L'Italia è un Paese allergico alla libera informazione
Cronaca Emilia Romagna

L'Italia è un Paese allergico alla libera informazione

lunedì 12 novembre, 2012

BOLOGNA, 12 NOVEMBRE 2012 - Nel tardo pomeriggio di venerdì 9 novembre, presso la facoltà di Scienze della Comunicazione di Bologna, si è parlato di mafia, soprattutto di mafia al Nord. L’incontro è stato presieduto dal docente e giornalista Mauro Sarti con gli interventi di Giovanni Tizian, giornalista e autore di Gotica e di Federico Lacche di Libera Radio, libera informazione contro le mafie. Giovanni Tizian è un giovane cronista calabrese, ha iniziato a scrivere alla Gazzetta di Modena. Ha collaborato per il portale d’inchiesta rivistaonline.it e Liberainformazione. Attualmente scrive per il mensile Narcomafie, per i quotidiani online Lettera43.it e Linkiesta.it, oltre che per importanti giornali nazionali. Gran parte delle tematiche che sono state affrontate nel corso della conferenza hanno riguardato la massiccia presenza della criminalità organizzata e come quest’ultima abbia trovato un terreno assai permeabile nel Nord Italia. Giovanni Tizian ha spiegato come, da un contesto piccolo e ridotto, a partire dagli anni ‘70 la mafia si sia estesa a un contesto nazionale andando a invadere il tessuto economico finanziario. Ha forti legami con il potere e con la politica. «Dobbiamo fare forti appelli a quest’ultima affinché affronti la criminalità organizzata dal punto di vista economico», esorta il giornalista ventinovenne. In regioni come l’Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, la Lombardia e il Piemonte la mafia è molto radicata, c’è una vera e propria delocalizzazione della ’Ndrangheta. La casa madre rimane in Calabria – afferma Tizian - ma in questi territori del Nord si sviluppano diramazioni di cosche abbastanza autonome. Le province emiliano – romagnole più esposte sono Bologna, Reggio Emilia e Modena. Il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige sono regioni di passaggio, il Trentino rimane l’unica regione d’Italia senza indagati per mafia. Gli imputati del processo Spartacus, processo penale condotto principalmente a carico dei membri del clan camorristico dei Casalesi, prima di finire in carcere, avevano come base Modena. L’Emilia Romagna è dominata dai clan camorristici e dalla ’Ndrangheta. [MORE]La criminalità organizzata è infiltrata nella TAV. Cosa Nostra ha una base a Parma, ma è anche presente nel Varesotto. Il giornalista calabrese ha poi spiegato che, tra le mafie, è la ‘Ndrangheta ad assumere un ruolo di primo nel Nord del Paese, anche perché Gran parte dei capi mafia di Cosa Nostra e della Sacra Corona Unita sono oggi in carcere. È la ’Ndrangheta la mafia che comanda, è la più temuta per la sua capacità di colonizzare territori vastissimi pur mantenendo un legame forte con la casa madre, di mescolare la modernità estrema con la tradizione antica. L’omertà, quell’intesa che lega i membri alla protezione reciproca, al Sud è dettata dalla paura, mentre al Nord dalla convenienza. La mafia nel Settentrione – continua Tizian – è infiltrata soprattutto nell’ambito economico – finanziario, risulta più difficile toglierle la maschera perché è camuffata, qui tutto è confuso e poco chiaro. Nel centro storico di Bologna, ci sono diversi locali gestiti dalle cosche ‘ndranghetiste. La mafia è ormai nel quotidiano, non è così lontana come sembra, è dentro i nostri confini e dentro la nostra realtà. Nel corso della conferenza, i relatori hanno sottolineato l’importanza del giornalismo nel contrasto con le mafie. Il giornalismo ha il compito di indagare. Le inchieste consistono nella verifica delle notizie incrociando i dati, utilizzando ciò che è reso disponibile dalla Camera di Commercio, Banche Dati e Agenzia del territorio e dalle carte giudiziarie. La mafia che si è sviluppata all’estero è una mafia che collabora con la criminalità organizzata italiana, la ’Ndrangheta ha il primato europeo nella gestione della cocaina. La lotta alla mafia non è la lotta al latitante, che non fa altro che favorire l’organizzazione mafiosa – spiega Tizian - bensì è la lotta alla cultura mafiosa. L’Italia è un Paese allergico alla libera informazione; il giornalista è colui che riporta i fatti, mentre i cittadini devono cogliere i punti fondamentali dell’inchiesta giornalistica, soltanto così il cronista ha raggiunto il suo obiettivo. Tizian, minacciato di morte vive sotto scorta. «La paura è presente, è normale che sia presente. Tuttavia non deve bloccare, ma deve risultare qualcosa che ti tiene sveglio», così dice Giovanni. Federico Lacche ha infatti sottolineato l’importanza della lotta alla criminalità organizzata e della diffusione della cultura della legalità, entrambi sintomi di democrazia dell’Italia. «Oggi c’è una consapevolezza più immediata nei ragazzi, più sensibili, tanto da farsi megafono per diffondere la cultura della legalità». Sul finire della conferenza, il giornalista dà tre consigli a quei giovani che si stanno per affacciare alla strada del giornalismo. « La passione è fondamentale per chi vuole intraprendere questo mestiere. Dovete difenderla e combattere per questa. Non dovete competere con i colleghi, ma creare rete; dovete combattere a testa alta per i vostri diritti e non fare una guerra tra poveri. Non fatevi mai mettere i piedi in testa, dovete rispettare ma anche essere rispettati, precari o meno».

 Giulia Farneti


Autore
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