La Settimana Santa al tempo della pandemia
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«Ci stiamo avvicinando sempre di più alla Settimana Santa, centro di tutto l’anno liturgico, con il cuore grato al Signore perché quest’anno possiamo celebrarla in condizioni più favorevoli rispetto allo scorso anno».
Inizia con queste parole la riflessione di Don Pino Latelli, parroco in solido della Parrocchia del Carmine di Lamezia Terme, sulle celebrazioni della seconda Settimana Santa nel tempo del Covid ancora segnata pesantemente da limitazioni e difficoltà.
«Infatti – afferma il sacerdote - il dramma della pandemia del Covid -19 anche quest’anno porterà molti cambiamenti al tradizionale modo di celebrare i riti della Settimana Santa.
La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, in una nota inviata ai vescovi e alle Conferenze episcopali di tutto il mondo, ricorda che «in molti Paesi sono ancora in vigore rigide condizioni di chiusura che rendono impossibile la presenza dei fedeli in chiesa, mentre in altri si sta riprendendo una più normale vita culturale».
Nel testo si afferma che «l’uso dei social media ha aiutato molto i pastori ad offrire sostegno e vicinanza alle loro comunità durante la pandemia». La nota della Congregazione prosegue ricordando che resta ancora valido il Decreto emesso dal Dicastero su mandato di Papa Francesco il 25 marzo 2020.
Valgono dunque le indicazioni dello scorso anno per le celebrazioni della Domenica delle Palme, del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e della Veglia Pasquale. La celebrazione della
Domenica delle Palme si dovrà svolgere «all’interno dell’edificio sacro», mentre per il Giovedì Santo si stabilisce che «si ometta» la lavanda dei piedi, già facoltativa. Non verrà effettuata neanche la processione conclusiva e il Santissimo Sacramento verrà custodito nel tabernacolo.
Durante la preghiera universale del Venerdì Santo, sarà cura dei vescovi «predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di disagio, i malati, i defunti». Modificato anche l’atto di adorazione alla Croce. Il bacio, come si specifica nel decreto del 25 marzo del 2020, «sia limitato al solo celebrante». Per quanto riguarda la Veglia Pasquale, si chiede infine che sia celebrata «esclusivamente nelle chiese Cattedrali e Parrocchiali» e che per la liturgia battesimale «si mantenga solo il rinnovo delle promesse battesimali». Le decisioni sono state prese nel rispetto del bene comune e della salute pubblica.
Sarà possibile partecipare regolarmente alle celebrazioni ma solo nel pieno rispetto delle norme anticontagio. Per evitare assembramenti e situazioni di rischio, la Diocesi di Lamezia Terme ha già comunicato che saranno trasmesse in diretta tutte le celebrazioni del Triduo Pasquale attraverso i mezzi di comunicazione sociale e precisamente su Esse Tv canale 112, 512 o 603 e pagine Facebook della Diocesi.
Le misure restrittive, volte al contenimento del contagio da Covid, non impediranno, dunque, lo svolgimento di questa ed altre celebrazioni proprie del tempo della Settimana Santa, ma costringeranno a rinunciare ad alcuni eventi della tradizione e della pietà popolare di Lamezia Terme e dei paesi dell’hinterland.
Anche quest’anno non si svolgeranno, infatti, la processione della Domenica delle Palme, la lunga processione del Venerdì Santo dei “Mistiari” a Sambiase, tradizione che risale al 1600, e il secolare rito dei “Vattienti” di Nocera Terinese che ogni anno richiama migliaia di visitatori e molti studiosi di tutto il mondo.
Considerando che dal 3 al 5 aprile tutta l’Italia sarà zona rossa, non sarà possibile per migliaia di fedeli nicastresi recarsi nel pomeriggio di Pasqua in pellegrinaggio alla chiesa della Veterana nel quartiere storico San Teodoro, un rito secolare che si rinnova di anno in anno.«Tuttavia, - conclude il parroco - anche se dobbiamo rinunciare a tante consolidate tradizioni, a differenza del totale lockdown che abbiamo vissuto con sofferenza nella Settimana Santa di un anno fa, almeno quest’anno avremo la gioia di vivere in maniera comunitaria le celebrazioni liturgiche.
La situazione è migliore rispetto a un anno fa, ma non siamo ancora ritornati alla normalità. In questo particolare momento storico la vittoria di Cristo è speranza di vittoria sulla disperazione e sulla paura, sulle notti buie e sulla disperazione, sulle preoccupazioni e sulla rassegnazione. La vittoria di Cristo è garanzia che torneranno al più presto i tempi della vicinanza, dei sorrisi e degli abbracci che scaldano il cuore e torneranno i tempi della normalità».
Lina Latelli Nucifero
Foto; Don Pino Latelli