Conseguenze sociali allarmanti»
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MILANO, 01 OTTOBRE 2013 - Nel Rapporto sul mercato del lavoro diffuso dal Cnel: «Tra il 2008 e il 2012 i disoccupati ufficiali sono aumentati di oltre un milione di unità ma l'area della difficoltà occupazionale registra un aumento di circa 2 milioni di persone. Un fenomeno con «conseguenze sociali allarmanti», come si puntualizza nel Rapporto.
Per il Cnel: «La sovrapposizione di un forte rialzo dell'offerta di lavoro accompagnato da una contrazione del numero di occupati ha determinato un incremento significativo della disoccupazione che ha superato il 12%. 'L'evoluzione del mercato del lavoro italiano suggerisce che parte dell'aumento del tasso di disoccupazione sia di carattere strutturale. Vi è il rischio che molti di coloro che sono stati espulsi dal mercato, o non sono neanche riusciti ad entrarvi, restino a lungo fuori dal processo produttivo. Il deterioramento del capitale umano legato alla persistenza ai margini del mercato determina una grave perdita per il lavoratore e per la società nel complesso».
In particolare, per gli esperti del Cnel: «La partecipazione è aumentata in modo non omogeneo anche dal punto di vista territoriale, con una crescita più marcata nel Mezzogiorno, dove nella maggior parte dei casi si è tradotta in un passaggio dallo stato di inattività alla disoccupazione. Si è quindi ulteriormente ampliato il divario tra Nord e Sud del Paese. Affiancando ai disoccupati anche gli inattivi disponibili a lavorare e coloro che ricercano non attivamente si ottiene una misura più ampia dei lavoratori che potrebbero essere inseriti nel circuito produttivo».
Il suddetto Rapporto, inoltre, sottolinea che: «L'offerta di lavoro potenziale così calcolata aumenta fra il 2008 e il 2012 di ben 900.000 persone, invece delle 550.000 della definizione standard delle forze di lavoro. Se nella definizione ufficiale l'aumento del numero dei disoccupati è di oltre un milione in quattro anni, l'area della difficoltà occupazionale in senso lato registra un allargamento ben più consistente, giungendo ad aumentare di circa due milioni di persone. Si tratta di uno spreco di risorse ingente, oltre che di un fenomeno le cui conseguenze sociali sono allarmanti».
In base alle stime fatte dal Cnel: «Per riportare il tasso di disoccupazione all'8% entro il 2020, il tasso di crescita del Pil dovrà superare il 2% all'anno. È quanto sostiene il Cnel nel Rapporto sul mercato del lavoro pubblicato oggi secondo il quale si tratta di "un target non eccezionale, ma oggi forse non alla portata del nostro sistema. L'Italia negli anni di crisi ha perso circa 750.000 posti di lavoro ma, se l'occupazione fosse diminuita quanto il Pil, le perdite sarebbero oggi pari a 1.870.000 occupati».
DATI ISTAT – Ai dati del Cnel, si aggiungono anche quelli allarmanti dell’Istat, secondo i quali: il tasso di disoccupazione giovanile (15-24anni) registra un nuovo record negativo, superando - in Italia - per la prima volta il 40%. Rispetto ad agosto il tasso è cresciuto di 0,4 punti percentuali su luglio e di 5,5 punti su base annua. Inoltre, è aumentato il tasso di disoccupazione nazionale che si portato al 12,2%, in progresso di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,5 punti nei dodici mesi. In particolare, ad agosto l’occupazione maschile si è contratta dello 0,4% in termini congiunturali e del 2,8% su base annua; quella femminile invece aumenta dello 0,5% rispetto a luglio e dello 0,4% nei 12 mesi. Il tasso di occupazione maschile si attesta al 64,7%, mentre quello femminile è al 47,1%.
EUROSTAT – I dati sulla disoccupazione giovanile in Italia trovano riscontro anche dalle stime Eurostat. In generale nell’Eurozona la disoccupazione giovanile ad agosto è salita al 23,7%: i disoccupati sono 26,6 milioni in tutta Europa, di cui 19,178 nell’Eurozona.
(Fonte: Ansa)
Rosy Merola [MORE]