Intervista esclusiva a Melody Castellari: talento puro della musica italiana
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BOLOGNA, 29 GIUGNO - Melody Castellari, una delle voci più interessanti del panorama della musica italiana e Oltreoceano ha rilasciato un’intervista per la testata giornalistica Infooggi.it[MORE]
Me: Melody, il settore discografico italiano sta affrontando una vera e propria crisi di identità, dal momento che sempre più spesso anziché promuovere il talento e l’innovazione artistica si inchina al mercato dando spazio solo a quei pochi che, per varie ragioni, riescono a garantire il margine di profitto. In qualità di produttrice, cosa pensi di questo modo di agire?
Melody: Purtroppo, fatta eccezione per rari casi, la discografia Italiana, e mi riferisco alle grandi Major, questa crisi di identità la sta vivendo da almeno 10 anni. Il problema è che i direttori artistici cambiamo di anno in anno, ognuno cerca di tenersi stretta la poltrona evitando investimenti che potrebbero tradursi in perdite e quindi cercano di “giocare sicuro” puntando su prodotti discografici che abbiano già una struttura promozionale ed artistica alle spalle, vedi gli artisti che escono dai talent show per esempio.
Fortunatamente la discografia indipendente ha ancora il coraggio di credere in artisti che non fanno parte di un “pacchetto mediatico”, ma le difficoltà in questo caso sono comunque enormi: pochissime occasioni di visibilità e promozione, meno soldi ovviamente da spendere rispetto a quelli di cui dispone una major, i locali di musica live e i festival non ospitano quasi mai artisti emergenti con musica inedita, insomma, ci si trova a lottare con le unghie e con i denti per ritagliarsi un piccolo spazio.
Me: So che sei appena tornata dagli USA. Lavorare all’estero per un cantante italiano è più gratificante? Alcuni cantautori italiani spesso prediligono scrivere i loro testi in Inglese, è più facile comporre sulla lingua anglosassone?
Melody: In America, ma anche in buona parte dell’Europa, c’è un’attenzione diversa, molto più grande verso la musica. Io lavoro da molti anni per il pubblico Americano e Giapponese per esempio.
Qui in Italia se dici che fai la cantante o il musicista la domanda che arriva subito dopo è : ”sì, ma di lavoro che fai?”. All’estero i musicisti sono considerati con rispetto e il talento, se c’è, viene valorizzato ed apprezzato. Io faccio parte della categoria di autori che scrive i propri brani anche in Inglese, la mia generazione è cresciuta con le band e i solisti internazionali, ormai credo che la musica ,in inglese, faccia parte del nostro dna e credo anche che band e solisti italiani potrebbero essere tranquillamente competitivi a livello internazionale esprimendosi in inglese se solo le case discografiche ci credessero invece di ripeterti: “Sei in Italia, devi cantare in Italiano”.
Non capisco perché svedesi, olandesi, tedeschi, norvegesi eccetera riescano ad esportare la propria musica in tutto il mondo in Inglese e a noi non sia dato farlo. Le grandi canzoni Italiane hanno spopolato in tutto il mondo grazie alla versione in inglese (Volare, Io che non Vivo eccetera)…mi sembra che invece di andare avanti si stia regredendo.
Me: Oltre a essere una cantante professionista, sei una vocal coach. Come è nata l’idea di impartire lezioni di canto online tramite il portale cantarefacile.com?
Melody: L’idea è partita da una necessità. Praticamente ogni giorno ricevo telefonate e email di persone che mi chiedono lezioni di canto, io ho insegnato diversi anni in una scuola di musica e poi come vocal coach privatamente, ma negli ultimi anni la mia attività canora si è intensificata a tal punto da impedirmi di poter seguire “dal vivo” gli allievi. Le persone che hanno voglia di cantare, anche solo per hobby sono davvero tantissime, ma non tutte possono permettersi un insegnante per motivi economici o di tempo, per questa ragione è nato cantarefacile. Con Internet le distanze e i vincoli di tempo si annullano e io posso rispondere in qualsiasi momento via email ai miei allievi; mi mandano le loro domande, i video e gli mp3 con le loro performances ed io posso seguirli in ogni momento ed ovunque mi trovi.
Me: So che ritieni che ogni persona estranea al canto con un po’ di pazienza e di studio può riuscire a migliorare la propria intonazione. Pertanto, si nasce o si diventa cantanti? Perché hai scelto di percorrere questa strada?
Melody: Direi che cantanti bene o male si nasce, intendo dire che tutti possono cantare e possono farlo anche bene, ma come ogni professione artistica, un minimo di talento innato e di capacità comunicativa fanno la differenza. Io ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia musicale e di essere a mia volta intonata e musicale, ho iniziato a frequentare palchi e studi di registrazione molto presto, da bambina, e per me diventare una cantante di mestiere è stato quasi naturale, certo a 13 anni non pensavo diventasse il mio mestiere…eppure a 15 già lo era.
Me: Uno degli errori più comuni delle matricole del canto è la gola chiusa. Qual è il modo più concreto per riuscire a superarlo?
Melody: Il metodo più concreto per aprire la gola è Respirare!
Parlo della respirazione diaframmatica che dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo visto che quando nasciamo tutti respiriamo così, a pieni polmoni.
Se ci pensi i bambini “gridano” tantissimo e fortissimo senza avere nessun problema di abbassamenti, è il loro modo di comunicare. Purtroppo crescendo le inibizioni, lo stress, la tensione ci inducono a rendere parziale la respirazione e il risultato è che ci ritroviamo rigidi e “chiusi”.
Me: Essere figlia d’Arte di Corrado Castellari, ti ha concesso più benefici o svantaggi, per esempio, al momento di dover sottoporti a un provino.
Melody: Nella mia crescita personale ed artistica essere figlia d’arte è stato solo un vantaggio naturalmente. Mio padre mi ha sempre sostenuta e mi ha insegnato e continua ad insegnarmi moltissime cose, ma professionalmente in alcuni casi è stato invece addirittura uno svantaggio. Se sei “figlia d’arte” per qualche ragione devi dimostrare sempre qualcosa di più, sei guardata sempre con diffidenza come se fossi lì non perché ti meriti una chance come tutti, ma perché tuo padre è…
Me: Diventare una cantante è la realizzazione del tuo sogno nel cassetto. Ne hai altri?
Melody: Il mio sogno è un giorno potermi dedicare ai nuovi talenti, fare la discografica magari, e scuotere un po’ il torpore che aleggia nella discografia.
Me: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Melody: Sto lavorando a un album con il mio chitarrista e nel frattempo ho pubblicato diverse nuove produzioni dance e due anteprime dall’album in lavorazione che sono state pubblicate nella compilation “Roses Are Not Flowers”, pubblicata dall’etichetta discografica con cui collaboro la Level49 e disponibili su Itunes e Mondadori Shop. Continuo a lavorare poi al progetto Cantare Facile e ho terminato pochi giorni fa un nuovo corso dedicato alle famigerate “Note Alte” cioè utile per migliorare l’estensione vocale, sarà online a breve.
Ancora sto occupandomi della promozione, sempre per Level49 di un artista Jazz davvero eccezionale, Alessandro Bertozzi, che ha pubblicato recentemente il suo ultimo album e che meriterebbe uno spazio nel panorama Italiano ed Internazionale.
Infine sto facendo alcuni concerti come special guest per il progetto “Caosduemila” , poesie e musica, si parla di Rock Progressive ed è davvero affascinante.
Insomma, sono sempre in movimento.
Intervista di Marco Pedullà - Redazione Emilia Romagna