L'Aquila quattro anni dopo: chi si è dimenticato?
Cronaca Abruzzo

L'Aquila quattro anni dopo: chi si è dimenticato?

sabato 6 aprile, 2013

L’AQUILA, 6 APRILE 2013 - ‹‹Erano mesi che facevano scosse, quella notte abbiamo dormito in macchina. Ho visto le case intorno al parcheggio crollare››, ‹‹Credo che la cosa più brutta sia stato il boato e poi la casa del vicino che vedevo attraverso il muro. Mi sono buttato dalle scale e ho visto il fumo davanti la chiesa››, ‹‹Dopo quella notte per due mesi ho dormito per terra: avevo paura di non arrivare in tempo alla porta e non sentire più nessuno in casa››, ‹‹Credevo di abitare in una casa al secondo piano, ma quando mi sono buttato dalla finestra mi sono accorto che era di un piano e mezzo››: sono passati quattro anni da quella tragica notte del 6 aprile 2009 quando, la città de L’Aquila, fu devastata dal potente terremoto che spazzò via 309 persone, ma nessuno che ha vissuto, direttamente o indirettamente, quel momento ha dimenticato. Molti altri sì.

Sono passati quattro anni eppure la città è uguale, quattro anni in cui in molti tramite documentari, come Draquila, tramite opere di ricostruzione in 3D, tramite l’apertura di Infobox o, semplicemente, tramite la loro voce hanno cercato di dare luce ad una città che non vede il sole da tempo, ma i segni indelebili del terremoto non sono stati portati via. Le opere di ricostruzione non sono mai state portate a compimento e sembrano abbandonare la città a se stessa, il sindaco Massimo Cialente non ci sta e annuncia: ‹‹Se a L’Aquila non arriveranno subito fondi e certezza di altri finanziamenti in modo tale che per il 2015 una parte del centro storico sarà ricostruito, l'Italia avrà condannato a morte la città e credo che gli aquilani si muoveranno per non far più parte dell'Italia. La prima cosa che chiederò è che si tolga il tricolore e che vada via il prefetto, come dire ci lasciassero morire in pace››. [MORE]

Devono arrivare 5,7 miliardi per poter dare un volto al centro storico de L’Aquila, un centro abbandonato a se stesso che sembra senza vita, sconfitto e scoraggiato come lo sono molti abitanti, che abbandonano la città in cerca di posti migliori e più sicuri per poter ricominciare a vivere: dopo quattro anni 22 mila persone sono ancora in cerca di una casa, circa 12 mila di queste sono nel progetto C.A.S.E (case antisismiche costruite come alloggi provvisori) e 2.700 sono nei progetti M.A.P (prefabbricati temporanei in legno) , ma ancora altri vivono negli alberghi della costa. La situazione sta diventando ingestibile e anche gli studenti che, dopo il terremoto, hanno deciso di studiare lì vivono fuori dal centro, altri ancora a Teramo che si trova a 40 minuti dal capoluogo. Il sindaco conferma in un appello al parlamento: ‹‹Vivere all'Aquila e' troppo difficile, posso chiedere alla gente il sacrificio di crederci e di avere fiducia, solo se possiamo vedere parte del centro storico e delle frazioni ricostruite entro il 2015, se invece diro' che si finira' per il 2024 tutti andranno via e L'Aquila nel 2018 fara' 35-40mila abitanti. Gia' sono andati via 3500 cittadini nell'ultimo anno››.

I cittadini, la Giunta regionale e il sindaco si ribellano al governo dal quale ci si aspetta un'attenzione più concreta alle problematiche de L’Aquila; nel frattempo i giudici si muovono per accusare i personaggi cardine di quella notte: la Commissione Grandi Rischi, condannata a 6 anni di reclusione per omicidio colposo, i nove tecnici accusati per il crollo della Casa dello studente, nel quale sono morti otto giovani, condannati quattro a 4 anni di reclusione, uno a 2 e mezzo e quattro assolti, oltre che il direttore del Convitto nazionale nel quale sono morti tre minorenni.

Per oggi la città è in lutto, ci saranno degli eventi promossi da Libera e dal Comune, ma l’ordinanza cittadina ha imposto, per tutta la città, le bandiere a lutto e i rispetto di questo drammatico momento da parte di tutti i cittadini. La fiaccolata di questa notte ha coinvolto 12 mila persone che alle 3:32 - ora del terremoto quattro anni fa - hanno sentito i 309 rintocchi in memoria delle vittime.

Erica Benedettelli

[immagine da Facebook.com; video da youreporter.it]

 


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