Jim Morrison, l'indimenticato poeta che oggi avrebbe compiuto 70 anni [VIDEO]
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PARIGI (FRANCIA), 8 DICEMBRE 2013 - “Se le porte delle percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe agli uomini come realmente è: infinita”. Da questo verso, tratto da una poesia di William Blake, nascono i "The Doors". Quelle porte, da scovare e da aprire per vedere su che realtà ti proiettano, tanto care a Jim Morrison. Parti integranti del suo percorso spirituale e poetico.
Oggi, il poeta maledetto Jim, avrebbe compiuto 70 anni. Nato a Melbourne nel 1943 è morto, per arresto cardiaco, a Parigi il 3 Luglio 1971, ritrovato nudo nella vasca da bagno della casa in cui alloggiava con la compagna Pamela Courson, ma, in realtà, le circostanze della morte non sono mai state del tutto chiarite. Nati dall’incontro, nel 1965 in California, tra Roy Manzarek (tastierista) e Jim Morrison, per poi ingaggiare Robby Krienger (chitarrista) e John Densmore (batterista), i Doors hanno prodotto sei album: quattro con Morrison, arrivando a toccare sino ad oggi i 90 milioni di album venduti. Con il loro Rock Psichedelico, mischiato al blues e al rock and roll classico, la band è stata unica nel suo genere.
Indimenticabili, e nettamente distinte, appaiono le caratteriste che hanno reso celebre la band californiana: Manzarek è stato fondamentale per la ritmica e per la sua capacità di suonare basso e tastiera in contemporanea, Kringner, amante del Flamenco, capace di assoli straordinari e di scrivere testi come “Light my fire”, Densmore in grado di colmare i vuoti durante le esibizioni. Infine, la figura predominante, il cantante, poeta e scrittore, Jim Morrison, osannato dalla folla ammaliata dalla sua voce profonda, dalla poesia dei suoi testi e, diciamolo, da tutto ciò che combinava sul palco.
Infatti, a causa delle sue trasgressioni, fu condannato, dopo un live a Miami nel 1970, per atti contrari alla morale e bestemmie in luogo pubblico, capi d’imputazione minori rispetto alle altre accuse, quelle di ubriachezza molesta e atti osceni. Fu accusato di aver mostrato i genitali in pubblico (fatto mai confermato da Manzarek). Venne paragonato a Dioniso, divinità della liberazione dei sensi: è così che si considerava libero, come il suo tuffo nel pubblico, nel concerto di Cleveland il 3 Agosto 1968, segno, appunto, di libertà e di assenze di barriere tra l’idolo e i propri fan. Un rivoluzionario, uno fuori dagli schemi che, a quell’epoca, faceva scalpore. Spesso in preda ad alcool e droghe come Lsd e Mescalina, era imprevedibile non facendo e dicendo mai nulla di scontato.
Uno che è riuscito a farsi notare come provocatore e a farsi ascoltare come poeta. Uno che sicuramente avrebbe dato ancora molto e che se n’è andato troppo presto. Oggi a Long Beach, in California, il fotografo Jim Coke ha allestito un’esposizione intitolata “Flying Morrison”, con venti gigantografie del “King Lizard”. A Parigi, dove è sepolto, ci saranno proiezioni di concerti e cover band. Anche l’Italia gli rende omaggio, in particolare Pavia che farà esibire anch’essa una cover band. Un personaggio senza eguali.”Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente”. Amato da tanti. Disprezzato da pochi, ma “maledetto” da se stesso.
Dario Clemente
VIDEO: "The Doors - When The Music's Over (LIVE IN EUROPE 1968)"
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