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PHNOM PENH, 11 NOVEMBRE 2013 - L’ONU ha finalmente messo il punto a un conteso territoriale tra Cambogia e Tailandia che si perpetrava da anni. L’area in questione ospita il tempio di Preah Vihear, la cui costruzione risale al IX secolo, e fu realizzato per il culto induista del dio Shiva.
La questione territoriale nacque in seguito alla divisione fatta dai coloni francesi, all’inizio del secolo scorso. La mappa mostrava chiaramente l’appartenenza del sito in territorio cambogiano, ma con la ritirata delle truppe francesi, nel 1953 la Tailandia stabilì un posto di polizia a nord del tempio. Di conseguenza, la Cambogia si rivolse alla Corte Internazionale di Giustizia, chiedendo di confermare il protocollo francese del 1907, secondo il quale il tempio si trovava in territorio cambogiano. Il caso divenne una questione puramente politica in entrambi i paesi, le relazioni diplomatiche divennero tese, e ci furono minacce di ricorrere alla forza da parte dei due governi.
La questione è tornato in auge quando l’UNESCO dichiarò il sito patrimonio dell’umanità, nel 2008. La Tailandia contestava il fatto che la richiesta trattava anche il terreno circostante, che risulterebbe di loro proprietà.
Il verdetto giunto oggi risponde a una richiesta presentata nel 2011 da Phnom Penh, che chiedeva una interpretazione della sentenza emessa dalla Corte nel 1963, e per chiarire il termine “vicinanza”. I giudici delle Nazioni Unite hanno espresso all’unanimità la totale appartenenza del sito al territorio cambogiano, chiedendo il ritiro immediato delle truppe tailandesi presenti nell’area.
I due governi si sono dimostrati pressoché soddisfatti della decisione. Meno contenti i tailandesi, che a seguito della decisine si sono riversati per strada per protestare contro la decisione della Corte. Secondo l’opinione di molti, il verdetto non farà altro che aprire la strada a nuovi scontri tra militari.
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Foto: asianews.com
Dino Buonaiuto
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