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15 FEBBRAIO 2014 - La disdicevole vicenda delle notizie apparse sulla stampa locale di un presunto decreto con il quale Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, avrebbe vietato le manifestazioni di cordoglio nelle chiese della diocesi, pone alla ribalta, secondo la Sezione provinciale della Confacit, il problema dell'etica professionale di chi opera nel campo dell’informazione.
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“ Episodi analoghi sia pure per fatti e circostanze diverse si verificano di frequente, - evidenzia il presidente Luigi Bulotta, c'è da chiedersi se ancora c'è un'etica o una morale della notizia. Come ha scritto Stefano Rodotà nella prefazione di un libro intitolato ” Cattive Notizie”: Il diritto all'informazione non è un privilegio del giornalista, ma una componente della libertà del cittadino, una garanzia della democraticità del sistema.
E sicuramente è così - continua Bulotta - ma affinché ciò corrisponda poi alla realtà dei fatti occorre che il giornalismo sia scrupoloso, corretto e oltremodo rigoroso. Il giornalista per il ruolo che rappresenta è oggetto di pressioni, lusinghe e tentazioni. Per questo il suo corredo di regole e responsabilità deve essere chiaro, i confini della professione ben marcati e in nessun caso mobili o confusi. Insomma, secondo la Confacit, anche se è difficile destreggiarsi tra pressioni, lusinghe, tentazioni e problemi di ogni genere, un buon giornalista non dovrebbe mai sottovalutare il suo ruolo: quello di corretto informatore che può contribuire alla costruzione di una società migliore.
E' dovere professionale e morale di ogni giornalistica di verificare l'attendibilità delle notizie prima di diffonderle, andando alla fonte, documentandosi, non dando credito a voci o notizie indirette. L'informazione è conoscenza e diffusione della verità. E la verità, per i cristiani, sopratutto, ma per ogni uomo, deve essere un bene primario, irrinunciabile.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione». Così recita il primo comma dell'articolo 21 della Costituzione italiana, tramite il quale viene tutelata la libertà di stampa, divenendo, soprattutto nel linguaggio giornalistico, il cardine e il punto di riferimento della libertà di espressione e di informazione per eccellenza.
Informare ed essere informati nel modo corretto è un diritto fondamentale di ogni cittadino che viva all'interno di una società democratica; tuttavia, il diritto a una corretta informazione non sempre viene garantito in toto.
Va tutelata la libertà di stampa, ma va tutelato il diritto del cittadino ad una informazione vera. E' un tema questo che andrebbe dibattuto organizzando dibattiti, seminari, eventi per sensibilizzare l'opinione pubblica e, in particolare il mondo dei media.
Infine la CONFACIT lancia un’idea: ogni anno, il 3 maggio, si celebra in tutto il mondo la Libertà di Stampa, cioè il diritto dei cittadini ad una corretta informazione che, come afferma il codice deontologico del buon giornalismo, deve attenersi ai principi di obiettività, imparzialità, pluralismo, rispetto delle persone, assenza di discriminazione o pregiudizi. Potrebbe essere l'occasione per una iniziativa in tale direzione.
Intanto tutti i soci ed il Consiglio provinciale della Confacit esprimono la loro vicinanza e solidarietà a S.E. per questo increscioso e deplorevole episodio, fermo restando che rimane per tutti limpido e lineare l'operato della Chiesa che è in Catanzaro-Squillace, quotidianamente impegnata nella sua missione pastorale e la cui immagine resta inalterata.
(notizia segnalata da Confacit Catanzaro)