La 'Ndrangheta voleva uccidere il giornalista Tizian: «O la smette o gli sparo in bocca»
Cronaca Emilia Romagna

La 'Ndrangheta voleva uccidere il giornalista Tizian: «O la smette o gli sparo in bocca»

mercoledì 23 gennaio, 2013

MODENA, 23 GENNAIO 2013 - Sparare ad un giornalista. Questa era l’idea proposta da Nicola Femia, uno degli arrestati nella maxi-operazione compiuta all’alba di oggi dalla Gdf di Bologna, che ha smascherato un giro di video slot machine truccate e di gioco online (diffuso su territorio italiano ed estero) gestito da appartenenti alla criminalità organizzata calabrese. La Gdf ha arrestato 29 persone con l'accusa di associazione a delinquere e ha messo sotto sequestro beni per una cifra superiore ai 90 milioni di euro.

Nell'intercettazione telefonica di fine 2011 riportata da Ansa, Femia, considerato il capo dell’attività criminale gestita dalla provincia di Ravenna, si lamentava con l’imprenditore Guido Torello, anche lui arrestato dalla Gdf, per gli articoli scritti sulla Gazzetta di Modena dal cronista Giovanni Tizian (nella foto). «In mezza pagina parla di me questo giornalista, ed è già la seconda volta in due anni. Dice...un esponente della 'ndrangheta, poi questa cosa dei giochi». Negli articoli, infatti, Tizian metteva in relazione Femia con le cosche calabresi.

Torello ascolta e rilancia: «C'è un giornalista che rompe le balle ad una persona che mi sta aiutando, poi ti dirò chi è. O la smette o gli sparo in bocca, perché è una persona che mi sta dando una mano». L’imprenditore, poi, spiega quali siano per lui i poteri forti o semplicemente i maggiori ostacoli per i loro affari: «Vedi che glielo faccio dare in bocca, glielo faccio dare in bocca. Ti spiego: sappi una cosa, che ci sono due poteri oggi in Italia, la magistratura e i giornali».

Alla luce dell’intercettazione, il giornalista è stato messo sotto tutela.[MORE]

Su Repubblica, Pier Luigi Bersani ha dato la sua solidarietà al giornalista e ha commentato la vicenda affermando come «le minacce a Giovanni Tizian confermano che la criminalità organizzata rappresenta un pericolo non più circoscritto ad alcune zone del paese e che la lotta per sconfiggerla deve essere il primo obiettivo in tema di legalità che le forze politiche devono avere in agenda». Solidarietà anche da parte di Antonio Di Pietro, che su Twitter si è schierato in difesa del cronista: «#Siamotuttitizian. Solidarietà al giornalista minacciato di morte per un articolo sulla 'ndrangheta», mentre l'associazione contro le mafie Da Sud ha attivato oggi la sua campagna Io mi chiamo Giovanni Tizian (sul suo sito o sul iomichiamogiovannitizian. org).

(Foto: forlitoday.it)

Giovanni Gaeta


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