Intervista a Manlio Di Stefano: "Reddito di cittadinanza, primo punto del nostro programma politico"
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ROMA, 20 SETTEMBRE 2015 - Riguardo l'immigrazione, Lei ha affermato che le idee del M5S avrebbero potuto risolvere molti problemi rispettando il diritto alla vita e alla libertà dei migranti e il diritto alla sicurezza degli italiani. Quale potrebbe essere, pertanto, nell'interesse dei vari attori coinvolti, la soluzione che il Governo dovrebbe porre in essere?
Mi viene da ridere perché la soluzione il Governo già ce l’ha ed è quella che ha votato il Parlamento (compreso il PD) il 18 dicembre 2014. Si tratta di una mozione del M5S a mia prima firma che impegna il Governo, tra le altre cose, a:
– eliminare il concetto del “chi primo accoglie gestisce” (quindi superare Dublino III);
– prevedere quote massime di migranti per paese;
– instaurare punti di richiesta asilo pagati dall’Europa e gestiti dalle organizzazioni internazionali (UNHCR, Croce Rossa etc…) direttamente sul suolo Africano;
– assicurare beni e servizi per le famiglie italiane meno abbienti per evitare tensioni tra italiani e richiedenti asilo;
E soprattutto, vista anche Mafia Capitale, rivedere le note ministeriali sulla gestione dei centri di accoglienza.
Molti cittadini indigenti lamentano, da parte dello Stato, una maggiore attenzione nei confronti dei problemi degli immigrati rispetto alle situazioni di povertà degli italiani. Esiste realmente questa ipotetica disparità di trattamento?
In un Paese devastato dalla disoccupazione, soprattutto quella giovanile, da pensionati che vivono con poco più di 300 euro al mese, dagli esodati, dalla corruzione, è normale che ci sia un malessere generale che a volte prende di mira proprio gli immigrati. La soluzione è semplice: reddito di cittadinanza. Il primo punto del nostro programma politico.
Qual è il vero ruolo della Germania e quali sono le influenze di una sua presunta egemonia all'interno dell'Unione Europea?
La Germania non ha nessun interesse europeo di fondo nella sua strategia. Se l'avesse avuta non avrebbe distrutto la Grecia e i paesi dell'Europa del sud imponendo scelte economiche che tutti gli economisti hanno giudicato come un suicidio, vale a dire l'austerità in una fase di crisi della domanda. Esercita la sua egemonia insieme a Francoforte e Bruxelles che portano avanti il suo modello ordoliberista e mercantilista, alla base della distruzione di Costituzioni, diritti e benessere delle popolazioni del sud Europa. E' giunto il momento che i partiti e movimenti del sud del continente prendano coscienza di questo ruolo egemonico e di questa gabbia creando i presupposti politici per spezzare queste catene.
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Molti simpatizzanti del M5S vorrebbero come Presidente del Consiglio il suo collega Luigi Di Maio. Lei è della stessa idea?
Premetto che sono veramente poche le persone che farebbero peggio di Matteo Renzi. Luigi lo conosco, è un mio amico. E’ una persona onesta, seria e preparata. Firmerei immediatamente per vederlo adesso Presidente del Consiglio. Ma il M5S è altro, non facciamo votare un nome ma un programma. Vogliamo dei cittadini consapevoli. Per questo, come sempre, saranno i nostri scritti ad individuare il nostro candidato a Presidente del Consiglio.
Nel vostro gruppo si pone sempre l'accento sulle politiche che possano migliorare la condizione ed il benessere dei cittadini. Esistono, però, delle forti ed incontenibili situazioni di conflitto e rivalità tra i colleghi del M5S?
Siamo un gruppo stupendo. Due anni fa siamo arrivati in 160 a Roma e quasi nessuno conosceva tutti gli altri. Ciò ha portato inevitabilmente a divergere su alcuni punti, a confrontarci, a litigare addirittura. Abbiamo però un obiettivo comune, questo nessuno di noi lo dimentica e per questo nel tempo siamo diventati una grande famiglia.
Il Ministro Giuliano Poletti, recentemente, avrebbe affermato che con il Jobs Act è stato rimesso al centro il contratto a tempo indeterminato. La riforma del Lavoro ha concretamente trasformato molte situazioni di precariato in contratti stabili?
I dati Istat non registrano affatto una diminuzione della disoccupazione anzi, purtroppo, continuano ad essere preoccupanti. Non vedo cosa ci sia di positivo in una riforma che facilita il demansionamento, utilizzo eccessivo di tirocini sottopagati e i licenziamenti collettivi (pensate che anche Mediaset ne sta “usufruendo”, vi sembra un caso?). Inoltre la truffa è semantica, ciò che prima era un contratto a tempo determinato oggi si chiama indeterminato. Le garanzie non esistono. Chiedete a un giovane con questa nuova forma contrattuale di andare in banca a chiedere un mutuo e scoprirete che lo hanno sbattuto fuori dalla porta.
Salvini, Renzi, Berlusconi cosa hanno in comune?
Far parte dello stesso sistema. Un sistema che affama i cittadini per alimentare la sua sterminata ingordigia. Loro o i loro partiti hanno governato sempre negli ultimi 30 anni ed eccoci qua, con la disoccupazione più alta della storia d'Italia e 9 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà.
L'Italia dovrebbe uscire dall'Euro o si tratterebbe di una ipotesi di suicidio economico e politico come molti eurocentristi sostengono?
Il vero suicidio economico sarebbe quello di restare nell'euro. Dall'inizio della crisi il nostro paese ha distrutto il 25% della sua produzione e 10% del Pil. Mentre in Italia Renzi esulta per uno zero virgola di crescita del Pil che non significa nulla o per nuovi schiavi creati dalla “riforma” del lavoro, l'analisi migliore l'ha fatta recentemente il columnist del Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard, secondo cui altri cinque anni di euro e l'Italia si trasformerebbe nel “Mezzogiorno d'Europa” con i drammatici dati economici del sud del paese che potrebbero divenire nazionali. E' giunto il momento che il popolo italiano, a cui è stato imposto, abbia la possibilità di decidere se continuare o meno questa eutanasia economica imposta da Berlino, Bruxelles e Francoforte.
Luigi Cacciatori
Immagine da facebook.com