Inps, Boeri: "Circa 6 milioni di pensionati percepiscono meno di mille euro al mese"
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MILANO - "Circa 6 milioni di pensionati, meno di quattro su dieci pari al 38%, percepiscono assegni lordi mensili sotto i mille euro". Lo ha spiegato il presidente dell'Inps, Tito Boeri, nel Rapporto annuale presentato giovedì 7 luglio.
Nel corso della relazione annuale, il numero uno dell'Istituto di Previdenza Nazionale ha specificato che rispetto all’anno precedente, "la percentuale di chi ha un reddito da pensione inferiore ai mille euro è calata" in quanto nel 2014 era del 40,3% pari a circa 6,5 milioni di pensionati.
Complessivamente il numero dei pensionati Inps è pari a 15.6 milioni con un importo lordo medio mensile di 1.464,41 euro, calcolato dividendo l’importo complessivo annuo del reddito pensionistico per 12 e quindi comprensivo del rateo della tredicesima. Il numero delle prestazioni previdenziali - sottolinea Boeri - è invece di 17.184.075 con un importo lordo medio mensile di 1.093,54 euro.
Nel dettaglio, i pensionati che percepiscono dall'Istituto sotto i 500 euro sono 1.686.944 pari al 10,8%. Quelli tra 500 e mille euro sono, invece, pari a 4.275.706 (27,2%). Oltre i 3mila euro ci sono 1.010.378 pensionati con il 6,5%. Le donne pensionate sono 8,3 milioni e percepiscono assegni lordi medi mensili di 1.224,86 euro. I 7,3 milioni di pensionati maschi percepiscono, invece, importi lordi medi mensili pari a 1.739,35 euro.[MORE]
Boeri ha speso parole positive nei confronti degli effetti dell'abolizione dell'articolo 18, asserendo quanto segue: "Si temeva che il superamento della cosiddetta reintegra avrebbe aumentato i licenziamenti. Non sembra essere stato così. L’incidenza dei licenziamenti nel 2015 è diminuita del 12% rispetto all’anno precedente, molto di più di quanto ci si sarebbe potuto aspettare alla luce del miglioramento del quadro congiunturale". Sul nuovo contratto a tutele crescenti, ed in generale per il Jobs Act, Boeri ha dichiarato che " il numero dei contratti a tempo indeterminato è aumentato del 62% e addirittura del 76% per gli under 30 anni, così come la percentuale di occupati con contratti a tempo o stagionali, tra i giovani, è scesa dal 37 al 33%”. Nel 2015 i contratti a tempo indeterminato sono aumentati di oltre mezzo milione rispetto all'anno precedente ma sono destinati nel 2016 a stabilizzarsi su questo livello.
Infine, Boeri, nell'ambito delle prestazioni a sostegno del reddito inerenti i costi della Legge 104/92, sostiene che la spesa ammonta ad oltre 3 miliardi di euro l'anno e auspica ad un aumento dei controlli per evitare abusi.
Luigi Cacciatori
Immagine da investireoggi.it