Juncker: "L'Italia ci attacca a torto. Renzi: "Sull'edilizia delle scuole tiro dritto"
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BRUXELLES, 07 NOVEMBRE - E’ gelo tra l’Italia e Bruxelles. Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, oggi, durante un ragionamento sulle richieste italiane di flessibilità, ha lanciato un affondo al nostro Paese affermando: «L’Italia non cessa di attaccare, a torto, la Commissione. E questo non produce risultati attesi».
Il numero uno dell’esecutivo comunitario - che proprio la prossima settimana dovrà dare il suo giudizio sulla manovra - è inoltre entrato nel merito dei numeri della legge di bilancio italiana, già oggetto di una lettera in cui Bruxelles chiedeva «chiarimenti» su alcuni conti che non tornano. [MORE]
«I costi del terremoto e dei rifugiati – ha affermato Juncker – equivalgono allo 0,1% del Pil. L’Italia ci aveva promesso di arrivare a un deficit dell’1,7% nel 2017, ora ci propone il 2,4%, in ragione dei costi del terremoto e dei rifugiati, ma questo costo è limitato allo 0,1% del Pil».
«La mia Commissione – ha rivendicato il presidente - ha introdotto nel Patto di stabilità degli elementi di flessibilità di cui hanno beneficiato diversi stati membri, e in particolare l’Italia. Che nel 2016 può spendere 19 miliardi in più di quanto avrebbe potuto fare se io non avessi riformato il Patto di stabilità nel senso della flessibilità indicata».
Da Frosinione pronta la replica del presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica, non guardiamo in faccia nessuno. Perché una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole dei nostri figli. Si può discutere di investimenti per il futuro ma sull’edilizia scolastica non c’è possibilità di bloccarci: noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di stabilità vogliano o meno i funzionari di Bruxelles».
[foto: rainews.it]
Antonella Sica