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L'inattesa scomparsa di Philip Seymour Hoffman ha profondamente commosso spettatori ed addetti ai lavori, suscitando una vasta eco mediatica. Prontamente sfruttata. Non importa, perchè ci sono effettivamente delle "zone grigie" tra il diritto all'informazione e la proliferazione furba degli articoli ad hoc. Zone in cui non conta se sia un calcolo di convenienza, come quello dei plastici di Cogne, a dettare la necessità di stare sul pezzo: l'effetto è comunque positivo, quello di rendere il giusto omaggio all'arte cinematografica dell'attore. Peccato poi, però, che tocchi anche leggere su testate nazionali di Philip Seymour Hoffman come di un grande caratterista: tipico equivoco tra la parte ed il tutto.[MORE]
Antonio Maiorino
critico cinematografico - on Twitter