La notte piccante a ridosso della festa della Madonna di Termine, aiutateci a spostarla
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Riceviamo e pubblichiamo
Catanzaro 13 agosto 2011 - La notte piccante a ridosso della festa della madonna di termineUna comunità sorda , che non vede oltre la fontana della nocella, che si isola dal sistema nazionale, europeo e globale, che non si accorge delle minacce esterne della droga, alcool , dal gioco d’azzardo , della disoccupazione giovanile, dell’abbandono degli studi da parte dei giovani e tant’altro e in particolar modo dal forte grido di confronto , dialogo da parte di spazioKultura ed altri che gridano :[MORE]
E tempo di svegliarci dal letargo
E colgo il grido lanciato da vincenzo marino per questa e tante altre problematiche di non solo amministrazione che minano la nostra comunità Vincenzo dice: Spostiamo la Notte Piccante
Da ormai qualche anno il Comune di Catanzaro organizza un grande evento, "La notte piccante", che nelle sue varie edizioni ha conivolto migliaia di persone provenienti da tutta la Calabria.
Negli anni precedenti tale serata è coincisa con la fine dell'estate e dunque l'inizio dell'autunno, mentre quest'anno la nuova amministrazione ha pensato di anticiparne la realizzazione. La notte piccante, edizione 2011, si terrà infatti sabato 10 settembre. Fin quì tutto tranquillo e legittimo se non fosse che lo stesso 10 settembre si celebra a Pentone la Festa della Madonna di Termine ed in particolar modo è previsto l'esibizione di Eugenio Finardi. Voi direte cosa significa, ma è semplice: le persone, i catanzaresi in particolare, parteciperanno alla Notte Piccante o al concerto di Eugenio Finardi?
Il rischio vero è che la festa a Pentone sia solo per pochi intimi, magari noi paesani, ed invece escluda completamente Catanzaro e i paesi limitrofi con gran danno sia d'immagine che economico. Come se non bastasse l'indomani mattina è previsto a Pentone il pellegrinaggio per i monti che a questo punto rischia anch'esso di vedere una partecipazione ai limiti storici.
Considerando che la devozione alla Madonna di Termine appartiene tanto ai pentonesi quanto a tutte le zone limitrofe compreso Catanzaro, non era opportuno tenere in considerazione le varie date ed evitare la contemporaneità degli eventi?
Ogni giorno sono tantissimi i fedeli che fanno visita al Santuario della Madonna di Termine, a dimostrazione che la devozione non ha località predefinite, ma certamente in questo caso l'amministrazione comunale di Catanzaro poteva e doveva fare di più. Tutti sanno quando "cade" la Festa della Madonna, ma possibile che in sede di programmazione nessuno se ne sia ricordato?
A peggiorare la situazione poi, secondo me, c'è anche il silenzio delle istituzioni pentonesi che finora non hanno mosso un dito, sebbene loro richiesto, per segnalare quanto meno il loro malcontento per questa scelta infelice. Bisognava intervenire per tempo cercando di scongiurare questo accavallamento di date che Pentone sicuramente pagherà, ma probabilmente tra tante cose da fare nella calura estiva i nostri rappresentanti hanno dimenticato di tutelare il proprio paese rispetto, io credo, ad un abuso bello e buono, soprattutto perchè Pentone divide S.Elia con Catanzaro e quindi la parentela territoriale è tale che una simile amnesia non è assolutamente accettabile.
Visto allora che le istituzioni tacciono dobbiamo essere noi semplici cittadini a prendere in mano la situazione. E' mia intenzione infatti scrivere una nota di malcontento al Comune di Catanzaro segnalando questa cosa, ma perchè quest'iniziativa sia "forte", credo che sarebbe opportuno accompagnarla anche con una raccolta firme, che evidenzi il sentimento popolare di contrarietà. Tutti insieme chiederemo di spostare la Notte Piccante e anche se ciò non fosse possibile almeno daremo un segnale di presenza e non di passività come finora abbiamo fatto.
Un segnale forte non solo per questa urgenza ma per tante altre di cui ritengo giusto si debbano affrontare.
Conoscitore esperto della rete informatica e di come più o meno un utente iscritto in un social network possa gestire i rapporti con gli interlocutori internauti ritengo affermare che tali mezzi quali facebook , twitter e blog vari permettendo la pubblicazione di documentazione , FOTO, VIDEO , LINK, si dà la possibilità più o meno agli amici di condividere tutto lo spazio interno ed esterno dei contenuti ma è anche pur vero che l’utente (ovvero AMICO ) è facilmente oscurabile premendo il tasto NASCONDI, nel caso di facebook e quindi quell’amico a cui si è accettata la possibilità di interloquire e condividere esperienze , testi e foto , lo si IGNORA o il suo profilo lo si gestisce per gli scopi e usi più disperati e vari, a seconda anche della convenienza del momento.
