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CATANZARO, 4 MARZO 2012 - Il primo Congresso provinciale del Popolo della Libertà segna un momento centrale nella breve storia di questo grande partito ed offre l’opportunità per sviluppare un confronto tra le diverse anime che lo compongono, confronto utile a programmare il rilancio dell’attività politica e a dare un assetto organizzativo stabile e fondato sulla partecipazione democratica.
Quando ci riferiamo ad una storia breve pensiamo al 2008 ed alla prima alleanza elettorale tra i movimenti della casa dei moderati, oltre all’esperienza congressuale del 2009 quando tutti insieme abbiamo dato sostanza al sogno del più grande partito nazionale.
Ma se andiamo alla ricerca della natura di quella storica alleanza ci tornano in mente le strade che si incrociarono in quegli anni e quindi si ristabilisce una continuità con quella che è stata la coalizione più stabile di questa seconda Repubblica in un arco di tempo quasi ventennale.
Quella straordinaria coalizione ha perso qualche elemento per strada, ma si sono aggiunti movimenti legati alla cultura cattolica, al pensiero liberale, all’impegno nel sociale ed all’autonomismo federalista, che si ritrovarono nel progetto di Forza Italia ed Alleanza Nazionale ed oggi fanno del Popolo della Libertà un partito con tanti tratti comuni ma al tempo stesso con tante diversità.[MORE]
Sia chiaro che questa è una straordinaria risorsa, perché soltanto un soggetto politico costruito all’insegna del più ampio pluralismo può avere la pretesa di governare un Paese importante come l’Italia.
Ripensare al passato, non me ne voglia nessuno, riporta la mia mente a quella grande famiglia nella quale io sono cresciuta come persona e come militante, il Movimento Sociale prima, Alleanza Nazionale fino a pochi anni fa. Di Alleanza Nazionale sono stata l’ultimo Presidente Provinciale, prima commissario e poi eletta nel congresso del 2007.
Tanti ricordi mi legano a quell’esperienza, alle persone che non ci sono più, ai compagni di viaggio, ed ogni volta sono assalita dalla commozione; ma è anche vivo tra i ricordi un sentimento di grande fratellanza con tutti quelli che militavano in Forza Italia, nell’UDC ed in altri movimenti della coalizione: il fatto che molti di essi diano ancora oggi sostanza al PDL ha reso nel tempo quel momento storico di fusione non come l’abbandono della casa natale, ma come un gioioso ampliamento di quella casa ed un epilogo logico e naturale di tutte le esperienze passate.
Farei un torto alle intelligenze dei presenti e non sarei onesta intellettualmente se non ammettessi che quello che stiamo vivendo è un momento difficile per il nostro partito, ad ogni livello amministrativo.
Da pochi mesi, per il grande senso di responsabilità del Presidente Berlusconi e del Segretario Nazionale Alfano, abbiamo ceduto il passo ad un governo tecnico in direzione contraria al grande risultato elettorale della primavera del 2008, ma in sintonia con le esigenze di un Paese colpito, come tutto il mondo occidentale e quindi oltre ogni nostra responsabilità, dalla più grave crisi economica del dopoguerra.
Non sappiamo ancora quali effetti produrrà nel tempo e nelle future scelte degli elettori il nostro appoggio a questo governo dei tecnici, ma quando ai problemi reali di una nazione si unisce il clima di sfiducia che genera un’antipolitica dilagante e nociva, quando una coalizione, forte ed eletta democraticamente, perde consistenza per una continua lacerazione interna frutto di trasformismo e di incomprensibili strategie della rottura, difendere le posizioni acquisite diventa improduttivo rispetto alle aspettative generali.
Semmai dovremmo discutere di quante cose il governo tecnico stia facendo che a noi non sarebbero state mai consentite e pensare a come trasformare questa lunga attesa per le elezioni del 2013 nel recupero di un consenso perduto e nella ricostruzione di un progetto vincente.
Riuscite ad immaginare cosa avrebbe patito il governo Berlusconi per la riforma delle pensioni, per gli attacchi all’articolo 18, per le liberalizzazioni?
