Intervista a Tommaso Primo, giovane cantautore partenopeo
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NAPOLI, 6 GENNAIO 2014- Si scrive Tommaso Primo ma si legge Napoli, quella ricca di talento . Per chi ancora non lo conoscesse, egli è un giovane cantautore di 23 anni che grazie al tam tam della rete e dei social networks, si sta facendo strada tra gli artisti emergenti di questa città. Canzoni che parlano d'amore, di vita vissuta, dei problemi di una generazione, raccontate attraverso la descrizione di luoghi, strade e scorci di una Napoli ancora ricca di fascino. In ogni brano dell'Ep “Posillipo Interno 3” c'è un riferimento ad una qualsiasi zona della città, come se tutte le storie avessero un'ambientazione fisica, concreta, come nella canzone “The White Virgiliano's Man”.
Tommaso Primo ha presentato il suo Ep la scorsa primavera e da allora ha collezionato più di 60 mila visite sul suo canale Youtube. A sorpresa il brano “Gioia” cantata con l'artista senegalese Ismael, ha totalizzato ben 54 mila visite, facendolo diventare un nuovo esponente di una napoletanità fresca, talentuosa e soprattutto mai banale. Si perchè in un mondo in cui per emergere si decide di scrivere e cantare in inglese, il giovane cantante ha scelto di esprimersi nella sua lingua “madre” ovvero il dialetto partenopeo, miscelando sonorità brasiliane e mediterranee.
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Il tuo primo Ep si intitola “Posillipo Interno 3” raccontaci come nascono le tue canzoni e come mai hai deciso questo titolo per la tua prima uscita musicale?
"Posillipo Interno 3", era il finto indirizzo che una ragazza mi dava quando, ai tempi del liceo, le chiedevo un recapito per poterle mandare dei fiori a casa ..."Abito in un appartamento, sopra Posillipo, in un interno 3 qualsiasi". Mi piace dire che questo mini album è il racconto di un microcosmo, sono tutte canzoni scritte tra i quindici e ventuno anni.
La città che descrivi nei tuoi brani è poetica e al tempo stesso ricca di contraddizioni. Credi sia difficile fare musica a Napoli in questo momento?
Io credo che questa nuova generazione di musicisti e musicanti napoletani si toglierà qualche sassolino dalla scarpa. Napoli non aveva un movimento così valido da tanto tempo e le difficoltà, sicuramente numerose, ci aiuteranno a rendere l'impresa più bella ...
Il primo singolo “Gioia” ha raggiunto in pochi mesi quasi 54.mila visite su Youtube, dove è stato girato il video?
Il video è stato girato su un tetto di San Pasquale a Chiaia e vanta la regia di Ugo Di Fenza. Gioia è una canzone che mi ha dato tantissimo, è il brano più giovane dell'EP, mi giunse un giorno sul balcone di casa quasi come per magia.
Quando hai iniziato a comporre i primi testi delle tue canzoni?
Ho scritto la mia prima canzone a tredici anni, "Canzone a Carmela". Quando ero bambino, rimasi colpito da un evento, il suicidio di una ragazza che conoscevo, decisi di dedicarle un brano
Sei stato accostato a Pino Daniele agli esordi ed anche ad Eduardo De Crescenzo, in quale artista partenopeo e non ti identifichi di più?
Il paragone mi lusinga, spero di esserne all'altezza, si parla di due giganti. Il mio obbiettivo, però, è diventare Tommaso Primo, speriamo di riuscirci. Ps: Vivo la musica napoletana a 360 gradi, ascolto dai Rapper's ai Neomelodici, passando dai gruppi di Musica Popolare al Cantautorato, sono curioso e non faccio distinzioni di fazioni.
Canti in napoletano, perché hai scelto il dialetto per esprimere le tue emozioni?
Il Napoletano è la mia lingua, con essa posso esprimere sfaccettature dell'animo che in altri modi non potrei descrivere.
Nella canzone “Addore” ci parli di “Geni Analfabeti”, credi che la cultura e la musica possano ancora cambiare le sorti di questa città?
Ho perso mio padre da bambino e sono "cresciuto" nel ristorante di mio nonno, fra camerieri, pizzaioli, clienti strambi, parcheggiatori abusivi autorizzati. Loro mi hanno fatto da papà. Io mi sento un vero e proprio miracolo del Popolo napoletano. Di solito i ragazzi nella mia condizione rientrerebbero nella fascia umana " individui da salvare" ( aiutare, proteggere ), io, invece, mi sento forte e fortunato, pronto in qualsiasi momento a dare il mio contributo per il bene comune e degli altri. NAPOLI mi ha salvato e, soprattutto, m'ha 'mparato 'a campà ...
“N'copp a sti vic re quartier, c'è chi vo' cagnà o' munn”, un augurio a tutti quelli che ancora sperano nella "Gioia" anche in una città come questa.
di Nicoletta de Vita