Turchia, l'Osce boccia il referendum di Erdogan: "Manipolate 2,5 milioni di schede"
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ANKARA, 18 APRILE - Recep Tayyip Erdogan vince il referendum che lo rende “super presidente”, incassa i complimenti dei colleghi (Trump in primis, che vede nella Turchia uno dei principali alleati nella lotta all'Isis e nell'opposizione ad Assad) e dichiara che “la Turchia ha preso una decisione storica di cambiamento e trasformazione”. [MORE]
“La Turchia ha preso la sua decisione con quasi 25 milioni di cittadini che hanno votato sì. Voglio ringraziare ogni nostro cittadino che è andato a votare”, ha detto il presidente turco nel suo primo discorso dopo la chiusura del referendum (che, per essere precisi, ha visto il “sì” imporsi con il 51,2 %). Lo stesso Erdogan ha poi arringato la folla, sostenendo che si sia trattato della vittoria di tutta la nazione e promettendo di discutere con gli altri leader politici la reintroduzione della pena di morte in Turchia (tema che potrebbe essere oggetto di un nuovo referendum).
L'euforia di Erdogan è però stata ben presto stemperata dalle polemiche che sono seguite al voto. Polemiche legate a presunti brogli elettorali e guidate in prima linea dagli osservatori internazionali dell'Osce, i quali sostengono che il voto “non è stato all'altezza degli standard del Consiglio d'Europa” e che “il contesto legale è stato inadeguato allo svolgimento di un processo genuinamente democratico”. Parole che danno man forte all'opposizione, che ha già annunciato una serie di ricorsi alla Commissione elettorale suprema, chiedendo l'annullamento del referendum.
Ad accendere gli animi dell'opposizione turca ci sarebbero circa un milione di schede invalide, perchè prive di timbro ufficiale. Le stesse schede che la commissione elettorale del Paese ha ammesso e considerato valide: “le schede elettorali non sono false, non c'è nessun dubbio”, ha dichiarato il presidente dell'Ysk (il consiglio elettorale), Sadi Guven.
Claudio Canzone
Fonte foto: dailysabah.com