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ROMA, 20 FEBBRAIO 2013 - I lavoratori di Equitalia non ci stanno e se la prendono con quei politici che parlano di “comportamenti vessatori e violenti, oppure legano l'attività di riscossione ad una serie di i suicidi con un legame di nesso causale che fa inorridire per l'opera di sconcertante sciacallaggio mediatico".
I sindacati dei dipendenti dell’agenzia con una lettera accusano "quegli stessi politici che oggi tanto inveiscono sulle regole della riscossione" e che in realtà "sono proprio gli autori delle leggi che regolamentano l'attività e che devono essere applicate senza margine di discrezionalità".[MORE]
I lavoratori di Equitalia si lamentano in particolare della strumentalizzazione del loro lavoro nella campagna elettorale in corso, poiché certe dichiarazioni che nello scritto vengono definite “irresponsabili” avrebbero portato a reiterati “atti violenti e criminali che i lavoratori e le sedi del gruppo continuano a subire anche in questi giorni", e chiedono: basta sciacallaggio.
Dall’inizio del 2011 ad oggi sarebbero circa 400 gli atti intimidatori giunti alle varie sedi di Equitalia, il più grave dei quali è sicuramente quello del 9 dicembre 2011 in cui il direttore generale Marco Cuccagna è rimasto ferito per l’esplosione di in pacco bomba.
Paolo Massari