Qualificazioni Mondiali 2026. Italia-Norvegia 1-4: la dura notte azzurra. Le parole di Gattuso dopo il ko
Qualificazioni Mondiali 2026 – Analisi, errori e prospettive future
L’Italia esce da San Siro con una sconfitta pesante: 1-4 contro la Norvegia in una gara valida per le qualificazioni al Mondiale 2026. Una partita nata bene, con un primo tempo ordinato e convincente, ma crollata nella ripresa sotto ritmo, pressione e fragilità mentale. Nel post-gara il CT Gennaro Gattuso non si nasconde e parla con chiarezza, analizzando errori, limiti e ciò che serve per ripartire.
Primo tempo positivo, ma blackout totale nella ripresa
Secondo Gattuso, non è stato un problema fisico, ma di spazi concessi e gestione mentale della partita.
Il CT spiega:
«Nel primo tempo non abbiamo lasciato campo, poi nella ripresa abbiamo sbagliato interpretazione, posizionamento e costruzione dal basso. Dopo pochi secondi abbiamo perso ordine e sicurezza.»
La Norvegia, squadra molto fisica e organizzata, è riuscita ad approfittare della disorganizzazione azzurra, trasformando ogni transizione in un pericolo. Errori individuali e collettivi hanno spalancato la partita.
“Abbiamo preso una lezione, ma non è un problema fisico”
Gattuso è molto diretto: non cerca scuse.
«Preferivo perdere prendendo una lezione di calcio. Non è stato così: ci siamo complicati la vita da soli.»
Il CT ribadisce che l’Italia ha sbagliato l’approccio mentale, lasciandosi travolgere dopo il primo episodio negativo:
«Dopo il primo gol ci siamo impauriti. Abbiamo smesso di essere squadra.»
Pressione, fragilità mentale e futuro: le preoccupazioni del CT
Una delle frasi più pesanti della conferenza:
«Non posso dire che non sono preoccupato.»
A pesare è anche la distanza temporale: la Nazionale tornerà a radunarsi tra tre mesi, un problema storico dell’Italia quando c’è poco tempo per lavorare su automatismi, fiducia e identità.
Il timore maggiore? La mentalità.
«Il problema non è tecnico. Serve più convinzione. Non possiamo giocare col freno a mano tirato.»
Leader, responsabilità e identità di squadra
Sul tema del leader in campo, Gattuso non individua un colpevole, ma una necessità:
«Non basta un leader. Serve un gruppo compatto, capace di reagire insieme.»
Il CT riconosce l’importanza del pubblico — oltre 70.000 spettatori a San Siro, molti bambini — e chiede scusa:
«Abbiamo deluso chi è venuto allo stadio. Metto la faccia, ci assumiamo le responsabilità.»
Il caso Chiesa: può essere lui l’uomo in più?
Sul possibile ritorno di Federico Chiesa, Gattuso resta aperto, ma cauto:
«Se starà bene valuteremo. Con lui ho un dialogo aperto, sappiamo entrambi cosa fare.»
La forza della Norvegia e la nuova realtà internazionale
Gattuso elogia la Norvegia, una squadra costruita su fisicità, gioco verticale e convinzione:
«Sono forti, hanno giocatori da Premier League, fisici, veloci. Non sono belli da vedere ma tremendamente efficaci.»
E un dato pesa: la Norvegia torna al Mondiale per la prima volta dal 1998.
Cosa serve ora all’Italia?
- Ritrovare identità e coraggio
- Gestire meglio i momenti difficili
- Evitare errori in costruzione
- Lavorare sulla mentalità vincente
- Aumentare compattezza e leadership collettiva
Conclusione
La sconfitta per 4-1 contro la Norvegia rappresenta uno scossone pesante, ma anche un punto di ripartenza. Il percorso verso i play-off Mondiali 2026 passa soprattutto dalla testa, prima ancora che dal modulo o dai nomi.
Gattuso chiude con una frase che suona come promessa e monito:
«Dobbiamo rialzarci. Possiamo farlo. Ma serve crederci davvero.»
Video integrale di Italia-Norvegia 1-4, Gattuso: "Avrei preferito una lezione di calcio. Non sono preoccupato,Chiesa.."
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