La vecchiaia al centro del romanzo "Il terzo tempo" di Lidia Ravera
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La vecchiaia al centro del romanzo “Il terzo tempo” di Lidia Ravera presentato all’ Uniter di Lamezia Terme
LAMEZIA TERME (CZ) 7 NOVEMBRE - Il tema della vecchiaia viene affrontato in tutte le sue angolazioni nel romanzo “ Il terzo tempo” di Lidia Ravera presentato all’Uniter di Lamezia Terme, presieduta da Italo Leone, in occasione dell’inaugurazione del suo 29° anno accademico. In apertura di incontro, la vicepresidente dell’Uniter Costanza Falvo D’Urso ha tracciato un profilo biografico e culturale di Lidia Ravera, assessore alla Cultura nella Regione Lazio ed autrice, in età giovanile, del volume “Porci con le ali” insieme a Marco Lombardo Radice, di cui sono state vendute oltre 2 milioni e mezzo di copie assurgendo a simbolo di emancipazione della donna e liberazione dai secolari stereotipi che adombrano la sua esistenza. [MORE]
In particolare la vicepresidente ha messo in luce il forte spirito di autonomia che ha connotato l’esistenza della sessantottina e femminista Lidia Ravera, vissuta per un periodo in una Comune, durante il quale ha maturato delle esperienze che hanno lasciato un segno tangibile nel suo nuovo lavoro “Il terzo tempo”. Titolo che rimanda ad una terminologia in voga nel rugby per indicare il momento conviviale che i compagni di squadra trascorrono insieme alla fine della partita, momento paragonabile a quello della vecchiaia quando « gli atti necessari che riassumono una vita li hai vissuti e quindi puoi finalmente inventare». « La vecchiaia - per Lidia Ravera - è una conquista, è un tempo portatore di meraviglia, un tempo in cui non si deve smettere di studiare, di imparare, di rischiare, di avventursi perché non c’è scadenza».
Ed il libro “ Il terzo tempo” intrigante, indiscreto e talvolta sfacciato è dedicato proprio alla vecchiaia che va vissuta con stile e con il desiderio di rinnovarla e cambiarla liberandosi dai clichè, che impediscono alle donne di essere se stesse, senza ricorrere ai ritocchi estetici per essere accettate pienamente da una società dove diminuiscono le nascite ed aumenta il numero delle persone anziane. L’Italia è al secondo posto dopo il Giappone per aspettativa di vita che si accresce ogni anno di qualche mese. Pertanto il romanzo di Lidia Ravera ci sprona a liberarci dalle mentalità distorte e a guardare in faccia la verità senza fingere, né mentire e levarsi gli anni. Ciò è possibile se prendiamo l’esempio dalla protagonista del romanzo Costanza, donna originale e stravagante, sessantaquattrenne che vive intensamente la vita in cerca della felicità fino alla fine tanto che, quando eredita dal padre un ex convento a Civita Bagnoreggio, raduna i suoi cinque compagni di gioventù per realizzare una Comune, condividere gli affanni e invecchiare in gruppo progettando il futuro. La storia di Costanza, che si arrichisce di altre storie, esprime il bisogno di emancipazione e il diritto delle donne di invecchiare senza dover dimostrare di avere vent’anni per tutta la vita a differenza degli uomini che, invecchiando, diventano più affascinanti e non sentono la necessità ritoccare i i lineamenti, stirare le rughe, combattere con il contorno degli occhi perché la società non lo esige ponendoli quasi su un piedistallo e su un piano di superiorità rispetto al genere femminile.
La vecchiaia – secondo Lidia Ravera – avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte del governo che si preoccupa soltanto di alzare l’età pensionabile e non di politiche senili finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita degli anziani bisognosi di efficaci interventi, di maggiori mezzi economici per potersi curare e per poter soddisfare le proprie esigenze. In tal direzione «in Italia – ha affermato Lidia Ravera - non esiste un Ministero delle Politiche Senili».
Lina Latelli Nucifero