La Musica è finita. Petruzzelli, concerto sul lungomare per dire NO ai tagli
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BARI - Hanno simulato una situazione reale, suonando per strada. Alle loro spalle il Lungomare Nazario Sauro di Bari e, di fronte, la sede della Regione Puglia e della Provincia.
Sono i lavoratori della Fondazione Petruzzelli, il rinato teatro che rischia davvero di restare chiuso a nemmeno un anno dalla sua riapertura per mancanza di contributi economici a seguito dei tagli alla cultura imposti sia dal Governo Nazionale (degli 8 milioni previsti dal Fondo Unico dello Spettacolo ne sono giunti solo 2) che dagli enti dinanzi ai quali ieri mattina hanno protestato, “suonandogliele” di santa ragione.[MORE]
La Regione Puglia ha un debito di 500 mila euro, la Provincia ne deve versare ben 1,5 milioni ed il socio privato Di Paola (dimessosi poi dal cda) altri 500 mila.
Il risultato è una situazione di totale incertezza: dal cartellone della stagione 2010-2011 è stata cancellata “La Traviata” di Verdi – già programmata – per motivi di bilancio e così gli orchestrali han deciso di proporla agli automobilisti in versione “en plein air”, quasi a voler simbolicamente rappresentare il caos che regna ormai sovrano e che intacca la sacralità dell'Opera Lirica.
Magliette rosse con la scritta “Io Petruzzelli”, armati di trombe e violini hanno messo in scena il disagio di 170 persone, precarie, che chiedono di poter vivere un futuro sereno.
Uno slogan su tutti: “Il Petruzzelli deve essere un teatro stabile con un lavoro stabile”
Solo in 22 hanno un contratto a tempo indeterminato: un quadro lavorativo abbastanza instabile, aggravato dal fatto che la Fondazione ha assunto per chiamata diretta e senza concorsi né bandi pubblici.
“Una situazione inaccettabile – spiega il segretario regionale della Slc/Cgil Antonio Fuiano – perchè vengono meno gli enti fondatori per meri giochi di potere. A rischio c’è il bene e il futuro del Petruzzelli”.
Si registra oggi, in tal senso, la presa di posizione del Sindaco di Bari, Michele Emiliano che nel corso di un'audizione in Commissione Cultura ha affermato: “Oggi protestano contro Provincia e Regione - osserva - Ma domani potrebbero farlo contro il Comune perché sarà costretto a rivedere i sostegni alle compagnie. In un momento in cui chiudono gli ospedali, è inevitabile che qualche compagnia possa avere la stessa sorte. È bene che tutti ci mettiamo intorno a un tavolo, anche con il ministero, e discutiamo”.
Il primo cittadino ha aperto un dibattito sulla sua pagina Facebook, per sondare gli umori della gente, in previsione di una mega-riunione degli Stati Generali della Cultura.
Si prevede un drastico taglio di 10-15 milioni di euro nelle entrate di Palazzo di Città ed è naturale supporre tagli a pioggia in settori importanti contro i quali il primo cittadino propone una soluzione: “Bisogna passare dal sostegno in denaro a quello in servizi e infrastrutture. Un teatro per ciascuna compagnia è soltanto una moltiplicazione di costi. Le compagnie devono diventare "leggere": il Comune è pronto a mettere a disposizione i teatri, ma parte dei costi dovranno essere recuperati con la vendita dei biglietti”.
Insomma, come recita il titolo di una recente canzone del duo Dalla-De Gregori: “Non basta saper cantare”. E suonare. Occorre manifestare.
[nella foto di Repubblica.it, un momento del concerto-protesta]