La fatica o la bellezza di riconoscere l'altro!
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08 FEBBRAIO 2016 - Parliamo oggi di una delle cose più interessanti che accompagnano la quotidianità dell’uomo. Un atto frequente che si manifesta nel riconoscere o meno chi sta davanti o intorno a noi. Le strade che ci conducono alla conoscenza di una persona sono diverse e, di volta in volta, possono interessare l’aspetto fisico, nonché la sua intelligenza, scienza, forza interiore. La nobiltà d’animo è tra le proprietà altrui più ricevibili, in grado di consegnarci un quadro abbastanza veritiero di un qualsiasi nostro interlocutore, ma è per il bene o il male compiuto che saremo in grado di sapere se ci siamo imbattuti in un demonio o in un angelo. [MORE]
Un credente dovrebbe poi sapere che vi è anche una conoscenza materiale, letterale, spirituale anche di Dio. Lo stesso Gesù ha un quadro chiaro di ogni uomo, per come lo stesso riesca a manifestare la fedeltà o il tradimento alla Legge del Padre suo.
La conoscenza della Parola del Signore offre a tutti la possibilità di non sbagliare e di capire, in ogni circostanza, quale dovrà essere il proprio comportamento da assumere, senza usurpare ciò che non rientri nelle singole capacità, funzioni, ruoli. Una saggezza necessaria per attivare relazioni durature e pronte ad essere base positiva di ogni forma di crescita sociale e morale, in campo politico, economico, culturale, religioso, ricreativo, familiare. Singolari, in proposito, e sempre attuali i richiami di Gesù verso coloro che lo seguivano, capaci di illuminare la mente e il cuore di chi crede, ma anche di chi adotta altri modelli esistenziali. Leggiamo qualche espressione riportata nel vangelo di Matteo. Sarà chiaro il principio che, mai e poi mai, in ogni circostanza della vita si potrà tentare di essere ciò che non si è, falsificando di fatto la propria identità e non solo!
“Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste.
E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo”. ..……”Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro?…”. Una lezione di vita necessaria per far rientrare, nei binari giusti, le falsità che ormai si offrono a poco prezzo, in una società abituata a non riconoscere neanche la verità oggettiva della natura che la circonda. Tutto oggi può essere famiglia! Tutti possono adottare un bambino, al di là dei valori naturali non negoziabili in termini etici e di sessualità! Domani truccando i termini della conoscenza sarà facile individuare in tanti spazi malefici, oasi di libertà e di bene comune.
La cosa più grave è quando in certe figure la gente fa fatica a riconoscere il valore del messaggio che si dovrebbe rappresentare, perdendo di riflesso i propri punti di riferimento. Penso al politico fannullone; al professore approfittatore; al medico senza scrupoli; al commerciante disonesto; al religioso o al laico credente che non riempiono la casa del Padre. La società così si sbriciola. Nel caso della politica, si perderà la fiducia nelle istituzioni; se la scuola, verrà meno la percezione del suo valore educativo; se la sanità, mancheranno quei presidi di tutela psicofisica non rinunciabili; se il settore del commercio, si rischia di perdere il diritto al giusto, al buono e al bello; se la fede in Dio, sarà tolta all’uomo la strada della vera conversione e la possibilità di accorgersi di un Cristo visibile, che renda possibile la percezione interiore di quello invisibile. Come potete ben capire fatica e bellezza si alternano di continuo lungo il viale della conoscenza dell’altro. Vigilare si deve!
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Egidio Chiarella