Quante responsabilità sarebbero state assegnate ai vari dicasteri, alla protezione civile ed alla maggioranza di governo quando affonda una nave, la penisola è bloccata per la neve, oppure muoiono soldati in missione di guerra, fabbriche e grosse imprese licenziano gli operai, esplode la contestazione NO TAV?
A che livello sarebbe salito lo spread del prestigio di una Nazione se fosse toccato a Berlusconi e Frattini affrontare il problema dei due marò Italiani in stato di fermo in India?
In Calabria, se valutiamo la situazione disastrosa che ha ereditato dal centrosinistra nel 2010, non possiamo far altro che apprezzare gli sforzi del Governatore Scopelliti e di tutta la maggioranza che governa la Regione.
Non vi nascondo che ho provato una punta d’orgoglio quando sono stati pubblicamente riconosciuti in ambito istituzionale alcuni risultati importanti della giunta Scopelliti: far risalire la china alla parte più debole di una nazione in crisi è impresa difficilissima e soprattutto il gran lavoro di chi ha la precisa volontà di cambiare le cose non può mai avere effetti immediati.
Il nostro Governatore continui sulla sua strada ed il tempo gli darà ragione!
In provincia stiamo facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità per mantenere gli standard qualitativi sulle nostre competenze, ma dobbiamo lottare spesso con l’inclemenza del tempo e sempre con la mancanza di risorse.
In più mal sopportiamo il peso di nuove riforme che mirano all’abolizione delle province, altro risultato negativo prodotto dal clima di caccia alle streghe dell’antipolitica.
Noi restiamo fortemente convinti che gli enti intermedi abbiano una funzione vitale e centrale rispetto alle esigenze dei territori, e se ne stanno convincendo pian piano anche i tecnici del governo.
Il problema sta nel fatto che pur di dare in pasto alla folla qualche briciola di risparmio sui conti dello stato, ogni modifica del delirante progetto iniziale di cancellazione delle province va in una direzione assolutamente contraria alla partecipazione democratica ed all’unico potere che riconosciamo, quello del popolo.
La nostra speranza è che alla fine non siano proprio i cittadini a pagare un conto salato in termini di qualità dei servizi e di risposte immediate alle proprie esigenze.
Resta poi un ultimo ma fondamentale livello amministrativo, quello dei nostri ottanta comuni che in parte governiamo tra mille difficoltà generate dai tagli delle risorse. In questa sala ci sono tanti sindaci ed amministratori ai quali dobbiamo dare tutto il sostegno possibile, veri e propri eroi di prima linea.
Siamo all’opposizione a Lamezia Terme, dove dovremo lavorare con impegno per riconquistare nel più breve tempo possibile la terza città della Calabria, al centro di un’area strategica dove passano tutte le ipotesi di sviluppo. Ed in questa direzione sarà importante l’aiuto di Mario Magno e di tutti gli esponenti dell’area lametina.
Tanti i comuni che si andranno a rinnovare nella prossima tornata elettorale, da Satriano, a Sersale e via dicendo. In tutti questi comuni il nostro apporto sarà garantito, perché sentiamo la responsabilità di governare in ogni area del territorio.
A Catanzaro siamo ad un passo dalle elezioni e saremo chiamati ancora una volta a vincere, dopo appena un anno, per governare la città capoluogo di regione.
Le dimissioni di Michele Traversa ci hanno in un certo qual modo disorientati, ma abbiamo l’obbligo di rispettare una decisione sofferta che è dipesa da fattori che si riconducono alle reali difficoltà, come Traversa ha dichiarato, di dare risposte concrete alla città in linea con gli impegni direttamente assunti con la gente in una campagna elettorale che ci aveva visto trionfare oltre ogni previsione.
Inizia una nuova fondamentale competizione nella quale abbiamo il difficile compito di spiegare alla gente quanti e quali siano i problemi della città, ma anche con quale programma ed in che tempi intendiamo risolverli. E sarà giusto specificare come sono stati creati tanti problemi e soprattutto chi li ha generati.
