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CATANZARO 17 DICEMBRE 2012 - Si è conclusa piacevolmente, Sabato scorso, con "La vedova allegra" la X edizione del Festival d’Autunno presso il teatro Politeama di Catanzaro.
Un must dell’operetta, La vedova allegra, la più rappresentata fra tutte, è di Franz Lehár, su libretto di Victor Léon e Leo Stein, ed è suddivisa in tre atti ricchi di arie divenute celebri. La prima mondiale fu a Vienna nel 1905. Ma, l’operetta è stata contestualizzata ai tempi d’oggi, parlando attraverso codici quali ICI, IRPEF e IVA e omaggiando uno dei piatti tipici della tradizione catanzarese, “u morzeddhu” che si può gustare con una coppa di champagne, secondo la rivisitazione del versatile regista e interprete Umberto Scida, un vero e proprio animale da palcoscenico.[MORE]
Quindi, tra la leggerezza di “quel non so chè” estetico e i balletti tipici di fine ‘800, accompagnati da arie allegre e briose, si è andata mescolando, senza forzature, la lingua francese con quella italiana con accenni alla lingua calabrese.
Bellissimi i costumi d’epoca, tra tight per gli uomini e la linea “S” che intensifica la femminilità alle donne che hanno indossato gonne larghe e corpetti di pizzo, tutto impreziosito da lustrini, piume e paillettes.
Chi non conosce la trama de La vedova allegra. Ambientata nella Francia a cavallo tra l’800 e il ‘900, viene messa in scena, quella borghesia francese e austriaca che parla di politica alle feste da ballo, che è impegnata con faccende d’amore, legate a gelosie e tradimenti e che riserva grande spazio per le risate e per il divertimento. Il Barone Zeta (Armando Carini) ambasciatore del Pontevedro a Parigi, riceve l’ordine dal proprio governo di far risposare la signora Hanna Glavari (Elena D’Angelo) giovane vedova del banchiere di corte, con un compatriota. Aiutato dal buffo e divertente collaboratore Niugus (Umberto Scida) il Barone tenta di convincere il Conte Danilo Danilowich, segretario all’Ambasciata di Parigi, a sposare la milionaria vedova. Ma Danilo non vuole saperne, in quanto c’era stato già qualcosa tra di loro in passato. Il Conte, ferito nell’orgoglio, non ammette di essere ancora innamorato di Hanna. Ma, una serie di eventi provocati da Njegus, porteranno a sviluppi inaspettati.
Il gruppo della “Compagnia Italiana di Operette” lavora insieme dal 2006 ed è affiatato, tanto che si è lasciato andare a gesti di compiacimento e di affetto dietro le quinte (solo chi sedeva in barcaccia adiacente al palco ha potuto gustare questo simpatico retroscena). Dopo il can can ironico e seducente, il pubblico ha accompagnato con canti e applausi “E’ scabroso le donne studiar” che ha chiuso l’operetta e il Festival d’Autunno che quest’anno ha reso omaggio alla donna in tutte le sue sfaccettature, con i suoi colori e i suoi molteplici caratteri, grazie ad una donna, nonché direttore artistico del festival, Antonietta Santacroce.
Maria Giorgia Vitale