La primavera del Kunstahaus Tacheles. Dopo 48 ore di assedio la galleria berlinese riapre le porte
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BERLINO, 24 MARZO 2012 - Oggi intorno alle tredici le porte della Galleria Tacheles di Berlino si sono riaperte dopo 48 ore di assedio da parte della squadra di sicurezza che opera per conto della banca propietaria HSH Nordbank. Giovedì scorso, intorno a mezzogiorno, una ventina di addetti alla sicurezza avevano irrotto nell’edificio e, dopo aver atteso che l’ultimo visitatore abbandonasse la Kunsthaus, hanno chiuso l’entrata principale ed ogni accesso al palazzo. Gli artisti e gli artigiani presenti negli ateliers in quel momento, circa una decina, sono rimasti bloccati dentro la Galleria fino ad oggi, gli altri hanno aspettato con ansia di poter tornare in possesso dei propri lavori e del disritto di lavorare.
Per avere un responso da parte del tribunale si è dovuto aspettare ieri mattina, venerdì 23, quando l’ufficiale giudiziario ha valutato il caso e dichiarato illegale l’occupazione dell’edificio da parte del personale della sicurezza ed ordinato che gli stessi abbandonassero la casa e riaprissero la Galleria agli artisti ed al pubblico. Intorno alle 18 di ieri pomeriggio si era già iniziato a festeggiare: la portavoce della Galleria, Linda Cerna, insieme agli altri rappresentanti del Tacheles hanno tentato di riaprire l’ingresso, ma una spranga che ostruiva il portone dall’interno lo ha impedito. [MORE]
La riapertura ufficiale è stata quindi rimandata alle 10 di questa mattina, quando il folto gruppo di sostenitori, che da giovedì ha dimostrato solidarietà e forte partecipazione per la causa del Tacheles, si è nuovamente riunito in attesa della riapertura delle porte. Sul posto c’erano ancora cinque camionette della Polizia, che vigila su Oranienburgerstrasse da giovedì. Il Tacheles in realtà è stato riaperto solo 3 ore dopo, ci sono stati momenti di tensione poiché la security non accennava ad abbandonare l’edificio come invece pattuito anche con la polizia. Nel corso della mattinata numerosi sono stati gli scambi tra Linda Cerna e l’avvocato difensore del Tacheles, gli unici a poter aver accesso all’interno, ed il personale della security che occupava il piano terra.
Poco prima dell’una l’atmosfera inizia a scaldarsi, alcuni sostenitori iniziano ad urlare alla sicurezza di andarsene, di abbandonare l’edificio, ne nasce uno scontro fisico che termina con un fermo a carico di un dipendente della sicurezza. Da lì a dieci minuti le porte del Tacheles si riaprono. Immediatamente gli artisti salgono ai propri ateliers a controllare che nulla sia stato danneggiato, cosa che invece si scopre subito. Una portone interno dell’edificio, quello che dall’androne delle scale da accesso alle sale del secondo piano, una vera opera d’arte, è stato completamente sventrato, e al momento non si sa se ci siano stati altri danni. Le persone rimaste bloccate nell’edificio stanno bene e possono finalmente riprendere a lavorare senza la minaccia della presenza della sicurezza.
Il Tacheles oggi vive una giornata importante, artisti e visitatori hanno già rimesso in vita le sue sale, c’è grande emozione, grande voglia di riappropriarsi di spazi e tempo che in questi giorni sono stati rubati e violati. È una vittoria importante che rigenera le forze per portare avanti questa battaglia. Ora ci si aspetta una risposta della banca HSH Nordbank e degli investitori che hanno interessi commerciali nella zona della città in cui si trova il Tacheles. L’allerta non scende ma una conquista c’è stata.
La Galleria Tachleles rinnova l’appello di sostegno tramite la campagna di email di protesta dal blog Kritikdesign
Claudia Di Giacomo