Iraq: Onu denuncia esecuzione di civili. Jihiadisti si espandono verso Baghdad
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BAGHDAD (IRAQ), 13 GIUGNO 2014 - Rupert Colville, portavoce dell’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, ha denunciato la morte di centinaia di civili iracheni, i quali sarebbero stati giustiziati nei giorni scorsi dai qaedisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis).
I jihaedisti, che in settimana hanno occupato numerose province del Paese, starebbero ora raggiungendo la città di Baghdad. Dopo aver preso controllo della seconda città dell'Iraq, Mosul, i miliziani mirano dunque alla capitale al fine di raggiungere il loro obiettivo: l'istituzione di uno stato islamico che si espande fino alla Siria.[MORE]
Mentre l'avanzata continua, gli americani presenti nella base militare di Balad (centro d'addestramento) sono stati evacuati e Barack Obama ha fatto sapere che gli Stati Uniti sono pronti a compiere azioni militari qualora la sicurezza statunitense risultasse essere compromessa. Inoltre, da Washington è stato aggiunto che l'Iraq «Avrà bisogno di ulteriore assistenza da parte degli Stati Uniti».
La situazione è dunque sempre più tesa e, dopo la denuncia dell'Onu, la preoccupazione internazionale cresce. Rupert Colville ha indicato due esecuzioni durante le quali sono stai uccisi alcuni uomini della sicurezza irachena, nello specifico, diciassette funzionari delle forze dell'ordine e dodici agenti di polizia.
L'Onu ha chiaramente parlato di «Violazioni dei diritti umani molto gravi» che verrebbero inflitte dagli jihadisti anche contro cittadini civili se considerati «Vicini al governo di Baghdad». Per il portavoce dell’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, inoltre, il conflitto settario sarebbe «Dietro l'angolo».
Nel frattempo, il governo centrale iracheno si sarebbe assicurato l'appoggio dell'Iran e, durante un colloquio telefonico, il presidente iraniano Hassan Rohani avrebbe confermato al premier iracheno Nouri al-Malik: «L'Iran combatterà il terrorismo sunnita e non permetterà a Paesi stranieri di esportare il terrore nel Paese».
Importanti segnali giungono anche dagli sciiti, infatti, uno dei più importanti rappresentanti del clero, Ayatollah Ali al-Sistani, avrebbe chiesto quest'oggi alla popolazione di impugnare le armi e schierarsi con il governo di Baghdad per difendere il Paese dai ribelli qaedisti.
(Foto da independent.co.uk)
Alessia Malachiti