Comprendo molto bene che quanto esprimo per iscritto a molti non interessa , e anche se mi si dice che sono lunghe le mie osservazioni , rispondo dicendo che certamente concetti quali i disaggi sociali, quale droga, furti, famiglie allo sfascio un cattolicesimo di solo apparenza quando è il caso e nelle grandi occasioni, la qualità della vita, il vivere in una comunità e tanti altri temi che si affrontano , si possano esternare e ritenerne Valido ed esauriente esprimere e sottoscrivere con metafore o aforismi temi di una certa Valenza sociale o piccoli convegni dove solo i cattedranti esprimo unilateralmente le loro riflessioni negando alla platea un ceno di contenzioso e replica. E non solo, anche se i tempi e il luogo non lo permettono vi sono mille modi di ampliare gli argomenti riproporsi nella discussione e male che vada i tempi e le opportunità che offrono i blog e i social network sono veramente illimitati.
Quindi la prima riflessione e quella di domandarvi : che significato ha quando si ha alla lista 500 AMICI di cui solo tre o quattro ti ascoltano, e gli altri 496 sono solo dei guardoni , persone che vogliono saper e non far saper ,amanti del chiacchiericcio e del pettegolezzo, persone inoperose e sedentari sia nel movimento corporale ma in particolar modo quello intellettuale , dove l’ozio e sovrano?
Il nostro paesino lo conosciamo tutti Molto bene e l ’apparenza tranquilla della vita che ci circonda NON PUO’ essere sottovalutata , neanche eccessivamente esasperata, ma Certamente Deve essere esaminata , valutata, contemplata , apprezzata, determinata e fonte di giudizio perizia e stima.
Il primo istinto a determinati eventi , modi di fare, situazioni particolari e tanto altro è quello di mandare tutto al Diavolo, chiudersi in se stessi, eventualmente proteggere la tua di famiglia da eventuali attacchi esterni ed interni, stare in Silenzio come quasi tutti fanno, e stare nella speranza che quella tranquillità , serenità che ti accompagna quotidianamente , non venga IMPROVVISAMENTE turbata da effetti collaterali che purtroppo quando avvengono ti travolgono come un terremoto alle 3 del mattino in pieno sonno. L’ORA DEL BARATRO.
La morte di mio Padre effettivamente ha inciso notevolmente sul mio carattere e modo di pensare , certamente ha portato tanto dolore e sofferenza, ma la MORTE in se stessa ha avuto un stravolgimento ideologico Totale, ovvero la Morte vista come gioia, una transumanza ad una Vita Nettamente migliore e un Testamento di Vita verso le generazioni che rimangono al quale deve far riflettere.
Pertanto oggi certamente ed istintivamente era meglio stare ZITTI. Ma il tuo blog caro Vincenzo dopo mesi di duro impegno per raggiungere mete programmate e fermatomi per una breve vacanza , purtroppo il mio cervello non riesce a stare fermo continuamente stimolato dalla famiglia , dalla tecnologia, dal lavoro, dagli amici e Nemici , parenti e serpenti, e quant’altro , ho ripreso a scrivere e pormi alcune domande non solo dal punto di vista del settore amministrativo ma anche religioso, kulturale , globale. E mille domande mi gironzolavano in testa , e ad ogni domanda le risposte sono tante e una diversa dall’altra.
E come sostengo , quando si sogna da soli dovrebbe essere solo un sogno ma tale non è e non è neanche la realtà .
Si discute con mia moglie , si cerca di dialogare con i figli e suoceri , padre e madri, ma la Realtà e il dialogo nonché la conoscenza e la maturità dei soggetti prima detti ovvero INTERFAMILIARE possa dare le risposte GIUSTE, CORRETTE , o Orientativamente guidarci su una Strada Sana , Felice, Coesa.
Pertanto ecco la necessità di trovare esternamente ed in particolare anche nel campo religioso risposte, in quanto NON C’E’ PIU’ IL FUTURO DI UNA VOLTA , e la domanda che vi pongo qual’è il futuro dell’uomo dei nostri figli nel ventunesimo secolo ?
La rivoluzione dei ritmi di vita avvenuta nell’ultimo decennio è la più veloce mai registrata nella storia dell’uomo. La vita a ciclo continuo, i negozi aperti 24 ore su 24, il villaggio globale di Internet che ci dà la possibilità di produrre quando, quanto e dove vogliamo, l’eliminazione degli orari fino al forno a microonde che ci fa risparmiare tempo ecc. sono sinonimo di libertà, purché non si diventi, di nuovo, schiavi di un modello imposto dall’esterno e si cada in una crisi di identità.
