La Città delle Pietre, un fantasy di qualità a teatro con “I ragazzi del Teatro di MU”
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CATANZARO, 10 OTT. - Il forte acquazzone che si è riversato sulla città nel tardo pomeriggio di ieri sera non ha scoraggiato i catanzaresi dall’affollare in serata il centro storico. Quando vi giungiamo, con lo scopo di assistere ad un’opera teatrale, lo troviamo simpaticamente caotico. Siamo in anticipo, decidiamo di prendere un aperitivo al bar adiacente il Teatro Comunale, al centro del centro storico. Mentre lo sorseggiamo vediamo attraverso le vetrate i primi spettatori recarsi verso la biglietteria. Notiamo che sono ben predisposti, come noi, ad assistere ad un’opera nuova, portata in scena da ragazzi. La curiosità è tanta e nutriamo la speranza di divertirci.
All’ingresso il servizio di accoglienza è, come sempre, professionale e cortese. Ci si sente a casa; finalmente, potremmo aggiungere. In attesa dell’ inizio facciamo piacevoli incontri che ci accompagnano sereni fino allo spegnimento delle luci.
Si apre il sipario ed è un attimo, meno di un secondo, che già ci rendiamo conto del valore della performance alla quale assisteremo. Dal fondo della sala entra in scena Puck, Karola De Tommaso, da tutti in seguito chiamata Banana, con una verve che mette subito in chiaro il carattere del suo personaggio e il grande talento di cui è dotata.
Lo spettacolo è “La Città delle Pietre” ed è messo in scena da “I ragazzi del Teatro di MU”.
La Compagnia del Teatro di MU è composta dagli attori professionisti di “Edizione Straordinaria”, giunta alla XXXV edizione. I Ragazzi del Teatro di MU sono coloro che frequentano la Scuola di Teatro “Enzo Corea”, diretta da Salvatore Emilio Corea (Salvo), e hanno la possibilità di esibirsi in collaborazione con i professionisti.
“La Città delle Pietre” è uno spin-off di uno spettacolo scritto da Salvo Corea che doveva debuttare il 22 Maggio, purtroppo la chiusura per le misure straordinarie anti-Covid lo hanno impedito. Corea, attore, sceneggiatore e regista, ha pensato di portarne in scena una parte con i ragazzi e il risultato lo ha premiato. Adeguamento ottenuto grazie alla collaborazione di alcune delle ragazze-attrici che sono state determinanti anche in questo compito.
“Lì dove le strade non hanno un nome, un elfo vestito di bianco ha creato la Città delle Pietre per far si che una comunità di esclusi possa ripartire per ristabilire il ciclo naturale del mondo. Una città pacifica è stata attaccata da un esercito del male. Alcuni ragazzi sono riusciti a sfuggire e sono stati salvati dall’elfo, mentre i loro genitori sono stati uccisi, o almeno così pensano. Si dedicano a costruire gallerie per portare in salvo altri bambini tenuti prigionieri in un castello. In una continua lotta tra il bene e il male si giunge ad un finale a sorpresa”.
Attraverso una storia fantastica e avvincente, epica, ambientata in un’era precedente al nostro mondo, l’autore mette all’attenzione la lotta tra il bene e il male. Scelta che la rende molto attuale e fa riflettere sulle diverse modalità con le quali si può rispondere al male ricevuto e sulle differenti conseguenze che portano il far bene o il far del male. A solo qualche giorno di distanza dal messaggio lanciato da Papa Francesco, “smilitarizzare il cuore degli uomini”, l’opera assume un significato ancora più importante.
Ci avvince e tiene alta la nostra attenzione per tutta l’esibizione. Ci rendiamo conto che non è certamente un saggio, bensì un’opera teatrale di qualità. Concentrati sulle interpretazioni, dimentichiamo di essere davanti a ragazzi e bambini. Ci sono punti alti di drammaticità, di commozione ma anche di ironia, sempre nella giusta misura, senza retorica né sbavature. Alla fine applaudiamo tutti, soddisfatti e convinti che Salvo sia riuscito nell’intento di nutrire questi ragazzi e, tutti insieme, a nutrire noi. In una sola parola, a fare Teatro, con la T maiuscola.
Nel gruppo dei ragazzi, insieme a Karola De Tommaso, recitano con gran pregio: Valentina Mazzei, Lenut, e Carlotta Abbronzino, Arami, due sorelle che, insieme a Ludovica Romani, Margherita, hanno il compito di mettere in evidenza le diverse scelte che si possono fare di fronte al male; Laura Zinni, Ferula, Giulia Petrolo, Blimunda, Matilde Abbronzino, Ciaula, Nairi Montesano, Momo, Chiara Tallini, Sonja, Giorgia Mirante, Beatrice, tutti determinanti per lo svolgimento epico della storia.
Davide Colicchia, l’elfo Timbar, accompagnato dalla “bambina che non parla”, Marta Anzalone, ha il compito, e lo assolve con grande precisione, di portare il messaggio principale dell’opera, e quello di mettere in evidenza l’utopia di Puck, “vede dove non arrivano gli occhi”.
Grande sorpresa destano i bambini, a loro agio sul palcoscenico, naturali, sciolti e sempre concentrati, nonostante abbiano una parte tutt’altro che secondaria: Gaia Anzalone, Cosette, Giorgia Pietramala, Dulcinea, Elisa Argentieri Piuma, Fedra, Sofia Trovato, Nelly. Menzione speciale per la bambina Giorgia Procopio, Alice, che ha dimostrato un grande talento incantando il pubblico.
La parte dei cattivi tocca a Marianna Greco, Arloc, e ad un grande Pasquale Rogato, Evut.
«Siete stati grandi, ci avete fatto tornare a sorridere, a sperare» dice Salvo Corea ai ragazzi subito dopo che hanno ricevuto i meritati applausi, poi rivolto alla platea «è una soddisfazione enorme per me questa sera poter abbracciare qualcuno e dire ”Ce l’abbiamo fatta”. Il nostro compito è cercare di scegliere bene i nostri sogni in modo da poter crescere in libertà e fantasia».
Prossimi appuntamenti, sempre al Teatro Comunale di Catanzaro, sabato 16 ottobre “La Libertà del terrore (alla Corte di un Re Maiale)” (Scuola di Teatro “Enzo Corea” Pentone e Fossato Serralta); sabato 30 ottobre “Quello che non ho (e quel che non mi manca) - quarant’anni di Indiano (Compagnia del Teatro di MU).
Saverio Fontana