La rimborsopoli lombarda, pervenuti gli avvisi di chiusura indagine per le spese pazze
Politica Lombardia

La rimborsopoli lombarda, pervenuti gli avvisi di chiusura indagine per le spese pazze

giovedì 6 marzo, 2014

MILANO, 6 MARZO 2014 - L’operazione, gestita dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano, si chiama «Mon Cherì» e di dolce ha davvero poco, almeno per noi cittadini. Difatti in queste ore la GdF ha notificato 65 avvisi di chiusura delle indagini per 9 assessori e 55 deputati regionali in merito allo scandalo dei rimborsi al Pirellone.

I politici lombardi indagati, hanno agito durante la VIII e IX legislatura, ovvero nell’era Formigoni, portando fuori dalle casse della Regione Lombardi, illegalmente, circa 3 milioni di euro, tramite richieste di rimborsi che poco hanno a che vedere con la loro attività politica.

A rischiare il rinvio a giudizio sono quindi 31 consiglieri del Pdl, 23 della Lega, 5 del Pd, due dell’Udc e uno per Sel, Idv e Partito dei pensionati.

Tra i rimborsi “scandalosi” della politica lombarda ci sono i 61 euro di Alessandro Marelli (Lega) e i 162 ottenuti da Giovanni Bordoni (Pdl) per spese alimentari, ovvero prodotti di macelleria e salumi tipici della Valtellina.

C’è anche il necrologio per la scomparsa della madre di Silvio Berlusconi, fatto pubblicare nel febbraio 2008 con un costo di 190 euro da Guido Boscagli, capogruppo del PDL in Regione in quegli anni.

Poi, come ci si aspettava, tantissimo denaro pubblico speso, soprattutto in periodo natalizio, per la tecnologia. Così i deputati lombardi si facevano rimborsare spese per PC, iPad, iPhone, macchine fotografiche, tv di ultima generazione.

Anche il trota, Renzo Bossi, è finito nel mirino della Guardia di Finanza. Il figlio di Umberto Bossi ha ottenuto rimborsi per 15.757,21 euro con i quali ha pagatoe una spremuta d’arancia e brioche farcite (3,30 €), caramelle e salatini (18,05€), una Red Bull e le sigarette (17,85€), ma anche un tv color da 32 pollici (428,90 €), iPad, iPhone e accessori vari (1.515€), un rilevatore di autovelox, tutor (188,90€), due spazzolini con nome, un frigorifero (159€) e una cena al «Ristorante del bolognese » per 11 persone (850€).

Poi c’è chi con i soldi dei contribuenti ci pagava delle dubbie consulenze e dei fastosi pranzi. E’ il caso di due deputati del Partito Democratico della Regione Lombardia: i capigruppo Guido Galperti e Carlo Porcari. Il primo ha speso 41.612,27 euro andati al Pd, 21mila dei quali per un progetto di comunicazione, quasi 600 per «pasticceria e dolciumi» e 15mila per una consulenza in «materia di politiche abitative».

Più buongustaio il secondo, l’onorevole Porcari, che ha ottenuto rimborsi per 239.870,68, utilizzati per con centinaia di commensali, ma anche spese per 24,1 kg di salami e 14 di cotechini (391 euro) e perfino 8,62 euro per le aspirine, cui si aggiungono 16 mila euro per due ricerche sulla situazione economica e sociale del cremonese.

Rischia il rinvio a giudizio anche Nicole Minetti, l’ex deputata regionale già condannata in primo grado dal Tribunale di Milano nell’ambito del processo Ruby bis a 5 anni di reclusione con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione. [MORE]

Sergio Sulmicelli

foto da direttanews.it

 


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