Il nostro candidato sindaco ha tutte le carte in regola per vincere questa difficile battaglia, e tutti insieme dovremo fare quadrato e spendere ogni nostra risorsa per sbarrare la strada al paradosso del terzo polo (anche se pensiamo ci siano ancora margini per un accordo) e ad un centrosinistra che ha già fallito e si presenta come sempre con le sue demagogie e quella arrogante presunzione che ha ridotto ai minimi termini il progetto di rilancio della nostra città che Sergio Abramo aveva avviato negli anni passati.
Per affrontare questo difficile impegno i nostri iscritti ed i nostri militanti saranno chiamati a raccolta, e per soddisfare tutte le richieste di candidatura il PDL presenterà almeno cinque liste che segneranno un risultato complessivo in linea con la primavera scorsa e di grande sostanza.
Di questo si è anche discusso nell’incontro milanese con il Presidente Berlusconi ed il Segretario Alfano, che ci hanno invitato alla costruzione di liste civetta a sostegno del Popolo della Libertà.
Con il sostegno dei nostri rappresentanti istituzionali e dei nostri quadri dirigenti il PDL combatterà questa battaglia con un esercito di uomini e donne impegnati nelle professioni, di gente determinata e coerente, di giovani, soprattutto di giovani, che non si limitano agli slogan sulle cose che devono cambiare, ma hanno la volontà di affermare il proprio futuro con fatti concreti.
Il clima di antipolitica, dal quale mi dissocio nella maniera più totale, è anche generato dal fatto che la politica è vista come il luogo delle parole e non dei fatti: la nostra politica dovrà essere la sintesi delle parole e dei fatti.
Le parole sono l’elemento alla base del confronto democratico, i fatti sono la reazione al confronto e l’attuazione delle scelte condivise.
Come vedete il quadro generale è complicato: viviamo a livello nazionale una fase di transizione che ci vede scendere nei sondaggi, il futuro appare incerto, ma sono queste le ragioni alla base del nostro congresso.
Un congresso che vede una partecipazione importante per il più alto numero di iscritti mai registrato da un partito nella nostra provincia.
E ne approfitto per ringraziare chi ha guidato il PDL fino ad oggi, prima Michele Traversa e da qualche mese Maurizio Vento. Ancora una volta un testimone difficile da raccogliere ma la certezza di partire su basi solide e concrete.
Ed un ringraziamento a tutti coloro che hanno operato la scelta di questo congresso unitario, dall’onorevole Galati al senatore Speziali, dal governatore Scopelliti a Mimmo Tallini, Piero Aiello, Claudio Parente, Mario Caligiuri.
Nel luglio scorso il Segretario Nazionale Alfano ha auspicato un partito che non deve essere degli eletti, ma luogo di elaborazione dei progetti e delle strategie che hanno come obiettivo il rilancio del nostro Paese. Un partito che difenda l’esigenza di libertà degli uomini, che sia custode di democrazia e legalità, che punti all’innovazione ed alla valorizzazione del merito e del genio creativo.
Come possiamo pensare che un numero limitato numero di eletti possa favorire questa aspettativa?
Martin Luther King in un celebre discorso di cinquant’anni fa ripeteva “I had a dream”.
Io ho un sogno e per quanto mi riguarda non intendo smettere di sognare.
Ricordate che per la mia campagna elettorale scelsi una frase di Eleanor Roosvelt, “Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni”.
Sogno un partito aperto ai desideri della gente, alle necessità della vita quotidiana ed all’idea del bene collettivo.
Un partito in grado di costruire un futuro migliore e che sia la sintesi del pensiero di una base che lavori per crescere ed aggregare.
Un partito che non venga utilizzato come semplice trampolino per un traguardo elettorale e che non sia la casta degli eletti e dei potenti, ma che includa tutti a patto che tutti abbiano la volontà di entrare in una grande famiglia con molti doveri e pochi diritti.
Un partito dove non esistano quindi gli imperatori ed i soldati, una piramide capovolta dove sono i più forti, quelli che stanno al vertice, al servizio dei più deboli e non viceversa.
