L'inganno adulatore del "pane" degli uomini
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Occorre lavorare alacremente per cambiare questa società, senza inventarsi nessuna ricetta illusoria, fortificandola in un cammino quotidiano verso i valori perduti; le sue vere libertà; la dignità di ognuno. Il consumismo di oggi, rivolto a cose lecite e illecite, ci consegna da una parte l’illusione di essere padroni del tempo vissuto; dall’altra ci rende falsamente consapevoli di tenere sempre in tasca la risposta voluta. Insomma tutto si compra, con soldi o con altro! Svendersi è di moda. L’essenziale è raggiungere l’obbiettivo che consente, a parole, di essere uguali agli altri. Il resto non conta e la strada da percorrere, qualunque essa sia, è solo una questione personale. Purtroppo tanti frutti buoni vengono sopraffatti da mille prodotti marciti dentro, anche se dall’aspetto ben colorato. L’uomo tende a “sfamarsi” mangiando di tutto, pur di rimpinzarsi. [MORE]
Le conseguenze sono allarmanti e le crescenti insoddisfazioni, anche se nel benessere materiale, vanno di pari passo con una serie di utopie impacchettate, non più negate a nessuno. Noi cristiani dove siamo? Dobbiamo vivere nel gusto del vangelo con Cristo presente in ogni azione della nostra vita. Non c’è nessun altro capace di farci trovare il vero “pane della vita”, quello che sazia e disseta giorno dopo giorno. In Giovanni leggiamo la risposta di Gesù ai Giudei che lo interrogano sulla manna discesa dal cielo: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Queste parole appartengono a tutti, non solo ai discepoli di allora o ai cristiani di oggi. Sono parole che “nascondono” l’amore di Dio verso l’Umanità. Un amore grande, universale, rigenerante, eterno. Parole che ci affidano due principi da mettere nel cuore o risvegliare dentro di noi, per poi riproporli con le nostre opere alla civiltà umana a cui si appartiene.
Prima di ogni cosa è essenziale cercare Cristo ogni giorno. Perché? La risposta in queste poche e chiare parole di mons. Di Bruno: “Gesù è Parola, Sapienza, Verità, Vita, Luce del Padre e di Lui ci si deve saziare come ci si sazia di pane”. Non è una peripezia seguirlo! Lo debe fare, senza vergognarsi, il vero politico; l’illuminato economista; il docente di ogni ordine e grado scolastico; il giovane che cerca il suo futuro e la sua dimensione interiore; il giornalista responsabile; il genitore attento; l’amico sincero; il lavoratore impegnato; il disoccupato dimenticato; il prete del Signore; la donna umiliata e la donna in carriera; l’anziano abbandonato. Non si tratta di salire su un podio lontano dal mondo. Al contrario! Si continua a guardare la realtà con gli occhi della verità oggettiva delle cose, riconoscendo l’essenza primaria di tutti quegli elementi insiti nell’uomo e nella natura, connessi da sempre con la sapienza di Dio che tutto previene.
Non c’è individuo che possa pensare di far bene il suo lavoro, voltando le sue spalle al Figlio dell’Uomo. È tempo perciò, come afferma l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Vincenzo Bertolone, di rivolgere un convinto e planetario“appello all’umano”, affinché “chiami in causa valori, grazie, ai quali e per i quali formuli le sue rivendicazioni, affronti le sue preoccupazioni, viva le sue speranze. Nulla fallisce se si entra in questo percorso tracciato dal cielo. Circuito universale che vale per ricchi e poveri, sapienti e inetti, giovani e vecchi, uomini e donne. Tarda tuttavia a morire l’inganno del “pane degli uomini”, forse perché più alla portata di mano, mentre copre e giustifica errori e peccati di ognuno. Con esso è ancor di più triste la commiserazione che si prova per chi piange per il suo tonfo nel deserto odierno delle false speranze. Vera ipocrisia e finta apertura all’effettivo “pane della vita”. Nessuna vieta ad alcuno di guardare verso giusta direzione.
Egidio Chiarella
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