La fede che tutto puo'!
Fantasticherie del cuore Calabria

La fede che tutto puo'!

mercoledì 22 novembre, 2017

La fede trova nella preghiera la sua formula diretta per rivolgersi a Dio. Pregare non è stare fuori i confini di quanto ci accade attorno, se mai è il modo sicuro per contribuire a migliorare e trasformare la storia, indirizzandola verso il bene comune. Fede e preghiera sono due facce della stessa medaglia. Tutto questo indica che ogni cosa ha le radici nel cuore di ognuno. Non quindi un uomo succube ad un Dio utilizzato in terra da una nuova generazione di farisei, ma interlocutore privilegiato dell’Altissimo quando eleva la sua richiesta di aiuto. Il Signore concede a tutti il miracolo richiesto? Scrive il mio maestro spirituale: “Cristo Signore è pronto ad esaudire ogni desiderio dell’uomo, sempre che non sia immorale e conforme con la Legge eterna del suo regno, a condizione che il richiedente creda con viva fede e profonda convinzione che nulla è impossibile a Gesù”.[MORE]

Quando queste due condizioni vengono poste, ogni miracolo è operato e ogni grazia accordata. Le conseguenze dell’agire di Gesù sono per noi una pesante, anzi pesantissima responsabilità. Questo significa che tutto è dal nostro cuore. Il nostro cuore può modificare, trasformare, cambiare la storia del mondo o lasciarla così come essa è, consumata dall’egoismo, dall’idolatria, dall’immoralità, da ogni disordine spirituale, dalle infinite guerre di falsità e ignoranza. Tutti i grandi santi hanno creduto che il Signore tutto avrebbe concesso alla loro fede e profonda convinzione e hanno trasformato la storia” (Padre Pio è l’esempio più attuale). Sfuggire a questa verità porta ad indebolire il cammino umano, attrezzato senz’altro a fare grandi cose, ma nello stesso tempo più volte incastrato all’interno di quanto costruito, almeno sulla carta, per il bene collettivo.

Bisogna pertanto riscoprire l’umiltà di considerare l’Umanità e quindi sé stessi dono del Creatore, a cui si è direttamente connessi. È la fede potente della donna cananea, pur pagana, a salvare la figlia indemoniata. La sua forza, la sua determinazione, la sicurezza di trovarsi davanti a colui che è in grado di esaudire la richiesta fatta ad alta voce, fanno di questa donna un esempio straordinario. Si tratta di un modello per tutti coloro che spesso esibiscono il titolo di credenti, ma che in realtà non permettano a Cristo Gesù di compiere il miracolo atteso e che Lui è pronto a concedere, se pieni di fede non alterata. La donna qui citata, menzionata nel capitolo XV del vangelo di Matteo, nonostante il momentaneo distacco di Gesù, non si arrende e risponde sicura alle parole del Messia mentre cerca di spiegarle che lei non fa parte del popolo eletto.

La risposta della madre disperata viene a quel punto interpretata come l’attestazione più alta di fede che si potesse mai professare: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita». La fede e la preghiera, anche se viviamo l’era tecnologica più avanzata, rimangono il binario su cui far viaggiare la locomotiva del nostro tempo, per trasformare nel bene la storia che ci passa dinanzi. La fede tutto può!






Egidio Chiarella

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