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ROMA, 6 GIUGNO - La tortura fa ora parte del codice penale, ed è punibile con dieci anni di carcere e dodici se il colpevole è un pubblico ufficiale. La decisione della camera non è avvenuta senza scontri e polemiche: per la sinistra, infatti, ciò che si è stabilito intorno a questo reato è troppo poco, mentre per il centrodestra e Forza Italia è troppo.[MORE]
Gli schieramenti politici che hanno dato il loro sì per l'approvazione della legge sono Ap e Pd; il no è stato dato invece da Lega, Fdi e Fi. Gli astensionisti sono stati M5S, Sinistra Italiana e Mdp.
Per quanto riguarda i pubblici ufficiali sono state approvate delle misure speciali, che consentono di non essere condannati se le sofferenze della vittima derivano “dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti”. Se però non dovesse esserci questa condizione, allora la pena aumenterebbe da dieci a dodici anni.
In caso di morte della persona che ha subito violenze fisiche, la pena si inasprisce ancora di più: se il decesso non è voluto si rischia fino a trenta anni di carcere, mentre se le torture hanno la finalità di togliere la vita alla vittima si rischia anche l'ergastolo.
Le critiche sono state molte. Tra queste quella di Amnesty International, che ha commentato: “Non è una buona legge, ma è un passo avanti”. Anche il M5s ha voluto dire la sua, affermando che “Non sono riusciti ad approvare una legge che punisca per davvero il reato di tortura. E’ un giorno amaro”.
Chiara Fossati
immagine da lastampa.it