Il modo in cui gli uomini del passato e qui mi rifaccio a mio Padre ed ai Padri dei ns. Padri hanno concepito e vissuto il tempo è un percorso privilegiato ai fini della comprensione della loro società di appartenenza.
Con l’invenzione della domenica, si è data una linearità al tempo; il tempo diventa una posta in gioco nella società.Il tempo del lavoro, delle lotte sociali. Il tempo assume un valore politico, di potere.
Una volta che ci siamo faticosamente ritagliati uno spazio di tempo libero questo ci appare inesorabilmente vuoto e lento.
Al tempo tradizionale, quello del contadino, discontinuo e casuale, è subentrato il tempo calcolato, fatto di efficienza, puntualità, che è il frutto di un’organizzazione determinata dall’industrializzazione.
E’ Il tempo di dare risposte anche a quella parte di società politica, cattolica, laica, contadina, professionale, intellettuale che con l’arte del Silenzio omertoso crea solo degrado, inefficienza e sintomi di grandezza maniacale dove
"qualsiasi nostra peggiore idea è sempre meglio della loro migliore idea!!"
E quindi bisogna tutti insieme tramite testate giornalistiche, blog , social network Gridare ad alta voce , e come insegnava un grande lettore teologico della ns comunità , quando le persone gridano i cuori sono lontani , ma purtroppo nella ns comunità alcuni devono urlare perchè la comunità è sorda, è dormiente, non accetta che qualcuno possa pensarla diversamente anche se tende la mano e accoglie come il figlio prodigo l’altro , il diverso e ne sacrifica l’agnello grasso.
Ma a Pentone mangiato l’agnello e a pancia piena accompagnato da un buon bicchier di vino , anziché dimenticarsi del passato, e rimanere amici , si fomentano sotto le brace , rivendicazioni , oddii e dissapori, e come la volpe quando è sazia dice che l’uva è acerba («Nondum matura est, nolo acerbam sumere»)
Oggi viviamo nell’era della tecnica, che è la forma più alta di razionalità finora raggiunta dal genere umano; ma, per paradosso, ci troviamo davanti un modello di razionalità che non ha scopi, che ha spezzato il rapporto mezzo/fine, che produce cose solo in vista del proprio potenziamento.
Più le società sono complesse e più l’irrazionalità deve essere schiacciata.
Invece, la tecnica ci scaraventa, per la prima volta nella storia, in un tempo senza scopi.
E allora come meravigliarsi che l’uomo perda il senso della vita, del lavoro, degli affetti, dell’agire?
Con l’irrompere della tecnica si sono annullati i simboli, per questo si va dal guru o dall’oroscopista. Weber diceva che l’uomo una volta moriva sazio della vita, oggi stanco della vita, perché non controlla più niente.
Sembra che la supremazia dell’attività mentale, cerebrale, manipolatoria, vada di pari passo con un’atrofia emozionale.
Alcuni sociologi, con un’espressione un po’ forte, dicono che oggi si assiste alla morte del presente.
Fino a 10-15 anni fa, il passato, sotto forma di memoria, di esperienza, era un punto di riferimento costante nella formazione di un giovane, mentre il futuro, come programmazione di sé, veniva avanti lentamente.
La conseguenza era che, nel presente, per un po’ si “stazionava”; era possibile cioè proiettarsi con calma verso la carriera, il matrimonio ecc. Oggi invece il presente è un punto che subito muore, il futuro viene avanti rapidamente mentre il passato non ha più contenitori che lo tramandino almeno sotto forma di esperienza.
Molti adolescenti, sottoposti agli stimoli ed allo stress di una vita così veloce, riescono a proteggersi cercando un rifugio (anche in un rapporto uno a uno con il computer o ascoltando in cuffia la musica) chiudendosi nel loro “tempo circolare”; per ritrovare così una sorta di equilibrio interiore. “Il tempo è la più grande perversione del secolo.
La gente corre dietro agli attimi e non si accorge che è la propria esistenza che se ne va”
Tutti noi guardiamo la televisione, non solo perché siamo pigri e passivi, ma perché siamo al mondo; che nella televisione, e non altrove, ha la sua piu estesa e completa descrizione. Religione, politica, mercato, guerra, gioia, dolore, morte sono descritti lì e da lì impariamo come si governa, vende, compra, soffre: allo stesso modo di come, un tempo, queste cose si apprendevano dall’ambiente in cui si viveva (tradizioni, esperienza degli anziani, viaggi ecc.).
