Politica

L’assenza per sciopero considerata arbitraria da alcuni dirigenti scolastici

LAMEZIA TERME 21 MARZO - I Partigiani della Scuola Pubblica protestano contro  quei dirigenti scolastici che inveiscono  nei confronti degli studenti che denunciano qualcosa che non funziona o che si vorrebbe migliorare attraverso lo sciopero nel tentativo di aprirsi  al dialogo. Tali convinzioni scaturiscono dalla disamina della giornata di venerdì 15 marzo scorso quando i ragazzi di circa 1800 città, quasi 200 città italiane, hanno aderito ad uno sciopero globale  per chiedere  la tutela dell’ambiente  con il Friday for future. In quella occasione alcuni dirigenti scolastici hanno considerato arbitraria l’assenza per sciopero. I Partigiani ricordano che  lo sciopero, ex articolo 21 della Costituzione, è un diritto degli adulti, dei lavoratori e anche dei ragazzi, non solo perché sancito dalla   Costituzione, ma anche perché i ragazzi talvolta sono parte in causa e,  magari, hanno qualche idea da comunicare se qualcuno volesse ascoltarli.  

E la scuola  dovrebbe ascoltare i ragazzi quando manifestano un’idea di futuro da costruire diversamente. «Eppure in alcune scuole, come ad esempio nel  Polo Tecnologico di Lamezia Terme, - affermano i Partigiani -  alcuni dirigenti non intendono giustificare l’ assenza per sciopero e la segnano come assenza arbitraria arrogandosi il diritto di dire che lo studente quel dato giorno non ha avuto voglia di alzarsi dal letto e non è andato a scuola». Eppure questi dirigenti  dovrebbero sapere che la nostra Costituzione  riconosce il diritto di sciopero e la libertà di manifestare il proprio pensiero. «Ecco perché riteniamo – continuano i Partigiani - che l’azione di questi dirigenti va denunciata  perché  è contro ogni principio di educazione alla responsabilità, alla partecipazione, alla cittadinanza attiva».

Questi principi sono elementi che  gli stessi   dirigenti esigono che siano scritti nelle programmazioni dei docenti  ma poi vengono disattesi nei comportamenti spesso con la complicità degli stessi insegnanti. In teoria si indirizzano i ragazzi verso comportamenti che spesso gli stessi adulti disattendono  in quanto, quando essi si distaccano  dalla playstation o dal cellulare per fare qualcosa di buono,  c’è chi pensa addirittura di punirli nonostante a  scuola si parli di Cittadinanza e Costituzione sulle quali poggia la formazione dei ragazzi i quali ,purtroppo, nella realtà non possono avere spazi di discussione , di dissenso, di sensibilizzazione o di attenzione. «Come credono – si  chiedono  i Partigiani - di poter educare i ragazzi a una crescita socialmente consapevole se li colpevolizzano per aver voluto dimostrare il loro pensiero, se quel giorno – un giorno storico per molti aspetti, sul quale a scuola si dovrebbe dibattere, anziché ignorare – si dice loro che sono stati fannulloni?». 

Lina Latelli Nucifero