Un gruppo dirigente in grado di dare consigli e indirizzare chi si affaccia nel mondo del lavoro, ed anche essere severo con chi sbaglia per educare tutti ad essere migliori. Un partito senza anticamere, con le porte sempre aperte, senza prepotenti.
Un partito che riesca a dialogare con chi la pensa in modo differente, partendo dal presupposto che il nostro pensare possa essere a volte sbagliato e quasi sempre imperfetto.
Un partito dove si ragioni sull’attività amministrativa per dare impulso ai suoi rappresentanti ed aiutarli in una azione determinante e mirata a conquistare il rispetto e l’ammirazione di tutti.
Dove il consenso sia un premio per quello che si riesce a fare, per la volontà e l’impegno messi in campo e non per quello che si promette di dare.
Un partito che tenga conto delle esigenze degli anziani, delle categorie più deboli, che sia attraente per le donne e formativo per i giovani.
Che lavori per favorire l’occupazione e la crescita sociale ed economica, che metta al centro del suo progetto la sicurezza dei cittadini, il rispetto per l’ambiente ed i valori della famiglia.
Una famiglia dove i giovani dovranno rappresentare il futuro, ma essere il presente.
I giovani che hanno il compito di darci l’entusiasmo che a volte viene a mancare e soprattutto la speranza che quello che andiamo a costruire non sarà mai in alcun modo distrutto.
I giovani attraverso i quali dobbiamo costruire con una vera e propria rivoluzione culturale l’idea del merito come unico strumento possibile per avere tutte le possibili soddisfazioni.
Avremo bisogno del vostro aiuto, della vostra pazienza e della vostra comprensione, ma soprattutto delle vostre critiche.
Se è vero che stiamo costruendo tutti insieme qualcosa di veramente grande dobbiamo dimenticare le rendite di posizione e rimetterci in gioco.
Dobbiamo però ricordare la nostra storia, storia di uomini e donne che quando hanno deciso di fare politica hanno scelto un’arte nobile ed antica quanto l’uomo.
Non una professione ma il luogo dove sacrifichiamo la nostra normalità esponendoci al giudizio della gente, il luogo al centro di tante aspettative dove affermare i valori più alti della mente e dello spirito.
Una politica che è anche il luogo delle contraddizioni e delle incomprensioni, dove una storia fatta di successi e di lavoro quotidiano rischia di essere cancellata con un colpo di spugna al primo presunto errore, il luogo del dovere.
E noi dobbiamo tutto questo a chi ha sempre avuto fiducia in noi, a chi ci guarda con interesse ed anche a chi ci guarda con diffidenza.
Io ho un sogno e voglio condividerlo con tutti voi. Grazie
WANDA FERRO
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WANDA FERRO ELETTA ALL’UNANIMITA’ COORDINATORE PROVINCIALE DEL PDL
Il Congresso provinciale del Popolo della Libertà di Catanzaro, presieduto dall’on. Sergio Silvestris, ha eletto all’unanimità Wanda Ferro alla carica di Coordinatore provinciale. Vice coordinatore è Mario Magno. Eletti anche i 30 membri del Coordinamento provinciale. Entrano nel coordinamento, all’unanimità, i 15 candidati della lista collegata alCoordinatore: Maurizio Vento, Massimo Rattà, Pietro Fazio, Emilio Verrengia, Luigi Muraca, Tranquillo Paradiso, Fausto Mastroianni, Pietro Stanizzo, Salvatore Vescio, Nadia Aiello, Gaetano Stagno, Francesco Leone, Vincenzo Tedesco, Salvatore Trivolo, Amalia Laino. Altri 15 componenti sono stati eletti con le preferenze: Emanuela Altilia, Ersilia Amatruda, Franco Ardimentoso, Michele Cardamone, Marco Costantino, DomenicoDestito, Valeria Fedele, Ramona Gualtieri, Antonio Lioi, Pietro Matacera, Giuseppe Messina, Giovanni Mirarchi, Sonia Munizzi, Daniele Rocca, Angela Sirianni. I votanti sono stati circa 1.500.