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TARANTO, 11 DICEMBRE 2012 – In una nota, l'Ilva di Taranto comunica che “Da ora e a cascata per le prossime settimane circa 1.400 dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro”. In questo modo, sottolinea la citata nota, “Il numero di 1.400 dipendenti rimasti senza lavoro si andrà a sommare ai già 1.200 dipendenti attualmente in cassa integrazione per le cause già note, quali la situazione di mercato e le conseguenze del tornado che ha investito lo stabilimento di Taranto lo scorso 28 novembre”.
La suddetta decisione è la conseguenza del “no” pronunciato dal gip rispetto al dissequestro dei prodotti giacenti sulle banchine. Ciò, sottolinea l’Ilva, determinerà, “ Drammatiche conseguenze per i livelli occupazionali e per la situazione economica dell'azienda". [MORE]
La nota aggiunge, inoltre, "Tutta la produzione giacente in stabilimento, generata prima e dopo la data del 26 luglio 2012 e fino al 2 dicembre 2012, non potrà essere inviata agli altri stabilimenti del Gruppo per le successive lavorazioni o consegnata ai clienti finali. La quantità di prodotti e di semilavorati interessati dal provvedimento di sequestro risulta pari a circa 1.700.000 tonnellate, per un valore economico di circa 1 miliardo di euro. Mancando la disponibilità di prodotti finiti e semilavorati (quali coils neri, lamiere e bramme) verrà del tutto interrotta la lavorazione verticalizzata a Taranto e negli altri stabilimenti Ilva e sara' necessario ricostituire da zero un nuovo parco prodotti lavorati e semilavorati”.
Per questo, puntualizza la suddetta nota, “Si fermeranno a catena gli impianti di Novi Ligure, Genova Racconigi e Salerno, dell'Hellenic Steel di Salonicco, della Tunisacier di Tunisi e di diversi stabilimenti presenti in Francia”.
(fonte: Corriere della Sera)
Rosy Merola