La televisione è il più potente mezzo inventato dall’uomo (più forte di ciò che nelle varie epoche hanno rappresentato i templi dell’antichità, la cultura orale, la pittura, la scrittura, la radio ecc.), parla sempre ex cathedra anche se vengono rispettati i principi di democrazia.
Il rischio cui involontariamente andiamo incontro, noi che siamo così lontani dalla cultura contadina, è di confondere la “realtà” del mondo con il “racconto” del mondo che fa la televisione.
A volte sorgono complessi di inferiorità semplicemente perché non facciamo colazione come la famiglia modello della pubblicità; involontariamente abbiamo appreso quella “realtà felice”e soffriamo di questa “inadeguatezza”. Certi personaggi televisivi li sentiamo “amici” anche se, in un ipotetico incontro con loro, questi cadrebbero dalle nuvole e noi vedremmo un’altra realtà. “Dato che un uomo politico non crede mai in ciò che dice, resta sorpreso quando gli altri ci credono”
Sappiamo che ci diverte tirare calci ad un pallone con gli amici, ma sono passati 10 anni dall’ultima volta e non ci spieghiamo il perché. Abbiamo dedicato le nostre energie ad altro.
A cosa? Io dico che siamo membri di una strana specie che dedica le proprie energie a salire la scala del successo allo scopo di fare soldi per comprare cose che non servono e impressionare persone che lasciano indifferenti.
Si sottovaluta anche la grande importanza del proprio territorio della stirpe, clan, classe, colleghi di lavoro. Il successo del volontariato risponde anche ad un bisogno insoddisfatto di contatti, di intimità, di superare il senso di alienazione e solitudine, di estraneità causati dal dissolvimento delle famiglie, della frattura fra generazioni, dalla rapida urbanizzazione, dalla scomparsa della vita paesana.
Da una parte c’è il desiderio di forza, successo adeguatezza padronanza competenza per affrontare con fiducia il mondo; dall’altra abbiamo il desiderio di reputazione o prestigio di una posizione sociale, fama, gloria, dominio e importanza.
La felicità esiste, non perché se ne possiede il concetto, ma perché talvolta ne sperimentiamo la condizione.
Può essere perduta come condizione d’esistenza, ma non cancellata come esperienza quindi può essere ricercata, ricreata, e in questo ricrearsi esprimere la vita. Rispetto al dolore che inchioda, stringe e costringe, la felicità lambisce, balena e dispare, per questo appare transitoria mentre il dolore più consueto e abituale.
La felicità è quella pienezza che nel momento in cui la si possiede, se ne è, in effetti, posseduti.
Per i Cristiani la felicità è proiettata nell’altro mondo e promessa a chi, attraverso il dolore, la guadagna in questo mondo. In pratica: accettazione incondizionata dell’esistente con speranza di felicità futura. Per noi, uomini d’oggi, la felicità sembra collocarsi nella rivendicazione individuale all’espansione di sé, non importa se a scapito degli altri, e nell’esercizio incondizionato della libertà.
Concludo che sia necessario e molto urgente un confronto aperto a tutti e in particolar modo ai cattolici di questo nostro piccolo paese che per quanto mi riguarda ha anche smarrito la retta via del Cattolicesimo ( ultimo esempio molto plateale la festa di S. Nicola dove il rischio di ONORARE in modo inequivocabile il ns Patron ha raggiunto veramente il limite dell’assurdo) e i concetti di Famiglia che tanto si sbandierano ma che in realtà a Pentone si sta’ vivendo e portando tale concetto ( di cui si sono perse le tracce ), a ridursi ad una somma di individui che abitano nella stessa casa per un certo tempo; a una convivenza motivata da interessi individuali convergenti, senza legami profondi, con o senza matrimonio, eterosessuale o omosessuale, mentre a mio modesto avviso deve invece essere visto come un concetto di Primaria importanza , tenuto sempre in risalto e curato immediatamente , quando si ravvedono le prime minacce e avvisaglie che precludono segni di declino o movimento delle fondamenti dove Il marito è un dono per la moglie e viceversa; i genitori sono un dono per i figli e viceversa; i fratelli sono un dono l’uno per l’altro. Tutta la famiglia è un dono per la società.
Svegliamocci da questo sonno profondo da questo coma , cerchiamo tutti insieme o per lo meno a chi ha voglia di uscire da questa spirale che sicuramente porta al BARATRO. VI PASSO IL SALE , IL LIEVITO E UN CHICCO DI GRANO
Con affetto rubino rosario
(notizia segnalata da rosario rubino)