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Roma, 14 luglio - Nonostante il cattivo esempio della gestione napoletana, la questione dello smaltimento dei rifiuti sembra dare segnali positivi. Legambiente, per attirare l'attenzione sui dati positivi, ha stilato la classifica dei «Comuni ricicloni 2011», i più virtuosi, quelli cioè che differenziano e riciclano ogni anno più del 60 per cento dei rifiuti prodotti, cioè più di quello che impone lo Stato (la normativa chiede il raggiungimento di almeno il 50%).[MORE]
A confermare l'andamento positivo, i numeri: sette milioni di tonnellate di immondizia in meno finita in discarica, tre milioni di tonnellate di CO2 risparmiate. Il merito è di 1.290 comuni d'Italia, piccoli centri per lo più, che ogni anno fanno della raccolta differenziata molto di più che uno slogan. In cima a tutti c'è per il secondo anno consecutivo Ponte nelle Alpi, il comune da 8.533 abitanti in provincia di Belluno che ha una percentuale di raccolta differenziata dell'86,4 per cento. Per riciclare meglio, gli abitanti della cittadina veneta hanno aggiunto un quinto «bidone»: una tanichetta da 5 litri per la raccolta differenziata degli olii di frittura, utile per evitare l'inquinamento delle acque. Al secondo e terzo posto, Bedollo (Trento) e Ziano di Fiemme (Trento) (guarda tutte le classifiche). Ai più virtuosi (quelli del +60% di differenziata), si aggiungono i bravi, quelli cioè che già rispettano la legge differenziando la metà di quello che buttano: in tutto i «ricicloni» arrivano a quota 1.738. Tra le regioni, perde lo scettro la Lombardia che scende al quarto posto, dietro a Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. I peggiori? Ovviamente le grandi città. Si salvano appena Torino e Milano.
Manco a dirlo, ecco spuntare l'antica rivalità tra Nord e il Sud. Se vede al Nord-Est la maggioranza di «Comuni ricicloni» (i primi 45 posti della classifica dei piccoli comuni, i migliori sistemi di gestione dei rifiuti urbani sono tra Veneto e Trentino), e solo 5 capoluoghi virtuosi di Sud e isole, segnala però anche quest'anno la bravura di Salerno, che con il 70, 3% si conferma «gioiello» della raccolta differenziata meridionale avendo ormai collaudato a fondo il sistema di raccolta porta a porta per i suoi 140mila abitanti.
Così parla il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: «Nonostante i passi avanti compiuti e gli exploit di Salerno e dei capoluoghi sardi, descritti dal dossier, rimangono ancora ampie zone problematiche, soprattutto a carico delle metropoli, sulle quali è urgente investire. La strada da percorrere è evidentemente quella dell’estensione del porta a porta, della costruzione degli impianti di riciclaggio (a partire dall’organico), della diffusione delle politiche di prevenzione e della realizzazione, per i rifiuti residuali non altrimenti riciclabili, degli impianti di smaltimento finale».
Caterina Gatti