La Commissione Europea ha deciso: stop alla procedura di infrazione. Subito in rialzo i mercati
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BRUXELLES, 19 DICEMBRE – Dopo le voci, sempre più insistenti, di un possibile compromesso tra Roma e Bruxelles sulla manovra economica italiana, è arrivata la conferma dalla riunione del Collegio dei Commissari Europei: il principale organo esecutivo e di controllo dell’Unione ha ufficialmente deciso di non avviare la procedura d’infrazione per disavanzo pubblico eccessivo nei confronti dell’Italia, almeno per il momento.
La Commissione avrebbe infatti deciso di soprassedere sulle piccole divergenze ormai rimaste tra le due parti e di non avviare pertanto la procedura, in attesa di ulteriori verifiche più approfondite da effettuare nelle prossime settimane tramite i vari tecnici e consiglieri del Collegio, riunitosi oggi per l’ultima volta prima della pausa natalizia. Si tornerà poi a fare il punto della situazione soltanto a gennaio inoltrato, dunque ormai una volta che la legge di bilancio italiana sarà stata già approvata dal Parlamento nazionale. In quest’ottica, il governo Conte avrebbe già preparato un nuovo maxiemendamento alla manovra, che verrà depositato nelle prossime ore nella segreteria della commissione bilancio del Senato, al fine di recepire a stretto giro di posta tutti i termini dell’accordo con l’Unione. È pertanto previsto un intervento del Presidente del Consiglio in Aula per le ore 13, organizzato proprio per esporre ai Senatori l’esito della trattativa con la Commissione, in particolare concentrandosi nello specificare le modifiche ai saldi complessivi delle varie voci di bilancio che dovranno essere effettuate rispetto alle proposte originarie della maggioranza.
In tal senso, sono attese forti riduzioni ai fondi destinati a finanziare reddito di cittadinanza e quota 100, sebbene i singoli termini dell’accordo – contenuti in una lettera riassuntiva inviata dal Presidente del Consiglio alla Commissione, illustrando nel complesso il nuovo testo della manovra – non siano stati resi ancora ufficialmente noti dal MEF. Riunioni-fiume della commissione bilancio di Palazzo Madama sono comunque previste già a partire dal termine dell’intervento del premier in Aula, in modo tale da discutere prontamente delle modifiche da apportare. Secondo fonti europee citate da “Repubblica”, ad ogni modo, il compromesso sarebbe stato raggiunto consentendo all’Italia di mantenere un rapporto deficit/PIL nominale al 2,04% (comunque nettamente inferiore rispetto al 2,4% originario) per il 2019, ma Roma sarebbe stata costretta ad abbassare le previsioni strutturali del disavanzo pubblico dallo 0,8% allo 0,6% come richiesto dall’UE – al netto delle componenti volatili dell’economia.
Il vicepresidente della Commissione UE nonché Commissario per la stabilità, i servizi finanziari ed il mercato unico dei capitali, Valdis Dombrovskis, ha voluto comunque usare parole caute per commentare la decisione del Collegio: “La soluzione finita sul tavolo non è quella ideale, né potrà rappresentare una soluzione a lungo termine rispetto ai problemi economici italiani” – ha rimarcato il “falco” della Commissione, che ha comunque precisato che “essa ci consente soltanto di evitare per ora di aprire una procedura di infrazione per debito pubblico eccessivo, purché le misure negoziate vengano poi attuate pienamente”.
Immediatamente positiva la reazione dei mercati, che hanno naturalmente gradito la notizia della distensione dei rapporti tra Roma e Bruxelles. In particolare, la Borsa di Milano lima il rialzo con l’FTSE MIB che guadagna l’1,1% a 18.860 punti, inoltre proseguono stabilmente in terreno positivo anche le principali banche italiane (soprattutto grazie all’apertura della Commissione su regole meno rigide riguardo gli accantonamenti e la riscossione degli NPL – ovvero i non performing loans o crediti deteriorati); in calo, poi, anche l’ormai classico spread tra BTP e BUND, che si attesta a 257 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,82%.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: europa.today.it