L'Alfabeto della fede: Onnipotenza di Dio e Ordine Sacro
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Cari lettori, continua il nostro cammino di approfondimento con la rubrica "l'alfabeto della fede". Le parole che prenderemo in esame oggi sono: Onnipotenza di Dio e Ordine Sacro. Inoltre, vi ricordo che potete leggere sempre su InfoOggi i numeri precedenti della InfoOggi i numeri precedenti della rubrica.[MORE]
ONNIPOTENZA DI DIO
L’onnipotenza di Dio è la sua forza divina di trasformare la sua Parola in realtà concreta. Lui dice una parola e vengono alla luce gli spiriti angelici. Lui dice una parola e viene fuori l’universo nella sua molteplice varietà e diversificazione. Prima della Parola nulla esisteva. Dopo la Parola tutto esiste secondo la Parola. Dio dice e sono il cielo e la terra.
L’onnipotenza di Dio non si è esaurita con la creazione. Lui è l’onnipotente eterno. Tutta la storia è nelle sue mani e Lui la governa secondo la sua volontà, sempre nel rispetto della Parola con la quale e secondo la quale ogni cosa è stata creata. Ed è questa la vera onnipotenza di Dio. Lui governa la storia, rispettando la storia. Governa l’umanità rispettando la legge da Lui data all’umanità. Assieme all’onnipotenza vi è in Dio anche la sapienza e l’intelligenza eterna. Sono sapienza e intelligenza divina che governano l’onnipotenza del Signore.
ORDINE SACRO
L’ordine sacro è quel particolare sacramento che conforma a Cristo Pastore e Capo della sua Chiesa e conferisce il potere di ammaestrare, governare, santificare il popolo, o il gregge del Signore. Con l’ordine sacro, il consacrato con l’unzione, smette di occuparsi delle cose degli uomini e si occupa delle cose di Dio. Serve gli uomini non per la materia, ma per lo spirito, per l’anima. Il consacrato si deve occupare delle cose che riguardano Dio. Il consacrato deve in tutto manifestare la vita di Cristo che si offre per la salvezza del gregge del Padre.
Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek (Eb 5,1-10).
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre (Eb 7,26-28).
Don Francesco Cristofaro