ISIS, la Giordania vendica la morte del suo pilota: giustiziata Sajida al Rishawi
Estero Valle d'Aosta

ISIS, la Giordania vendica la morte del suo pilota: giustiziata Sajida al Rishawi

mercoledì 4 febbraio, 2015

 AMMAN (GIORDANIA), 4 FEBBRAIO 2015 – Risponde con la vendetta il governo giordano: di risposta alla brutale uccisione del pilota 26enne Muad Kasasbeah da parte dell'ISIS, arso vivo in gabbia, Amman giustizia la prigioniera di cui il Califfato chiedeva liberazione, la kamikaze irachena Sajida al Rishawi – condannata a morte per il suo ruolo negli attentati del 2005 nella capitale giordana. L'esecuzione è avvenuta all'alba, insieme a un secondo prigioniero; il re Abdullah ha annullato la sua visita negli Stati Uniti per rientrare ad Amman.

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L'uccisione del pilota giordano

Il giovane pilota Muad Kasasbeah è stato fatto prigioniero dopo che il suo caccia è caduto nei cieli di Raqqa, la roccaforte dell'ISIS – a detta del gruppo, è stato colpito da un missile del Califfato. In rete, l'ISIS ha lanciato un concorso su come ammazzare il prigioniero; in seguito, è apparso su internet il video della sua uccisione: nella consueta tuta arancione, che tanto ricorda quella dei prigionieri di Guantanamo e la stessa indossata da tutti i prigionieri occidentali uccisi finora, Muad viene arso vivo da un uomo che accende una torcia e dà fuoco alla benzina di cui era cosparsa la cella e lo stesso prigioniero.

La prigioniera irachena nelle mani dei giordani

Dall'altra parte, invece, Sajida al Rishawi era considerata un simbolo per i terroristi: aveva partecipato ad un attacco suicida ad Amman, insieme ad altri tre complici tra cui il marito. L'attentato provocò la morte di 50 persone, ma il giubbotto di Sajida non innescò il tritolo di cui era imbottito; la donna cercò vanamente di nascondersi tra la folla in fuga, ma fu riconosciuta e arrestata.

È guerra ormai dichiarata con la Giordania: l'ISIS ha messo una taglia su oltre 50 piloti giordani che partecipano ai raid aerei della Coalizione anti-ISIS. Nel video rilasciato in rete, vi è una lista con i nomi dei “piloti crociati ricercati”, con dettagli e generalità scritti in arabo e in inglese.

Foto: corriere.it

Dino Buonaiuto


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