L'FMI riformula le stime, in calo per tutti i paesi, e spinge i governi ad allentare sull'austerità
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TRENTO, 20 GENNAIO 2015 – Le previsioni per il 2015 del FMI sono in linea con ciò che si aspettava: andamento più lento a causa delle economie emergenti, e il crollo del prezzo del petrolio che potrebbe essere facilmente contrastato dall'andamento dell'economia. Il Fondo Monetario stima per quest'anno una crescita del 3,5% e di un 3,7% per il 2016, valori inferiori entrambi dello 0,3% rispetto alle previsioni stimate in precedenza.
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Gli equilibri si assetteranno tra gli impulsi positivi del calo dei prezzi dell'energia e tra gli impatti negativi sugli investimenti nel settore del petrolio e la crescita degli esportatori. Si prevede che il prezzo del greggio subisca un calo del 41,1%, e una sua timida ripresa – per il 2016 – di un 12,6%. L'FMI consiglia ai governi di prendere atto di tali dati per rivedere il sistema dei sussidi e le tassazioni sull'energia.
Le ripercursioni peggiori le subirà la Russia, mentre l'Europa dell'euro subirà il possibile rischio deflazione, con una crescita dell'1,2% nel 2015 e dell'1,4% l'anno prossimo. Per la stessa Germania sono previsti cali del PIL rispetto ai prospetti ipotizzati lo scorso autunno (-0,2% quest'anno e -0,4% per il 2016). Il rapporto dell'FMI termina con un consiglio sullo sfruttamento delle opportunità fornite dal calo dei prezzi del petrolio, ma anche della necessità di attenuare le misure di austerity aumentando le infrastrutture.
Foto: ilmessaggero.it
Dino Buonaiuto