L'arte di Tinto Brass sorprende e affascina il '"Festival D'Autunno"
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CATANZARO 25 NOVEMBRE 2012 - Il Festival d’Autunno e il cinema, un incontro che non poteva mancare nella X edizione della manifestazione diretta da Antonietta Santacroce, dedicata alla donna. E l’attenzione, ieri sera al Teatro Politeama di Catanzaro, con “Eros e libertà” era per Tinto Brass, il regista che più di ogni altro nel corso della sua carriera ha dato grande importanza al mondo femminile. Una serata che in molti ricorderanno per aver messo in risalto la differenza tra l’immagine pubblica e privata di un personaggio che, in Italia, non ha raccolto quanto meritava grazie ad una critica spesso ostile.[MORE]
Riconoscimenti che, però, gli vengono tributati da colleghi come Quentin Tarantino che lo ha invitato a partecipare ad Hollywood al Festival del Cinema Indipendente. Ma non è l’unico caso. Basti pensare agli elogi ricevuti anche da Steven Spielberg che stravede per “Il disco volante”, il film che Brass ha girato nel 1964, con protagonisti Alberto Sordi, Monica Vitti e Silvana Mangano. Ad inizio serata, dopo una breve introduzione del direttore artistico Antonietta Santacroce e di Vito Santoro, moderatore della serata, alla presenza del Maestro, di Caterina Varzi, sua musa ermeneutica, e Katarina Vassilissa, il pubblico ha potuto assistere alla proiezione di “nEROSubianco”, suo settimo film, girato nel 1969. Il film scelto per questo appuntamento è un ideale manifesto di un’epoca e del pensiero di Brass ed è video-art allo stato puro. Supportato dalle musiche dei Freedom, band inglese voluta dallo stesso regista, che con i suoi testi trasgressivi, volutamente inseriti in italiano nei sottotitoli, imprime una forza maggiore alle immagini. La musica del gruppo riporta al periodo della rivoluzione giovanile, immergendo lo spettatore nella Londra di fine anni ’60, con un occhio attento anche agli avvenimenti accaduti in quegli anni nel mondo. Non solo trasgressione ed erotismo, come annunciato nel titolo. Questo film è l’esempio di un regista che anticipa i tempi e assume un valore cinematografico che supera ogni aspettativa. Subito dopo la visione di “nEROSubianco”, Vito Santoro, ordinario di Cinema e letteratura all’università di Bari, ha dialogato con i protagonisti della serata, svelando un artista che va al di là del cliché imposto dai media ed evidenziando il suo essere uomo di cultura, innovatore, perfezionista e abile conoscitore di ogni aspetto del modo di fare cinema. E’ stata una pacata conversazione durante la quale si scopre una immagine diversa da quella data nel pubblico da Brass. "Oggi, per me, è più interessante guardare la vita della donna e al tempo stesso mi affascina la coppia", afferma. Quell’uomo, apparentemente trasgressivo, è stato messo a nudo attraverso i racconti emersi. "Nella vita di ogni giorno è un uomo timido e gentile", ha detto Caterina Varzi, che ha parlato anche della gioventù difficile di Brass e dei cattivi rapporti che lui aveva con la sua famiglia.Santoro ha ricordato anche la moglie di Brass. E qui il regista veneziano assume l’espressione nostalgica di un uomo che ricorda la moglie, Carla Cipriani, che tanto ha amato e che tutti consideravano la sua giusta metà, tanto da chiamarla Tinta. "Sono stato legato a lei per oltre cinquant’anni. Abbiamo molto trasgredito nel nostro intimo. Tra noi c’era uno straordinario rapporto di complicità". Ha parlato anche di Giancarlo Fusco e Guido Crepax, suoi collaboratori in “nEROSubianco”, con i quali aveva ottimi rapporti di amicizia, oltre che di lavoro. "Di loro ho un ricordo indelebile. Non erano solo compagni di lavoro, ma anche ottimi amici", ha affermato. Il corto “Eros e libertà”, curato e montato da Claudio Bernabei, appositamente per il Festival d’Autunno, ha ripercorso attraverso le immagini di “Il disco volante”, “La vacanza” con Vanessa Redgrave, “La chiave” con Stefania Sandrelli, e “Senso 45” con Anna Galiena. E’ stato dedicato anche uno spazio particolare a Katarina Vassilissa con la proiezione di “L’uomo che guarda”. L’attrice, voluta e cercata da Brass per farle girare da protagonista “Il macellaio”, film mai ultimato, ora è tornata al suo primo amore: l’arte. Brass, sollecitato da Santoro, ha parlato anche del suo cattivo rapporto con le femministe, determinatosi soprattutto dopo aver girato “Paprika”. Caterina Varzi, autrice di “Ma io vedo più in là” biografia di Tinto Brass, il cui titolo è tratto da una frase di Ezra Pound, dopo aver raccontato il suo primo incontro con il regista e le successive collaborazioni, si è soffermata sul corto “Hotel Courbet”, ispirato al pittore francese Gustave Courbet, "in assoluto il preferito da Tinto", e al suo dipinto “L’origine del mondo”. Le poche immagini presentate mostrano l’attrice calabrese in alcuni momenti della sua giornata, commentate da brani diversi tra cui “Come un pierrot” di Patty Pravo.